INTENSO.
Intenso è quando senti il cuore alla gola ed una incipiente emicrania. Intenso è quando cio’ che dici ha un peso e non scivola nel vuoto. Intenso. Intenso è quando entri in una chiesa gotica e, anche senza essere credente, ti senti convolto in una sacralità millenaria frutto dello spirito della collettività. Intenso come il profondo del mare, che è anche il fondo del cuore, dove s’annidano i sentimenti piu’ autentici; un pozzo in cui è difficile vederne il fondo, ma se riesci a vederlo raggiungi uno stato di grazia. Intenso è tutto. In cerca di una vita che abbia significato scavi profondamente la fossa della realta per scoprire i sogni che vi giacciono. Tutto l’autentico è intenso, anche se è difficile togliere la maschera della menzogna che ci copre! Intensa è un’immagine inesistente che nessun fotografo potrà mai realizzare. Dovrebbe coprire tutti gli angoli, tutte le prospettive, tutti i punti di vista, per essere di un’intensità obbiettiva. Dove sta l’intenso ? Qual’è il suo regno? Dove un pellegrino di oggi dovrebbe dirigersi per essere sulla sua strada ? Quella che una volta era una foresta ora è una pietriera senz’anima dove ingialliscono anche le pietre. Un momento intenso, solo un momento! Mi pare di sentir gridare da una folla cosciente a mo’ dei cori grechi! Ma la coscienza si perde come i dolci ricordi e cio’ che resta è una manciata di realta che non serve neppure alle formiche, figuriamoci al cosmo! Cosi’, cosi’, i veri momenti di vita, gli unici degni di essere vissuti, si diradano lasciando il posto a rumori scomposti, visioni celestiali fatte di cartapesta, sentimenti di un attimo, memorie da best-sellers... L’intenso, ancora io posso sentirlo perché appartengo ad un’altra generazione, alla decade felice della ressurezione del post-guerra. Ma quando vedo dissanguata la vita d’oggi, quando anche senza cercarla ma imbattendomici contatto la nuova era, mi dico che l’intenso è finito.
Bartolozzi