Ci siamo abituati a siti che dettano la legge del gossip, alla Cina che litiga nei blog e dove i blogger sono arrestati, all’Iran dove qualcuno di loro è morto in carcere.
E ai blog che si trasformano in giornali – qualcuno chiama ancora così l’ "Huffington Post", una corazzata da 50 collaboratori e passa.
Il blog da genere "antimedia" si è mutato in "mainstream", ovvero abitudine di massa: ci sono milioni e milioni di persone che ogni giorno "bloggano" senza forse nemmeno sapere di farlo.
Il blog è in verità anche polverizzato in facebook , nei "twitter" di 140 caratteri o nel "TumblR", più lungo, ma sempre fulmineo nel testo o nelle sentenze.
Tutte cose che si possono fare anche senza un computer: non c’ è telefono "smart" che non abbia il suo programmino per pubblicare un "post" o per leggere il flusso dei "twitter".
Le idee si sminuzzano in uno spazio lungo quanto uno sms e stabiliscono la nuova unità di misura della comunicazione.
Se n’è accorto il New York Times che ha nominato un "Social Media Editor".
Si occuperà di "disseminare" le notizie del giornale, liofilizzate in micro messaggi, attraverso twitter, Facebook, MySpace e ovviamente attraverso i blog.
E come si fa a viaggiare nel mare del social web?
Il link è il collegamento che ogni blog (o twitter o microblog qualsiasi) stabilisce con la fonte della sua notizia o della sua indignazione.
Io cito te, tu citi me, e avanti così per migliaia di collegamenti.
Parole che comunicano con parole.
Parole che hanno i loro luoghi di aggregazione, tempeste di passaparola che possono far dimettere un ministro o fare a pezzi un titolo in borsa.
Al New York Times hanno da tempo capito che la metà del loro traffico web – quindi circa 10 milioni di persone al mese – arrivano ai contenuti del giornale non da titoli o spassionata lettura, ma dai sentito dire di questa piazza virtuale.
Quel passaparola è linfa vitale e non solo per quel giornale.
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C’erano una volta i blog del sottosuolo e dell’ antimedia.
Era ventiquattro anni fa.
Forse ventisei.
- VITTORIO ZAMBARDINO - (con piccole modifiche dato che l'articolo è di alcuni anni fa)
Dal quotidiano LA REPUBBLICA – impaginazione e libero adattamento di Tony Kospan
LA MIA ESPERIENZA ED UN PARERE
Oggi i blog classici stanno cambiando la loro funzione ed in parte hanno anche perso la loro centralità nel mondo del web per l'esplosione dei social network... Facebook, Twitter, Instagram etc.
Dunque sta avvenendo una loro trasformazione da diario personale da mostrare ai visitatori a vero e proprio piccolo sito con proposte di informazioni, pareri, analisi, poesie, immagini, video etc... da condividere e scambiare con i lettori - frequentatori - visitatori casuali - amici.
Inoltre appare sempre più spesso esserci un'interazione tra social network e blog per le possibilità molto più ampie di immagini colori sfondi e musiche che presentano questi ultimi accanto alla strepitosa facilità di contatti dei primi.
Infine l'esplosione tecnologica, che consente a tutti di frequentare il web con una miriade di aggeggi elettronici (cellulari, tablet, smartphone etc ), ha consentito una parallela esplosione delle offerte e richieste di informazioni, conoscenze, contatti etc..
Purtroppo c'è da constatare infine che questo immenso flusso di informazioni tocca molto poco i temi culturali rimanendo per la massima parte ancorato su temi sportivi... erotici... comici... politici (ma tutti spesso interpretati come arene di insulti o come palestre di super fake news).
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Questo il mio parere, oggi, ma devo dire che l'evoluzione tecnologica non solo non rallenta, nonostante le crisi mondiali, ma procede in modo velocissimo e certamente assisteremo presto a nuovi ulteriori cambiamenti, a nuove imprevedibili velocizzazioni ed ampliamenti delle telecomunicazioni.
Personalmente sono giunto in ritardo al blog, prima ero nelle comunità virtuali (antesignane degli attuali social network), e l'impostazione iniziale nell'accostarmi a questo mondo era quella di scrivere, o selezionare, messaggi... pensieri... poesie... riflessioni... sogni, interessi etc... (ma non tanto personali) inserendoli in una bottiglia (post) lanciata nell'immenso mare di internet.
Successivamente ho creato una inter-relazione tra Blog e Facebook e poi, ma in modo assolutamente molto personale, anche con il mondo di Twitter.
Devo infine dire che oltre alle numerosissime frequentazioni quotidiane questo mio blog appare anche punto di riferimento e di dialogo per molti e la cosa mi rende felice per cui sento anche il dovere di ringraziare in primis i tantissimi visitatori e poi soprattutto coloro che, commentando i vari post o scrivendo al blog, entrano in contatto con me con le loro idee, i loro pareri, i loro consigli, i loro suggerimenti etc. e perché no, anche con le loro critiche (per fortuna rare).
Concludo pertanto augurando "lunga vita ai blog" in generale ed a questo mio, in particolare.
Tony Kospan
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