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Arte: Dieci Grandi Mostre: Caravaggio – Bacon
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Butterfy  (Mensaje original) Enviado: 03/12/2009 22:56
Dieci Grandi Mostre: Caravaggio – Bacon
 
 
Dal 2 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 la Galleria Borghese celebra Caravaggio, in occasione del IV centenario dalla morte, affiancando ai suoi capolavori venti dipinti di uno dei grandi artisti della seconda metà del XX secolo, Francis Bacon, di cui ricorre, invece, il centenario dalla nascita. Due personalità estreme, entrate nell’immaginario collettivo come artisti “maledetti”, che hanno espresso nella pittura il tormento dell’esistenza con pari intensità e genialità inventiva.

A distanza di quattrocento anni queste personalità sconvolgenti si incontrano per la prima volta alla Galleria Borghese, arricchita da trenta capolavori dei due maestri, provenienti dai maggiori musei del mondo.

“Caravaggio ‐ Bacon” è curata da Anna Coliva, Direttrice della Galleria Borghese Claudio Strinati, Soprintendente Speciale per il PSAE e per il Polo Museale della città di Roma e da Michael Peppiatt, biografo, amico intimo e massimo conoscitore di Francis Bacon, organizzata da MondoMostre e resa possibile grazie al sostegno di BG Italia, ENEL e Vodafone.

La mostra alla Galleria Borghese offre un accostamento tra i dipinti di Caravaggio e quelli di Bacon, proponendo allo spettatore di aderire all’eccezionale esperienza estetica che ne consegue, piuttosto che seguire una consueta ricostruzione storico critica.

Non vuole quindi teorizzare dipendenze di Bacon da Caravaggio, ma provocare le suggestioni visive, evocare corrispondenze spontanee risultanti da accostamenti formali. Bacon non ha nulla di Caravaggio e non si è ispirato a lui, ma se c’è un artista del nostro tempo che può essere equiparato a Caravaggio è proprio Bacon.

Caravaggio e Francis Bacon sono tra gli interpreti più rivoluzionari e profondi della rappresentazione della figura umana. Entrambi, nelle diversità della loro poetica e del loro tempo, hanno penetrato con sconvolgente originalità il mistero dell’esistenza e dell’arte, rappresentando la verità spirituale nella più traumatica immediatezza della carne.

Il confronto diretto tra le opere, tuttavia, è l’opposto della prassi di Bacon, che ha sempre rifiutato l’accostamento delle sue opere a quelle degli artisti del passato, molti dei quali egli amava con grande competenza. Il suo occhio sui grandi maestri era di stupefacente genialità, così avanzato da non comportare necessariamente l’influenza diretta sulla sua pittura. Le sue innumerevoli fonti figurative, anche quelle di provenienza artistica, sono d’altronde sempre filtrate dalla mediazione fotografica, attraverso cui una esorbitante
quantità di immagini colpisce la sua percezione, senza ordine logico che non sia quello istintivo richiesto dalla nuova opera in via di creazione.

Ma questa mostra non può che prescindere dalla ricostruzione ipotetica delle volontà degli artisti e della loro storia.

Il vero protagonista della mostra è lo spettatore, messo all’interno della scenografia della Galleria Borghese. Il museo è uno spazio della contemplazione, necessariamente impone le proprie condizioni alle opere degli artisti che avevano previsto, nel caso di Caravaggio, condizioni originarie diverse, ad esempio quelle dellʹaltare o della raccolta privata. Le opere assumono nel contesto ambientale del Museo un’esistenza autonoma.

Allora, seguendo la vocazione della Galleria Borghese, è Caravaggio a chiamare Bacon, perché come lui esprime un approccio profondo verso l’esistenza, superando la consapevolezza e la capacità di espressione logica della cultura della sua epoca.

L’accostamento e le corrispondenze emotive che ne derivano esaltano la rappresentazione più diretta e traumatica dei grandi tem dell’esistenza umana, espressi nella verità della carne. Questo ci consente di contemplare quanto di più interiore, sconvolgente e aberrante il pennello di entrambi i pittori abbia incontrato nell’indagine profonda dell’animo umano.

Caravaggio e’ intimamente legato alla storia della Galleria Borghese, luogo privilegiato per celebrare il quarto centenario dalla sua morte. A Scipione Borghese, infatti, erano destinati i due dipinti che recava con sé al momento della morte, ed è con il Cardinale che egli ebbe il rapporto più intenso e storicamente più ricco di conseguenze. La Galleria Borghese mantiene vive le tracce di questo rapporto attraverso sei capolavori, il Fanciullo con canestro di frutta, Bacchino malato, Madonna dei Palafrenieri, Davide con la testa di Golia, San Gerolamo scrivente e San Giovanni Battista, tramite i quali è possibile illustrare l’intero arco della sua vita.

La collezione permanente della Galleria Borghese verrà arricchita da opere chiave della sua produzione come la Negazione di Piero dal Metropolitan di New York, la Caduta di Saulo da Santa Maria del Popolo a Roma, il Martirio di Sant’Orsola l’ultimo Caravaggio da Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli o il Ritratto di Antonio Martelli, Cavaliere di Malta da Palazzo Pitti.

A queste verranno affiancate le tele di Francis Bacon provenienti dai maggiori musei del mondo, eccezionalmente concesse alla Galleria Borghese dopo la monografica organizzata dalla Tate Modern assieme al Prado e al Metroplitan. Opere in cui l’artista inglese, con maggiore intensità, ha voluto indagare il mistero dell’anima attraverso la rappresentazione ideale del corpo, un corpo che ci appare sconvolto e deformato ma, soprattutto, sofferente.

Alle opere di Caravaggio verranno quindi affiancati 20 capolavori di Francis Bacon: i grandi trittici come Triptych August 1972 dalla Tate Gallery di Londra e Triptych inspired by the Orestia of Aeschylus dall’strup Fearnley Museum di Oslo, le sue immagini di papa Innocenzo X di Velazquez come Head VI dalla Arts Council Collection di Londra, i ritratti come Study for a portrait of George Dyer, Portrait of Isabel Rawsthorne 1966 dalla Tate Gallery o Three studies of Lucian Freud.



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