Eugène Delacroix – Il cesto di fiori
DELACROIX BEETHOVEN E FOSCOLO
ARTE, MUSICA CLASSICA E POESIA
MA COSA LI UNISCE?
Stavolta dunque il libero legame
tra diverse forme d’arte è triplice
ARTE MUSICA E POESIA
Foscolo
NOTTURNO
Ugo Foscolo
Quando la terra è d’ombre ricoverta,
E soffia ’1 vento, e in su le arene estreme
L’onda va e vien che mormorando geme,
E appar la luna tra le nubi incerta;
Torno dove la spiaggia è più deserta
Solingo a ragionar con la mia speme,
E del mio cor che sanguinando geme
Ad or ad or palpo la piaga aperta.
Lasso! me stesso in me più non discerno,
E languono i miei dì come viola
Nascente ch’abbia tempestata il verno;
Chè va lungi da me colei che sola
Far potea sul mio labbro il riso eterno:
Luce degli occhi miei, chi mi t’invola?
Eugène Delacroix – La liberté guidant le peuple
Dopo la poesia del Foscolo ed alcuni dipinti "romantici"
ascoltiamo un mitico brano di musica classica
"Per Elisa" del mitico Beethoven
Beethoven - Per Elisa
Ma ecco cos’hanno in comune
IL ROMANTICISMO
Ecco, in sintesi, alcune definizioni ed i principali aspetti di questa mitica corrente:
Pur essendo una corrente molto eterogenea i tratti comuni nei movimenti romantici sono stati comunque molti e sono:
l’ideale della libertà creativa e della spontaneità; la concezione di una letteratura e di una poesia come espressione del sentimento; una polemica vivace contro i generi, le regole; una esaltazione della fantasia; uno spiccato interesse per il mito e i simboli; l’esplorazione del sogno e di altre manifestazioni dell’inconscio; la tendenza ad abolire le distinzioni tra poesia e prosa.
Eugène Delacroix – La liberté guidant le peuple
Il vocabolo “Romanticismo” deriva dal francese “roman” e designava un racconto di avventure, in prosa o in versi.
Nella seconda metà del ’700, in Inghilterra, l’aggettivo “romantic” ebbe una connotazione negativa e fu adoperato per indicare cose fantastiche ed irreali evocanti motivi ed ambienti medievali.
Rousseau però usò l’aggettivo “romantique” senza intendimenti negativi, per indicare uno stato d’abbandono sognante dell’anima.
Anche in Germania il termine “romantisch”, indicante il romanzesco ed il patetico della letteratura medioevale, perse, gradatamente, l’accezione negativa, senza però acquisire un preciso significato semantico.
Solo nel 1798 Schlegel, nella rivista Athenaeum, definì lo “stato d’animo romantico” e la poesia che ne era emanazione: essa doveva combinare poesia e prosa, critica e genialità, arte e spontaneità, doveva essere sociale, viva, pregna delle istanze contemporanee e l’arbitrio del poeta non doveva subire costrizioni.
(dal web con mini modifiche)
Beethoven
Tony Kospan