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LE ALTRE OPERE DELLA CAPPELLA
IL DISINGANNO
a cura di Tony Kospan
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Avviciniamoci a quest'altra meravigliosa opera…
dopo aver visto e descritto il Cristo velato e la Pudicizia.
Per il fascino che emana e le emozioni che dona,
fa parte, insieme alle altre 2 suindicate,
della triade delle opere più belle della Cappella
che di recente è stata eletta
al primo posto della classifica dei musei italiani
preferiti dai viaggiatori di tutto il mondo.
Alcune delle incredibili opere della Cappella
Il disinganno
è considerato il capolavoro di Francesco Queirolo
artista genovese, allievo del Corradini, che fu
anche l'autore del bozzetto preparatorio.
Anche stavolta ne approfondiremo i 4 aspetti
familiari, artistici, religiosi ed esoterici
seguendo le diverse opinioni dei tanti studiosi
che si sono impegnati nel cercar
di comprendere il vero significato dell'opera.
DESCRIZIONE ED ASPETTO FAMILIARE
L'opera ha quale scopo dichiarato ridar lustro al padre del Principe
per mondarlo dalla sua pessima fama.
Mostra un uomo (il padre di Raimondo) nell'atto di liberarsi
da una pesante rete da cui è avvolto.
In questo è aiutato da un genietto (o putto) alato
con in testa una coroncina, con fiamma sulla fronte,
e che tiene un piede su di un globo
al quale è poi appoggiato un libro.
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Il bassorilievo su cui è posata la scultura rappresenta
la parabola di Gesù che ridà la vista ad un cieco
con la scritta “Qui non vident videant” .
(Coloro che non vedono… vedano)
Il Principe con questa opera vuol esaltare la grande forza morale
del padre che era sì stato un grandissimo peccatore,
“Asservito alle giovanili brame” così è scritto sulla lapide,
ma che poi alla fine era riuscito a comprender gli errori commessi
ed a pentirsi rinunciando alle ricchezze ed al titolo nobiliare
(proprio a favore di Raimondo) ritirandosi in convento
e così liberandosi dalle tenebre del male.
(V. la sua biografia nella I parte)
VISIONE ARTISTICA
La scultura mostra una evidente forza intrinseca
che si apre in un movimento potente che coinvolge chi l'osserva.
Ma la cosa che maggiormente colpisce e colpì fin dal '700
lasciando a bocca aperta tutti coloro che l'osservano
è l'incredibile rete che morbidamente avvolge l'uomo.
Questo della rete è indubitabilmente
un caso senza precedenti nella storia della scultura
e frutto di una lavorazione davvero geniale.
Essa infatti è il risultato di un grande virtuosismo tecnico,
quello di trasformare il marmo in una plastica rete,
così meticoloso da esser paragonato alla precisione degli orafi.
Si racconta anche che gli artigiani che collaboravano con l'artista
non se la sentirono di aiutar il Queirolo, per paura di romperla,
per cui lo scultore dovette far tutto da solo.
INTERPRETAZIONE RELIGIOSA
L'opera simboleggia il grande sforzo necessario
per la liberazione dal peccato e dall'illusione di dominio
per giungere infine a ritrovare la vera fede.
Anche il passo biblico scritto sul libro e la parabola
scolpita sul basamento (Gesù che dona la vista al cieco)
confermano questa tesi.
Inoltre l'opera può aver un'ulteriore lettura
religiosa in quanto può anche rappresentare
il pentimento dello stesso Principe per le sue attività esoteriche.
Pentimento che egli stesso dichiarò con suppliche
alle autorità religiose (che lo consideravano eretico e massonico)
con le quali affermava con forza la sincerità del suo pentimento.