Pieter van Laer
L'iniziatore della corrente è unanimemente ritenuto il Bamboccio.
Conosciamolo e potremo farci una prima idea della corrente.
Pieter van Laer - Haarlem 1599 / 1675
IL BAMBOCCIO
Pieter van Laer, detto il Bamboccio, era un pittore olandese in auge a Roma tra il 1625 ed il 1639.
Il soprannome di Bamboccio gli fu dato a Roma, forse per il suo viso tondo e colorito (amava il vino e le osterie) e la piccola statura.
Dopo essersi formato come pittore in Olanda, affinò il suo stile a Roma accanto agli artisti dell'epoca.
Qui frequentò diversi pittori, tra cui altri olandesi, e divenne anche uno dei leader di questi ultimi.
Pieter van Laer
Creò un suo stile, consistente in una versione "morbida" dello stile caravaggesco, che ebbe un buon successo commerciale ed anche dei seguaci.
Riordiamoci che proprio in quell'epoca nasceva e si diffondeva anche a Roma un fiorente mercato dell'arte.
Tornò poi in Olanda, ad Haarlem, dove morì nel 1675.
Johannes Lingelbach - Mercato italiano con dentista ciarlatano (1651)
I BAMBOCCIANTI (O SCUOLA DEI BAMBOCCIANTI)
Questa corrente o scuola ebbe vita breve (con qualche eccezione) ed una limitata estensione territoriale ma una forte presenza nel '600 a Roma.
Nacque, in contrapposizione (o in alternativa) all'arte accademica del tempo, sulle orme del Bamboccio che si era specializzato in piccoli dipinti, quasi dei bozzetti, in cui ritraeva normali scene di vita romana, spesso di gente semplice ed umile.
Pieter van Laer dunque, pur partendo dall'idea del Caravaggio di ritrarre la realtà umana, creò un suo stile che, pur essendo alquanto bozzettistico, ebbe grande successo presso la nobiltà, il clero romano ed i mercanti d'arte.
Le sue opere, quasi sempre di piccole dimensioni, erano chiamate "bambocciate" ed i suoi seguaci "bamboccianti".
Pieter van Laer
Nei dipinti della corrente non ci fu mai alcun intento di critica o di protesta sociale mentre non mancava invece una più o meno celata presa in giro dei costumi popolari.
I dipinti della "Scuola dei Bamboccianti", in auge nell'arte del '600 romano, si caratterizzavano dunque per le scene di vita popolare e per la loro ridotta dimensione.
Tuttavia, nonostante i successi romani, la corrente non si estese ad altre regioni né furono creati capolavori degni di nota di cui sia rimasta traccia nel tempo.
I seguaci più noti furono: Andries Both, Karel Dujardin, Johannes Lingelbach, Jan Miel, Jan Asselyn, Keil Eberhard, Michiel Sweerts e tra gli italiani Viviano Codazzi, Michelangelo Cerquozzi e Filippo Gannetto.
Michelangelo Cerquozzi
LA CRITICA DELL'EPOCA E... SALVATOR ROSA
Giuseppe Passeri, un critico d'arte dell'epoca, diede, forse inconsapevolmente, la migliore definizione di questo genere di pittura meravigliandosi che non venivano mai ritratti nobili e clero ma gente del popolo.
Eccola: "perché costui (Pieter Van Laer) era singolare nel rappresentare la verità schietta e pura nell'esser suo, ché i suoi quadri parevano una finestra aperta (sulla realtà)."
Pieter van Laer
Di ben altro avviso però fu il pittore napoletano Salvator Rosa che, da artista davvero controcorrente e semianarchico, pur essendo stato per breve tempo tra i bamboccianti li definì così: "... falsari e guitti facchini, monelli, tagliaborse, stuol d'imbriachi e gente ghiotta, tignosi, tabaccari e barbierie...".
Non solo, il Rosa se la prese pure con i mercanti d'arte, nobiltà e clero che amavano le bambocciate e li attaccò con una poesia simpatica e satirica che evidenziava come essi amavano spendere molti denari per questi dipinti che ritraevano la povera gente ma poi non spendevano nemmeno un soldo per aiutarla in concreto.
Johannes Lingelbach
Leggiamola.
E questi quadri son tanto apprezzati
che si vedono de' grandi entro gli studi
di superbi ornamenti incorniciati:
così i vivi mendichi, afflitti e nudi
non trovan da coloro un solo denaro
che ne' dipinti poi spendon gli scudi;
così ancor io da quelli stracci imparo
che de' moderni principi l'instinto
prodigo è ai lussi, a la pietade avaro
quel che aborriscon vivo aman dipinto
perch'ormai de le corti è vecchia usanza
d'avere in prezzo solamente il finto.
Michelangelo Cerquozzi - Scena della Commedia dell'arte