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Attualità: No-Tav e Si-Tav
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: Enzo Claudio  (Mensaje original) Enviado: 30/11/2009 12:31

No-Tav e Si-Tav: la Valsusa diventa un "caso" nazionale

Da qualunque parte la si guardi, la questione alta velocità Torino-Lione appare come un nodo intricato, difficile da sciogliere. Da una parte c’è un territorio, la valle di Susa, e c’è una popolazione di circa 80 mila persone che proprio non vuole la nuova linea ferroviaria con il megatunnel di 53 km. sotto il Moncenisio. I motivi sono noti, anche se per troppo tempo sottovalutati: attraversamento di una valle già pesantemente interessata da infrastrutture (la più recente è l’autostrada del Frejus ma ci sono anche due statali, la linea ferroviaria "storica" e un elettrodotto); inquinamento acustico in zone che verrebbero interessate dal passaggio di oltre 400 treni al giorno; scavo di gallerie in montagne contenenti notevoli quantità di amianto.

Dall’altra parte c’è il "resto del mondo": l’Unione europea, i governi di Italia e Francia, la Regione Piemonte, la Provincia e il Comune di Torino. Che invece insistono nel dire che «la Torino-Lione è strategica, è un’opera essenziale per lo sviluppo del Paese».

Un braccio di ferro che, in teoria, non dovrebbe avere storia. La Valle di Susa vista sulla cartina geografica del cosiddetto "corridoio 5", che nelle ambizioni dei proponenti dovrebbe collegare attraverso un concatenarsi di linee ferroviarie, Barcellona a Kiev, è solo un piccolo, in apparenza insignificante, segmento. Ma questa piccola ruga sulla geografia dell’Europa e dell’Italia, in questi giorni, si è fatta sentire. Ponendosi come autentica pietra di inciampo sul cammino dell’alta velocità-capacità.

La cronaca dei fatti è nota. Lunedì 31 ottobre, giorno annunciato per l’avvio dei sondaggi preliminari alla costruzione dell’opera, sui monti di Mompantero (piccolo centro ai piedi del Rocciamelone) centinaia di manifestanti, con in testa sindaci e presidenti delle Comunità montane, si sono opposti all’avvio dei lavori, in un drammatico muro contro muro con le forze dell’ordine, oltre mille tra poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Un faccia a faccia durato tutto il giorno, che impediva ai tecnici di Ltf (Lyon-Turin-Ferroviaire, società costituita tra le ferrovie italiane e francesi per progettare la tratta internazionale dell’opera), di raggiungere i siti dei sondaggi. Problema "risolto" nella notte con un blitz delle forze dell’ordine che avrebbe consentito di delimitare le aree interessate. Un atto che ha scatenato le proteste, il giorno successivo (1° novembre), con ripetuti blocchi ferroviari e stradali lungo la valle, da Bruzolo, a Borgone, a Condove, a Sant’Ambrogio, ad Avigliana. Momenti di tensione si sono ripetuti nei giorni successivi.

Fino al ritrovamento, nel pomeriggio di sabato 5 novembre, di un pacco bomba sulla statale 25, tra Susa e Giaglione: all'interno un candelotto con 200 grammi di esplosivo da cava, una videocassetta e una miccia. Immediata la presa di distanze da parte degli enti locali valsusini: «E' un fatto molto grave», - ha commentato Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Bassa valle di Susa, che capeggia il movimento contro la linea ad alta velocità, «come amministratori pubblici abbiamo già chiesto un incontro alla Procura di Torino per esaminare la situazione. Le vittime di questi gesti sono le popolazioni valsusine. Bisognerà dare risposte forti per prendere le distanze'». Risposte che non sono tardate ad arrivare. Nella stessa sera di sabato, 15 mila persone si davano l’appuntamento a Susa per manifestare «contro il terrorismo e contro l’alta velocità». Una fiaccolata cui prendevano parte sindaci ma anche tante persone comuni: anziani, giovani, famiglie.

Nella serata di domenica 6 e nella mattinata di lunedì 7 l’altra novità, questa volta attesa: 70 persone denunciate dalla Digos e 30 dai carabinieri. Si tratta di sindaci della Val di Susa, rappresentanti delle istituzioni locali e persone che a vario titolo sarebbero coinvolte negli incidenti a Mompantero durante le manifestazioni contro l’alta velocità. Varie le ipotesi di reato formulate: inosservanza dei provvedimenti dell’autorità di pubblica sicurezza, manifestazione non preavvertita, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, blocco stradale. Fra i denunciati ci sarebbero il presidente del Consiglio provinciale di Torino, Sergio Vallero; Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana bassa Valle di Susa, Mauro Carena, presidente della Comunità Alta Valle di Susa, e i sindaci di Condove, Barbara Debernardi, e di Chianocco, Mario Russo, oltre a numerosi assessori comunali e due vigili urbani.

Ma le denunce non frenano la protesta valsusina. Che proseguirà mercoledì 16 novembre, con uno sciopero generale della valle di Susa. Un appuntamento voluto dai delegati sindacali delle fabbriche valsusine, dai sindaci e dai comitati anti-Tav. «Non dobbiamo sprecare questo momento nel quale, finalmente, dopo tanti anni, l’attenzione dei mass media si è concentrata sulla Valle di Susa», commentano gli organizzatori. In attesa del 16, vengono annunciate assemblee nei luoghi di lavoro, sit in davanti alla sede Rai di Torino, presenze di fronte alle sedi istituzionali di Regione, Provincia, Comune di Torino ma anche davanti alla Curia di Torino e a quella di Susa con distribuzione di volantini. Mentre nei paesi si succedono affollate assemblee pubbliche.

