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POETI... GRANDI...: EUGENIO MONTALE
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Orso Tony  (Mensaje original) Enviado: 12/09/2022 02:29



E' stato tra i massimi poeti dello scorso secolo

e Premio Nobel per la letteratura nel 1975.



(Genova 12.10.1896 – Milano 12 .9.1981)



EUGENIO MONTALE
IL SUO MONDO POETICO ED ALCUNE SUBLIMI POESIE






UN BREVE ACCENNO ALLA SUA POETICA


Consapevole che la conoscenza umana non può raggiungere l'assoluto,

nemmeno tramite l'amata poesia, Montale però a quest'ultima affida un compito

d'analisi della condizione umana in generale.



Egli riconosce solo l'esistenza del dovere e dell'amore

come elementi positivi da perseguire e da vivere

ma questo nell'ambito di una visione completamente

disillusa ed amara del senso della vita.






Aleggia, nei suoi versi intrisi di disillusione però,

l'immagine di una donna (reale… irreale?)

che a lui appare come un ponte tra la dura realtà e la metafisica.



Pur senza essere filosofica, dunque, la sua poesia

appare un raffinato strumento

di conoscenza ed approfondimento della condizione umana.






Ricordiamolo ed omaggiamolo dunque

con alcune sue poesie scelte tra le più note.



Foto di Ugo Mulas… per Ossi di seppia



ALCUNE POESIE



Bansky



FELICITA' RAGGIUNTA


Felicità raggiunta, si cammina

per te sul fil di lama.

Agli occhi sei barlume che vacilla

al piede, teso ghiaccio che s'incrina;

e dunque non ti tocchi chi più t'ama.


Se giungi sulle anime invase

di tristezza e le schiari, il tuo mattino

è dolce e turbatore come i nidi delle cimase.

Ma nulla paga il pianto di un bambino

a cui fugge il pallone tra le case.






SPESSO IL MALE DI VIVERE HO INCONTRATO


Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l'incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi; fuori del prodigio

che schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.



Federico Zandomeneghi – Malinconia



LA BELLE DAME SANS MERCI


Certo i gabbiani cantonali hanno atteso invano

le briciole di pale che io gettavo

sul tuo balcone perché tu sentissi

anche chiusa nel sonno le loro strida.



Oggi manchiamo all'appuntamento tutti e due

e il nostro breakfast gela tra cataste

per me di libri inutili e per te di reliquie

che non so: calendari, astucci, fiale e creme.



Stupefacente il tuo volto s'ostina ancora, stagliato

sui fondali di calce del mattino;

ma una vita senz'ali non lo raggiunge e il suo fuoco

soffocato è il bagliore dell'accendino.



Renoir



RIPENSO IL TUO SORRISO…


Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida

scorta per avventura tra le pietraie d’un greto,

esiguo specchio in cui guardi un’ellera e i suoi corimbi;

e su tutto l’abbraccio di un bianco cielo quieto.

Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,

se dal tuo volto si esprime libera un’anima ingenua,

vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua

e recano il loro soffrire con sé come un talismano.

Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie

sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,

e che il tuo aspetto s’insinua nella memoria grigia

schietto come la cima di una giovane palma.






HO SCESO, DANDOTI  IL BRACCIO


Ho sceso, dandoti il braccio,

almeno un milione di scale

E ora che non ci sei

è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve

il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora,

né più mi occorrono

Le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale

dandoti il braccio

Non già perché con quattr'occhi

forse si vede di più.

Con te le ho scese

perché sapevo che di noi due

Le sole vere pupille,

sebbene tanto offuscate,

erano le tue.






E qui giù infine, in formato video 

e letta dallo stesso Montale la notissima...


MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO



fre bia pouce



CIAO DA TONY KOSPAN



   ARANCIO divfar
Frecce2039








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