«Là giù trovammo una gente dipinta
che giva intorno assai con lenti passi,
piangendo e nel sembiante stanca e vinta.»
(Inferno - Canto 23° - Versi 58-60)
Lungi da me una rilettura, tra l'altro solo ipoteticamente semplice, di questo canto.
In questo post intendo solo esaminare brevemente quale era la visione dantesca degli ipocriti, quale era ritenuta (erroneamente) l'etimologia della parola nella cultura medievale e poi qual è, a mio parere, il dipinto che meglio riesce a dar corpo alle parole del Sommo ed infine un accenno all'autore.
Virgilio e Dante
Appare evidente che gli ipocriti sono visti malissimo da Dante al pari dei peggiori criminali pur non essendosi personalmente sporcate le mani.
Ma esaminiamo un attimo la scena.
LA SCENA
Dante e Virgilio incontrano dei dannati vestiti con pesantissime cappe di piombo rivestite d'oro.
Essi camminano lentamente ma sono anche costretti a calpestare un dannato, ipocrita come loro, che sta a terra crocifisso.
A turno ognuno di loro riceverà poi lo stresso trattamento.
E' Caifas, che, fingendosi custode dell'interesse pubblico aveva deciso la condanna di Cristo, perché secondo lui conveniva che un solo uomo morisse per la salvezza di tutto il popolo.
Dante quindi sembra condividere ampiamente la diffusa accusa medievale che voleva l'ipocrisia appannaggio soprattutto dei religiosi ("O frati, i vostri mali..." frase interrotta dall'anima crocifissa a terra).
L'atmosfera appare quasi conventuale pur nella sua drammaticità e la perfetta descrizione della scena la rendono quasi "cinematografica" o "teatrale".
IL CONTRAPPASSO
E' evidente il contrappasso che stavolta è un'analogia.
Le cappe dorate sono l'apparente ed esteriore bella figura degli ipocriti che però contrasta con il loro vero pensiero interiore (il piombo nelle cappe).
L'ETIMOLOGIA DI IPOCRITA
Questa descrizione degli ipocriti (vestiti con cappe di piombo esternamente dorate) nasce dall'errata etimologia della parola "Ipocrita" che però era diffusa nel Medio Evo.
E cioè che la parola fosse formata dai termini greci "Hipò" (sotto) e "Chrisos" (oro), mentre in realtà dovrebbe derivare da "Hipocrites" (attore).
IL DIPINTO DI GIOVANNI STRADANO
E' questa illustrazione del 1587 del pittore fiammingo che ritengo la più adatta a ben descrivere l'incontro con gli Ipocriti per le intense pennellate e la perfetta descrizione sia della scena che della cupa ed assorta atmosfera infernale.
Giovanni Stradano
CHI ERA IL PITTORE
Il suo vero nome era Jan Van der Straet (Bruges, 1523 – Firenze, 2 novembre 1605).
E' stato un pittore fiammingo, attivo in diverse parti d'Italia ma soprattutto a Firenze dove collaborò anche col Vasari che lo simava molto.
Nella sua epoca fu molto apprezzato ed abbastanza noto.
Un'altra nota opera di Giovanni Stradano
Assedio di Firenze del 1555
Ciao da Tony Kospan