I vecchi sono angeli di vetro
appoggiati in una quercia d'anni
e quando parlano
sembra che cerchino
la gioventù
maturata tra le spine.
Hanno il cuore
come goccia d'acqua
addormentata in una foglia secca
uccello zoppo pronto per saltare
nell'ultimo residuo della vita.
E specchi nella nebbia hanno gli occhi
che aspettano in silenzio un piccolo urto
stanchi
rossi
finestre socchiuse
rivoltano il tempo che non passa.
Ah, i vecchi i vecchi...
quanto desiderio di sole hanno questi vecchi.
Nella piazza/ulivi sradicati
mi sembrano soldati
che tornano feriti dalla guerra
una guerra di formiche ammaestrate
che rosicchiano miseria al destino.
Ah, i vecchi i vecchi...
quante carezze vorrebbero questi vecchi.
Somigliano
a frassini intaccati
negli spiragli d'un feudo dimenticato
e quando ti guardano
è come se pregassero
sotto la croce
di un cielo che gli sfugge.
E quando non si sentono fiatare
lasciali dormire
non li svegliare...
stanno volando con la testa bassa
cercando dove appendere il cuore
stanno passeggiando vicino al sole
per non lasciare all'ombra i loro pensieri.
Aspettano il treno del cielo
con una valigia piena di ritratti
Michele Sarrica