La recente pandemia ci ha fatto, tra l'altro, riscoprire alcuni metodi
che i nostri antenati hanno usato per difendersi da quelle (tremende) dei secoli scorsi.
Ora vi parlerò delle "buchette del vino" di Firenze.
Penso che non ne avete mai sentito parlare se non siete fiorentini.
No... no... non preoccupatevi non è colpa vostra.
Oltre ai veri fiorentini pochi altri al mondo
conoscono questa originale antica usanza.
Cosa sono?
Sono piccole aperture di alcune decine di centimetri nelle mura
di alcuni palazzi simili a finestrelle ma con la forma di portoncini.
Sono situate a piano terra e collocate verso la strada.
In verità non sono più, o meglio non erano più, aperte
dato che nel tempo erano state tutte murate
avendo perso la loro originaria funzione.
LA STORIA DELLE BUCHETTE
La loro origine risale alla fine del Medioevo, intorno al XV secolo.
E' il momento della massima espansione dell'economia
ma anche dell'arte, della cultura e della politica fiorentina.
In particolare i grandi possidenti, mercanti, banchieri e nobili
iniziano ad investire nelle campagne
ed a produrre grandi quantità di prodotti, soprattutto vino,
acquisendo anche una moderna cultura enologica.
I risultati furono ottimi ma poi i produttori decisero,
per non condividere i guadagni
con locande e commercianti, di venderlo direttamente ai clienti.
All'inizio ciò avvenne per strada, poi la vendita si svolse nei loro palazzi
(ovviamente ad opera dei servitori) in duplice modo.
Dalla porta principale per grosse quantità
o dalle buchette per piccole o piccolissime quantità (bicchieri e bottiglie).
Possiamo considerare ciò un antesignano del "drive.in-fast food".
Perché la buchetta?
Per favorire l'anonimato dei clienti
che anche a tarda ora potevano bussare e chiedere il calice di vino.
L'avventore bussava alla porticina, la buchetta veniva aperta
ed il compratore poggiava sul mini davanzale le monete
insieme ad un bicchiere o a una bottiglia.
A sua volta il servitore incassava il danaro e restituiva,
riempiti di vino, il bicchiere o la bottiglia.
LE BUCHETTE IN PANDEMIA
Ma l'uso delle buchette si affermò ancor di più poi durante le varie pandemie,
soprattutto in quella del '600 con queste diverse modalità precauzionali.
Il servitore prendeva le monete con una paletta,
poi le versava in un contenitore pieno di aceto,
le controllava e poi consegnava quanto richiesto.
LE BUCHETTE OGGI
Con l'arrivo dei tempi moderni questa tradizione è scomparsa.
Ma a seguito dell'arrivo del Covid 19 molte sono state riaperte
per continuare la vendita in sicurezza
ma stavolta non più solo di vino ma anche di cocktail, gelati, pane etc.
C'è anche un'Associazione Culturale, sorta qualche anno fa,
che si occupa di conservarle, salvaguardarle e farle conoscere.
La buchetta più originale, o più bella,
è forse quella del Palazzo Antinori a Borgo Pinti.
Ogni tanto vengono poi scoperte nuove buchette.
Beh, se per caso andiamo a Firenze,
cercheremo di trovarle, e perché no, utilizzarle, anche noi.