E' DAVVERO REGALE... L'ORIGINE DEL BABA' E DEI... GRISSINI!
Non so se ci siano altri casi analoghi nella storia ma questi 2 notissimi alimenti hanno avuto davvero una nascita regale che ho scoperto da poco e che voglio condividere con voi.
IL BABA'
Questo notissimo dolce, spesso considerato uno dei simboli della tradizione della pasticceria napoletana, in realtà non è nato ai piedi del Vesuvio.
La sua storia inizia a Luneville, in Lorena (nord della Francia) nella cucina di un... Re!
Siamo nel '700 e Stanislao Leszczinski, re polacco lì in esilio, arrabbiato per le tante disavventure della sua casa regnante scagliò un “kugelhupf”, un dolce soffice e spugnoso (il re era senza denti) contro una bottiglia di Madeira che, rompendosi, l'inzuppò tutto e gli diede anche un colore ambrato.
Il re, molto goloso, trovò la cosa dolcissima e meravigliosa.
Era nato il "Babka" un dolce a metà tra un panettone ed una brioche, che presto si diffuse... ma solo nelle mense delle corti e dei nobili.
Qualche tempo dopo la figlia del re polacco, Maria Leszczyńska, sposò il Re di Francia e, impazzando all'epoca a Parigi la passione per il rum, il suo pasticciere lo usò al posto del madeira, diede poi al babka l'attuale forma di fungo e lo alleggerì degli altri componenti (zafferano e canditi).
Il re polacco però non la prese bene perché si sentì un po' defraudato (ne parlò lamentandosi in vecchiaia con Goethe chiamando il dolce da lui creato... Alì Babà) e continuò a ritenere migliore la sua versione iniziale.
Vediamo però ora come questo dolce... così aristocratico... arriva a Napoli.
Quando Maria Carolina d’Austria, sorella della povera Maria Antonietta regina di Francia, alla fine del ‘700 sposò il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone portò l'usanza di questo dolce a Napoli.
Il suo uso però rimase confinato a corte ma non sparì durante il successivo regno napoleonico di G. Murat ed anzi, pian piano, si diffuse, a partire dalla Napoli nobile e borghese, in tutte le classi sociali.
Il babà diventò quindi un dolce amatissimo in città e provincia e nacque perfino il detto popolare “si nu’ babbà” per dire “sei un tesoro”.
Per questa enorme diffusione, nel primo manuale di cucina italiana di Vincenzo Agnoletti, il babà fu definito, per errore, dolce tipico napoletano.
In conclusione possiamo dire che se la sua vera origine è polacca ed il suo percorso è franco-austriaco è però a Napoli che il babà trionfa ed è ripartendo da Napoli che conquista il mondo.
IL GRISSINO
Molto più semplice, ma altrettanto legata ad una casa reale, in questo caso sabauda, è l'origine del grissino.
Stavolta siamo nel '600, più precisamente nel 1679, a Torino nella Venaria Reale.
Il principino Vittorio Amedeo II, cagionevole di salute, non riusciva a digerire la mollica del pane normale.
Allora il medico reale chiese al fornaio di corte, Antonio Brunero, di fare un pane (una "ghersa" così era chiamata la pagnotta) senza mollica.
Il fornaio si impegnò molto e dopo vari esperimenti creò il "ghersin", ovvero l'attuale grissino.
Il suo successo da allora non è mai venuto meno ed è dovuto (a parte il buon sapore croccante) principalmente a 2 importanti aspetti:
l'ottima digeribilità e la grande facilità di conservazione.
Tony Kospan