E' una parolina che sentiamo fin da bambini:
"fai ciao con la manina" ci dicono i nostri genitori… ma ne conosciamo la storia?
CIAO oggi è una delle parole italiane più diffuse al mondo (è seconda solo alla "pizza") ma, stranamente, il suo uso come parola scritta risale solo all'800 e precisamente nel 1818 a Milano (dunque ha da poco superato il duecentesimo compleanno).
La storia però inizia nel 6° sec. d. C. quando furono catturati degli slavi e messi in schiavitù.
Col tempo la parola finì per significare schiavo (slavus/sciavus) non solo in Italia ma anche in Spagna.
Passarono molti secoli ma il significato di "schiavo" in Italia si modificò in "servo vostro".
Pietro Aretino nel '500 lo evidenzia con questa frase "Vi son schiavo maestro" nel suo libro "Marescalco".
Insieme alla diffusione di questo nuovo significato la parola "schiavo" subisce delle modifiche nelle varie regioni ("sciavo", "schiao" a Venezia, "ciavo" a Milano, "scavo" al sud e "stiavo" a Firenze).
Poi quasi contemporaneamente nella lingua parlata in tutta Italia esplode (per la dolcezza del suono?) la parola "Ciao", anche se i vecchi termini resteranno anch'essi ancora un po' in uso.
Fu però Domenico Modugno, nel 1959 a Sanremo col ritornello della sua canzone "Piove" (Ciao ciao bambina), che diede inizio al suo viaggio trionfale per il mondo diventando così non più solo italiana... ma mondiale.
Nel contempo la canzone diffondeva anche l'uso del raddoppio "Ciao ciao".
Per la verità la troviamo anche in un'altra precedente e storica canzone "Bella Ciao".
Di essa si sono serviti la pubblicità, i motorini (Piaggio), la mascotte dei mondiali del '90, la crema (Ciaocrem) etc...
Nello stesso anno della nascita del "Ciao" motorino poi ecco un'altra canzone in cui questa parola trionfa.. "Ciao amore, ciao" di Luigi Tenco.
Oggi i moderni modi di parlare ci mostrano delle variazioni in tema come "ciaissimo", "cià-cià-cià", "ciaone" e "ciao neh".
Ma dato che le lingue si evolvono... la sua storia certamente continuerà.
Chi volesse approfondire il tema può leggere il libro "Ciao" del docente di linguistica Nicola de Blasi.
Non posso concludere questa breve storia del termine Ciao se non con un bel...
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