Ricostruzione del vestiario di un soldato romano
La cravatta nasce inizialmente come pezzo di stoffa che i legionari romani portavano, per motivi igienici o climatici, legato intorno al collo, con il nome di "focale".
Secoli dopo i francesi adottarono questo " fazzoletto", mutuando a loro volta l'idea, da quello indossato dai mercenari croati durante la guerra dei Trent'anni.
Nel 1661 Luigi XIV istituisce la carica di "cravattaio" del re, gentiluomo cui era assegnato il compito i aiutare il sovrano ad abbellire ed annodare la cravatta.
La cravatta di Luigi XIV
Nove anni dopo nel '61 la duchessa di Lavallière, favorita del re, è la prima donna ad indossare una cravatta.
Nel XIX secolo sarà dato il suo nome alla più aggraziata delle cravatte maschili.
Nel1925, il cravattaio americano Jesse Langdorsf brevettò una cravatta lunga, meno sgualcita e più stabile:
era nata la cravatta attuale, confezionata con tre segmenti di tessuto e tagliata di sbieco.
Oscar Wilde
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Parlando di cravatte non si può non menzionare il nodo.
Oscar Wilde nel suo "L'Importanza di Chiamarsi Ernesto" diceva: "Una cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita".
Il gesto quotidiano dell'annodarsi la cravatta assume un significato simbolico e quasi magico che si perde nella notte dei tempi.
Nell'iconografia simbolica maschile il nodo rappresenta l'unione, il matrimonio, la fertilità e quindi la vita.
Come Léonor dice ad Ariste ne "La scuola delle mogli " di Molière, "Un sacro nodo da domani ci unirà".