Il dilemma su come uscire dal braccio di ferro valsusino rimane. Sembra difficile riavviare il dialogo tra posizioni radicalmente contrapposte: il "no tav" della valle e il "sì tav" di tutti gli altri. E la valle di Susa, oggi più che mai, è una questione nazionale.

Bruno Andolfatto



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De: clicy21 Enviado: 30/11/2009 14:06
Braccio di ferro NOTAV anche a Firenze dove sabato 28 c'e' stata una manifestazione "NOTAV in sottoattraversamento...l'alternativa c'e'" cui hanno partecipato anche i comitati VALDISUSA ed i comitati di Bologna! L'immensa mole di soldi che gravita attorno a questo allucinante progetto, fa si che vengano calpestati buon senso e sicurezza sia dei cittadini che del territorio! Non ci arrendiamo ! ieri 29 novembre era in VALDISUSA l'associazione fiorentina IDRA per discutere ed illustrare i danni provocati dalla TAV in Mugello! Andremo poi a fare la "festa" a Bologna per il varo dell'Alta Velocita' Roma- Milano ! Auguri anche a voi....noi non ci arrendiamo  Ely NOTAV Firenze

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De: Enzo Claudio Enviado: 30/11/2009 15:40

No Tav, resa dei conti nel Pd

Venerdì arriva Bersani: l'apertura all'Udc potrebbe accelerare il divorzio della sinistra

maurizio tropeano

torino

«Le coalizioni non nascono attraverso reciproci ultimatum». La riflessione di Giorgio Merlo, parlamentare del Pd di rito ex democristiano, sintetizza al meglio il pensiero del partito: sostenere Mercedes Bresso e allargare la coalizione all’Udc attraverso un programma che metta tra le priorità la Tav tagliando fuori la sinistra radicale. A benedire questa linea arriverà venerdì prossimo il segretario nazionale Pier Luigi Bersani, che incontrerà gli amministratori ribelli della Valsusa. In questo modo si potrebbe realizzare nei fatti quella discontinuità richiesta dai centristi e ribadita da Michele Vietti.

Basterà? Difficile dirlo. Vietti, comunque, ha passato la palla al Pd e il partito ai suoi massimi livelli si muove. Lo fa annunciando l’intervento di Bersani alla vigilia degli stati generali dell’Udc, che saranno chiusi oggi da Pier Ferdinando Casini. Il leader democratico si muoverà all’interno dei due capisaldi indicati dal segretario regionale Gianfranco Morgando, e dell’ordine del giorno approvato dall’Assemblea regionale del partito. Il primo parla proprio delle alleanze e spiega che il Pd vuole costruire una coalizione che «ponga la realizzazione della Torino-Lione tra le priorità programmatiche senza alcuna ambiguità».

Il secondo caposaldo chiama in causa proprio i ribelli valsusini, e il segretario arriva a Torino per cercare di «far rientrare le posizioni di aperto e manifesto dissenso». Venerdì sembra l’ultima occasione per trovare un’intesa con il presidente della Comunità Montana Valsusa/Valsangone, Sandro Plano, e con gli amministratori del Pd che hanno stretto un’alleanza con le liste civiche vicine al movimento No Tav. E’ stato Esposito a tessere la tela che ha permesso di portare Bersani a Torino e il parlamentare è uno dei più accesi sostenitori della necessità che il Pd cacci dal partito i ribelli.

La priorità del Pd, comunque, è convincere l’Udc ad appoggiare Bresso e il centrosinistra. Certo molto dipenderà anche da che cosa succederà in Puglia. Secondo Esposito l’«appuntamento con Bersani sarà uno dei passaggi finali per definire le alleanze in Piemonte ma Vietti deve sapere che un’eventuale uscita del Prc è una questione di carattere programmatico e non ideologico e deve essere altrettanto chiaro che anche l’ingresso dell’Udc è legato al programma e non a una scelta ideologica».

Oggi, intanto, agli stati generali dell’Udc il coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo, porterà i saluti del centrodestra. Probabilmente arriverà anche Morgando mentre è data per certa la presenza dell’onorevole Marco Calgaro a nome dell’Alleanza per l’Italia fondata da Francesco Rutelli. Che cosa dirà Casini? Difficile che l’appuntamento, vista la complicata situazione politica nazionale, porterà a una scelta definitiva. Ghigo, invece, potrebbe spiegare che l’intervento di Bersani è «l’estremo tentativo di dare un “contrordine compagni” agli esponenti del Pd della Valle di Susa ed una ulteriore dimostrazione delle manovre elettorali del Pd e della sinistra».

Il partito democratico, però, è intenzionato a imporre - anche alla Bresso - il «sì» alla Tav come priorità del programma di coalizione di centrosinistra. Un’imposizione che porta il consigliere regionale di Sinistra e Libertà, Luca Robotti, a chiedere la convocazione di tutti i partiti del centrosinistra «per stabilire forme e modi con cui incontrare il partito di Casini».


Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: clicy21 Enviado: 30/11/2009 15:49
Anche prodi nel 2007 disse si alla TAV senza preoccuparsi delle proteste giuste e motivate della gente, dei comitati e di rappresentanti dei cittadini, ma noi non diciamo NO  TAV, noi diciamo SI  TAV, con progetti meno invasivi e pericolosi, meno costosi e meno lunghi di esecuzione! Speriamo bene....il popolo e' sovrano....ma quando? Ely


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