Della mitica triade Dante, Petrarca e Boccaccio che ha illuminato e creato la lingua italiana... conosciamo i nomi delle donne da loro amate (Beatrice, Laura e Fiammetta) e la loro importanza... anche letteraria.
Ora possiamo leggere, scritte proprio da lui, le modalità del primo magico incontro dell'autore del Decamerone con Fiammetta, ed il luogo in cui avvenne.
Vedremo poi anche chi era e come era in realtà Fiammetta.
Infine, dopo una breve analisi del testo, la descrizione dell'unica Basilica gotica partenopea ed una riflessione sulla Napoli, sulla Francia e sull'Europa del '300.
L'INCONTRO DI GIOVANNI BOCCACCIO CON FIAMMETTA
(NELLA PARTE PIU' SIGNIFICATIVA DEL TESTO ORIGINALE)
Avvenne un giorno (...) (che*) io, della presente opera componitore, mi ritrovai in un bel tempio in Partenope, (...) e quivi con canto pieno di dolce melodia ascoltava l'uficio che in tal giorno si canta, celebrato da' sacerdoti successori di colui che prima la corda cinse umilemente esaltando la povertade e quella seguendo (San Francesco).
Ove io dimorando (...) apparve agli occhi miei la mirabile bellezza della prescritta giovane (Fiammetta) venuta in quel luogo a udire quello ch'io attentamente udiva.
Testo dal "Filocolo" del Boccaccio
Brano: Incontro di Boccaccio con Fiammetta
Luogo: Napoli - Basilica (francescana) di San Lorenzo Maggiore
Data: Sabato Santo del 1331
* (che) nota ai soli fini esplicativi
Dante Gabriel Rossetti - Fiammetta
CHI ERA FIAMMETTA?
Di Boccaccio sappiamo o dovremmo sapere quasi tutto ma di Fiammetta molti vorrebbero sapere chi era.
Fiammetta era in realtà Maria d'Aquino che da giovane era bella, bionda e dagli occhi azzurri cielo.
Era la figlia illegittima del Re Roberto d'Angiò e della sua amante la nobile francese (provenzale) Sibila Sabran, moglie del conte Tommaso IV d'Aquino.
QUALCHE BREVE OSSERVAZIONE STORICO-ARTISTICA
Boccaccio ci racconta, non senza un ampio numero di metafore storiche, culturali e religiose il suo indimenticabile incontro con Fiammetta.
Forse la luce che illuminava il volto e gli occhi della giovane e che sconvolse lo scrittore era arricchita dai mille colori della vetrata all'epoca istoriata dell'abside gotico simile a quello di Notre Dame.
L'edificio è stato restaurato dopo i bombardamenti della 2° guerra mondiale ma si sono persi diversi elementi originari.
Tuttavia sono rimasti invariati gli elementi architettonici.
La chiesa, caso unico nell'architettura delle chiese napoletane, con la sua abside di stile gotico francese testimonia che anche nella Napoli degli Angioini era diffusa e presente la cultura francese ed in genere europea, anticipando così l'idea di un futuro destino comune.
Tony Kospan
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