In questo mondo di guerra e violenza anche i fiori piangono
e noi continuiamo a credere che sia rugiada.
Jim Morrison
Raramente, o forse quasi mai, ho parlato di dipinti di autore ignoto.
Stavolta faccio un'eccezione per la sublime bellezza del dipinto e per il contesto storico di guerre non lontane da noi che stiamo vivendo, ma anche per i misteri che lo circondano.
Per l'impressionante fascino che emana fa rabbia pensare di non riuscire a conoscerne l'autore.
Ma nell'aprile del 1865, quando Sir Charles Lock Eastlake lo acquistò a Parigi dalla collezione Pourtalès che ne era la proprietaria, egli non aveva dubbi, era di Velazquez.
Manet - Torero morto
Il dipinto, quasi certamente influenzò Manet per il suo "Torero morto" del 1864, ma quella attribuzione non convinceva molti esperti d'arte.
Esamineremo più giù le complesse ricerche per stabilirne la vera paternità.
DESCRIZIONE DELL'OPERA
Un giovane soldato, moribondo, appare sdraiato per terra in un'arida caverna ma in modo composto.
Il viso è pallido, la mano destra è ancora appoggiata all'elsa della spada mentre la sinistra, ossuta e un po' sovradimensionata, è sul suo petto.
Sta avanzando la sera o sta per arrivare l'alba?
In quell'incerto chiarore la sua armatura luccica e stupiscono le (fin troppo) eleganti scarpe.
La lanterna mossa dal vento si sta spegnendo così come la vita del soldato.
Ha accanto a sé un teschio, delle ossa e nella piccola pozza d'acqua il pittore ha aggiunto delle bollicine per indicare gli ultimi aneliti di vita.
I TENTATIVI DI ATTRIBUZIONE
La National Gallery dopo un iniziale dipinto "di", passò poi a "attribuito a" segno sicuro di forti perplessità.
Nel primo quarto del secolo scorso, le attribuzioni di questa enigmatica opera erano tante e varie,
da Francisco de Zurbarán al pittore boemo Karel škréta o a Eugenio Lucas Villamil.
Fu poi scoperta nel dipinto una lettera A che poi si rilevò ininfluente.
L'esame dei pigmenti del colore rivelò che erano del 600 e che erano vernici usate da pittori napoletani e romani della metà del 600.
Si è pensato a pittori italiani per l'evidente vicinanza del dipinto alle atmosfere ed alle luci ed ombre del Caravaggio.
Di recente si era ipotizzata (forse per quella A) la paternità del pittore napoletano seicentesco Aniello Falcone ma il suo stile appare troppo diverso e si era pure poi accertato che quella A non era sul dipinto ma su strati precedenti.
Di recente ho visto in un sito inglese l'attribuzione a Salvator Rosa altro pittore napoletano del 600.
Dopo un secolo di tentativi la ricerca della paternità si è fermata.
Penso però che le possibili attribuzioni continueranno ed anche che, se non accadrà qualche nuova scoperta che possa avvicinare il dipinto con certezza alle opere di un altro artista, il mistero rimarrà.
BELLEZZA E ATMOSFERA DEL DIPINTO
Tornando al dipinto non possiamo non notare l'eleganza e la giovinezza del soldato, i suoi capelli ricci e ribelli ed il profilo armonioso che contrastano in modo evidente con l'atmosfera che crea l'arrivo della morte.
UN RICORDO DI UNA MIA POESIA GIOVANILE
Esaminando questo dipinto mi è venuta alla mente una mia poesia giovanile, che seppur modesta ed ovviamente non proprio attinente al dipinto, tuttavia fa riferimento alla morte di tutti quei giovani soldati mandati in guerra a combattere e morire ed alle loro vite spezzate.
ADDIO SOLDATO
Tony Kospan
Bianco soldato
non ricordi ormai
mentre la polvere ti copre
e la morte
ti ruba alla vita
la donna ch'attende
e che invano prega per te.
Per te.
a cui d'intorno
rossa di sangue è la terra
la terra dove nascesti
Ricordi?
E tu cadevi mentre il sole
i tuoi colli baciava.
Bianco soldato
or più non sentirai
il profumo dei fiori che ridono
alla campagna
e parlano d'amore.
Giammai papà
un frugoletto chiamarti potrà
sol vivi ancor
nel cuor
di chi ti diede i primi baci
ma quelle labbra ormai
non senti più.
Bianco soldato
non per la pelle
ma per la polver che ti copre
dov'è l'amico primo
ed il primo nemico?
Dov'è chi al mondo ti mise
tante cose belle sperando per te?
Sempre più bianco
è il tuo volto
e l'arma ancor tendi
all'aria densa di morte
come un omaggio
un ultimo omaggio
alla vita ch'ormai è fuggita.
Romba ancora il cannone.
Addio soldato.
Tony Kospan
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