Cari amici la poesia, come ben sapete, affronta ogni aspetto della nostra vita.
L’Epifania è classicamente la festa che… tutte le feste porta via e conclude il lungo periodo delle feste Natalizie dopo il quale riprenderà per tutti, nel bene e/o nel male, la cd “vita normale”.
Proprio questa festa, insieme ai Re Magi, è il tema stavolta delle poesie e delle canzoni… che come immaginerete… piaceranno a chi ama ricordare atmosfere del passato ma soprattutto ai bambini…
LA BEFANA EPIFANIA ED I RE MAGI
NELLE POESIE… NELLE CANZONI E NON SOLO
a cura di Tony Kospan
Ma… che vuol dire Epifania?
L’Epifania è una festa religiosa che deriva il suo nome da un termine greco – ἐπιφάνεια, epifaneia -che significa rivelazione.
E la Befana?
La Befana è invece un’antichissima festa connessa a tradizioni agrarie pagane relative al momento di passaggio tra la fine dell’anno e la nascita del nuovo… che narravano di divinità femminili che volavano per i campi per favorire i raccolti futuri.
Nel Medio Evo prende le sembianze di simpatica stregaccia dispensatrice di carbone o doni ai bambini a seconda che si siano comportati bene o male.
Masaccio
In quest’era di globalizzazione però la nostra italianissima “vecchiaccia” soffre molto la concorrenza dei regali di… Babbo Natale mentre fino a pochi decenni fa era attesissima ed amatissima dai bambini perché poi, alla fine, si rivelava sempre buonissima e generosissima di regali… e quindi questa festa era davvero molto sentita da grandi e piccoli.
L’Epifania, con i Re Magi e La Befana… non poteva non interessare i poeti… ma per la sua grande popolarità sono tantissime anche le filastrocche… come questa… per me simpaticissima…
ZITTI ZITTI PRESTO A LETTO
Filastrocca
Zitti, zitti, presto a letto la Befana è qui sul tetto, sta guardando dal camino se già dorme ogni bambino, se la calza è ben appesa, se la luce è ancora accesa! Quando scende , sola, sola, svelti sotto alle lenzuola! Li chiudete o no quegli occhi? Se non siete stati buoni niente dolci, né balocchi, solo cenere e carbone!
Anche le canzoni che parlano della Befana sono ovviamente tutte di carattere popolare e dedicate ai bambini, (mitica quella di Gianni Morandi).
Come sempre mi piacerebbe leggere, su questo tema, poesie vostre o di altri che piacciono a voi… e segnalo tra le poesie di quest’anno quella di Edmond Rostand (l’autore del Cyrano) che ci parla in modo sublime della Stella dei Re Magi… e quella che è la più nota e la più classica di tutte e che non può mai mancare… La befana del Pascoli.
QUANTO MANCA A BETLEMME?
Frances Chesterton
Quanto manca a Betlemme? Siete quasi alla meta. Troveremo una stalla sotto una stella cometa? Il bimbo appena nato potremo visitare? Levando il chiavistello ci lasceranno entrare? L’asino, il bue, le pecore potremo accarezzare? Gesù Bambino che dorme potremo contemplare? Se lo accarezzeremo si sveglierà? Saprà che siam venuti apposta fino qua? I Re ricchi doni e noi invece nulla, solo sorrisi e lacrime offriamo alla tua culla. Per tutti i bimbi stanchi pianger Maria dovrà. Disteso sulla paglia il bimbo dorme già. Dio in braccio alla madre, bambini nel capanno dormono come dorme chi ha il cuore senza affanno!
IL MISTERO DELLA BEFANA
Massimo Grillandi
Vecchia, dev’esser vecchia per davvero.
sono duemila anni che cammina.
Proprio non so come faccia la vecchina
a portare con sé un negozio intero.
Dentro quel sacco ce ne son di cose:
trombe. trenini. bambole e pistole,
palle e fucili. quanti se ne vuole.
Son faccende. a dir poco, misteriose.
Come scenda. ad esempio. negli oscuri
e stretti fori dei camini e vada
per monti e valli, lungo la sua strada
e nessuno dimentichi o trascuri.
Andrea Mantegna
LA STELLA
Edmond Rostand
Persero un giorno la stella. Com’è possibile perdere la stella? Per averla fissata troppo a lungo… I due re bianchi, ch’erano due sapienti di Caldea, col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi. Si misero a far calcoli, si grattarono il mento… Ma la stella era scomparsa come scompare un’idea, e quegli uomini, l’anima dei quali aveva sete di essere guidata, piansero drizzando le tende di cotone. Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri, disse a se stesso: “Pensiamo alla sete che non è la nostra. Occorre dar da bere, lo stesso, agli animali”. E mentre reggeva il suo secchio, nello spicchio di cielo in cui si abbeveravano i cammelli egli scorse la stella d’oro che danzava silente.
LETTERA ALLA BEFANA
Gianni Rodari
Mi hanno detto, cara Befana, che tu riempi la calza di lana, che tutti i bimbi, se stanno buoni, da te ricevono ricchi doni. Io buono sempre sono stato ma un dono mai me lo hai portato. Anche quest’anno nel calendario tu passi proprio in perfetto orario, ma ho paura, poveretto, che tu viaggi in treno diretto; un treno che salta tante stazioni dove ci sono bimbi buoni. Io questa lettera ti ho mandato per farti prendere l’accelerato! Oh cara Befana, prendi un trenino che fermi a casa di ogni bambino, che fermi alle case dei poveretti con tanti doni e tanti confetti..
LA BEFANA
Giovanni Pascoli
Viene viene la Befana vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana. Viene viene la Befana. Ha le mani al petto in croce, e la neve è il suo mantello ed il gelo il suo pannello ed il vento la sua voce. Ha le mani al petto in croce. E s’accosta piano piano alla villa, al casolare, a guardare, ad ascoltare or più presso or più lontano. Piano piano, piano piano. Che c’è dentro questa villa? Uno stropiccìo leggero. Tutto è cheto, tutto è nero. Un lumino passa e brilla. Che c’è dentro questa villa? Guarda e guarda…tre lettini con tre bimbi a nanna, buoni. guarda e guarda…ai capitoni c’è tre calze lunghe e fini. Oh! tre calze e tre lettini. Il lumino brilla e scende, e ne scricchiolan le scale; il lumino brilla e sale, e ne palpitan le tende. Chi mai sale? Chi mai scende? Co’ suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso. Il lumino le arde in viso come lampada di chiesa. Co’ suoi doni mamma è scesa. La Befana alla finestra sente e vede, e s’allontana. Passa con la tramontana, passa per la via maestra, trema ogni uscio, ogni finestra. E che c’è nel casolare? Un sospiro lungo e fioco. Qualche lucciola di fuoco brilla ancor nel focolare. Ma che c’è nel casolare? Guarda e guarda… tre strapunti con tre bimbi a nanna, buoni. Tra la cenere e i carboni c’è tre zoccoli consunti. Oh! tre scarpe e tre strapunti… E la mamma veglia e fila sospirando e singhiozzando, e rimira a quando a quando oh! quei tre zoccoli in fila… Veglia e piange, piange e fila. La Befana vede e sente; fugge al monte, ch’è l’aurora. Quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente. La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte. Ciò che vede è ciò che vide: c’è chi piange e c’è chi ride; essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sul bianco monte.
Non mi resta che augurare a tutti…
Tony Kospan
.
.
.
Moroni Giovanni Battista