Ho trovato in un cassetto antichi quaderni, scritti che paiono appunti tracciati con mano ferma in un pomeriggio uggioso di fine Novembre. Sulle pagine, scolorite dal tempo, ho trovato la polvere dei ricordi e dei momenti in cui la mia vita era fatta di studio e di rari momenti di gioco; cosi radi che ancora mi riesce difficile ricordarli. Si , è risaputo che in quegli anni 70 nessuno possedeva internet, il cellulare, l’ipod, i dvd, e tutti quei marchingegni che l’era della globalizzazione ci ha ingloriosamente propinato in seguito. Che meraviglia stare nelle vie del mio quartiere in una bella giornata di sole, con le automobili (poche in quegli anni) che con parsimonia passavano nel centro cittadino e talvolta si soffermavano per salutare un conoscente o i parenti. Pochi amici che rivedevo ogni pomeriggio per la consueta partitella, il pallone sempre lo stesso “un super tele” che ci tenevamo gelosamente perché l’unico motivo vero di svago, nessun altro gioco era a nostra disposizione e spesso d’estate ci inventavamo giornate di caccia alle lucertole fatte con cappi improvvisati di fili d’erba. I più grandicelli si costruivano dei carretti di legno, aventi per ruote delle sfere a cuscinetto che venivano rubate presso noni o zie; per poi scendere a velocità sostenuta da ripidi pendii senza paura di farsi male. Il clima che si respirava era di festa, l’incanto della gente, quella vera e amorevole verso gli altri, la sincerità e il rispetto erano valori fermi e imprescindibili in quella società. Ancora oggi ricordando la mia infanzia, sogno di riviverla con gli occhi dello spettatore ammaliato e voglioso di ritrovarsi nuovamente in quelle vesti così gioiose e nostalgiche, a correre sui prati sotto gli occhi della nonna materna che vegliava sempre su di me. Cosa hanno portato di rilevante e insostituibile gli anni recenti? I nostri figli potranno ricordare con altrettanta meraviglia e rimpianto questi anni? Non credo che il benessere e la disponibilità di ogni forma di gioco possa portare a momenti di felicità nei bambini di oggi, questo perché è stata inibita la loro vena creativa e la fantasia, tutto è scontato: Play station, computers, Nintendo, consolle elettroniche, tutte queste forme di svago stanno mortificando anche la genialità e l’estro dei ragazzi appiattendo e omologando il loro intelletto. Mi accorgo spesso che non posso arrestare questo processo, neanche con i miei figli ho la forza di oppormi con energica decisione, infatti tutto è maledettamente difficile e senza ritorno.
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