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De: enricorns (Mensaje original) |
Enviado: 09/01/2010 14:26 |
Letture Rito Ambrosiano |
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Is 55,4-72; Sal 28; Ef 2,13-22; Lc 3,15-16.21-22 |
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BATTESIMO DEL SIGNORE -Festa del Signore
LETTURA Lettura del profeta Isaia 55, 4-7
Così dice il Signore Dio: / «Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, / principe e sovrano sulle nazioni. / Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; / accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano / a causa del Signore, tuo Dio, / del Santo d’Israele, che ti onora. / Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino. / L’empio abbandoni la sua via / e l’uomo iniquo i suoi pensieri; / ritorni al Signore che avrà misericordia di lui / e al nostro Dio che largamente perdona».
SALMO Sal 28
Rit.: Gloria e lode al tuo nome, Signore. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. ®
La voce del Signore è sopra le acque, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. ®
Tuona il Dio della gloria. Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!». Il Signore è seduto sull’oceano del cielo, il Signore siede re per sempre. ®
EPISTOLA Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2, 13-22
Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, / colui che di due ha fatto una cosa sola, / abbattendo il muro di separazione che li divideva, / cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. / Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, / per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, / facendo la pace, / e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, / per mezzo della croce, / eliminando in se stesso l’inimicizia. / Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, / e pace a coloro che erano vicini. / Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, / al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
VANGELO Lettura del Vangelo secondo Luca 3, 15-16. 21-22
In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». | |
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Commento al Vangelo del 10 gennaio
La seconda Epifania
Battesimo del Signore
08.01.2010di Giuseppe GRAMPA Parroco di S. Giovanni in Laterano, MilanoQuesta domenica è indicata come domenica del Battesimo di Gesù. Preferirei indicarla come seconda epifania, seconda manifestazione dopo la prima ai Magi. Il gesto compiuto da Gesù nel Giordano non deve essere confuso con il battesimo che noi abbiamo ricevuto. L'immersione nel fiume è momento inaugurale della cosiddetta vita pubblica di Gesù. Ne abbiamo la conferma in un testo degli Atti. Quando si trattò di scegliere un discepolo che prendesse il posto di Giuda, venne posta una condizione: che fosse stato testimone della vita di Gesù dal battesimo di Giovanni fino alla Ascensione al cielo (At 1,22). Quattro particolari del racconto lucano ci aiutano a cogliere il senso di questa manifestazione. E' singolare che la vita pubblica di Gesù inizi mescolandosi alla folla che si accalca sulle rive del Giordano per ricevere il segno del battesimo di penitenza. Due volte il testo menziona il popolo assiepato sulle rive del fiume. Lo stile di Dio nel manifestarsi è davvero paradossale. Già i Magi avevano dovuto lasciare le luci di Gerusalemme per cercare il Messia lungo oscuri viottoli di campagna. Ed ora, all’inizio della sua vita pubblica, Gesù si manifesta nascondendosi tra la folla, confondendosi con una umanità che chiede al Battista il segno della penitenza. Anzi, secondo Matteo Giovanni Battista non vorrebbe compiere su Gesù il gesto penitenziale. Gesù invece vuole identificarsi con questa umanità. Gesù è presentato in preghiera. Solo Luca ha questa annotazione. E Luca è singolarmente attento a cogliere l'intensa preghiera di Gesù soprattutto nei momenti cruciali della sua vita: quando le folle lo cercano (5,16); prima di chiamare gli apostoli (6,12); prima della 'confessione' di Pietro (9,18); durante un'altra 'epifania' cioè la Trasfigurazione (9,28); nell'ora della Passione (22,41; 23,34.46). Affiora in questa solitaria preghiera di Gesù la sua coscienza d'essere una cosa sola col Padre, il suo essere rivelazione del Padre.
Il cielo si aprì
Il cielo si aprì... E' questa una espressione consueta per indicare il comunicarsi di Dio all'uomo. La ritroviamo sulle labbra di Stefano morente: "Vedo i cieli aperti..." (At 7,56). Istintivamente noi alziamo gli occhi al cielo quando il peso dell'esistenza quotidiana ci opprime, ci schiaccia. Cielo aperto vuol dire allora apertura, speranza, futuro per l'uomo. Un poeta ha scritto: 'Lasciamo il cielo alle rondini e agli angeli'. Con Gesù il cielo è per l'uomo. Una comunicazione s'è ormai stabilita tra cielo e terra, tra il nostro quotidiano e il nostro destino ultimo. Secondo l'espressione stupenda di Osea 11,7, noi siamo "un popolo chiamato a guardare in alto". Ora il cielo si è aperto e quel Dio che nessuno può vedere si è manifestato a noi in Gesù. Questa è l'Epifania. E infine: la voce proclama: Tu sei il Figlio mio, l’amato... Gesù di Nazareth è colui nel quale il Padre si rivela, si manifesta. Dirà Gesù (Gv 4,34): "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e portare a compimento la sua opera". Gesù non è venuto a dire parole proprie, originali, tali da mettere in mostra la sua persona. Egli è proteso nello sforzo di una continua obbedienza. Possiamo dire che in questa manifestazione Gesù appare come 'trasparenza' del Padre. Trae dalla propria profonda comunione con il Padre i criteri della propria azione e i giudizi per le proprie valutazioni. In tutto ciò che fa intende esclusivamente rivelare il Padre, il suo amore. Così la sua dedizione ai poveri, ai piccoli non deriva tanto da una analisi della società, quanto dallo stile di Dio: il Padre ama ogni uomo, quindi non fa distinzioni. E' a partire da qui che per Gesù ogni emarginazione è un peccato religioso, una contraddizione con il volto del Padre. La seconda lettura ce lo ricorda con efficacia. E la comunione con il Padre affiora appunto nella preghiera. La preghiera di Gesù esprime la sua attenzione al piano di Dio: pensiamo alla notte del Getsemani, nella preghiera Gesù ritrova la forza per compiere la sua dedizione. Infine la preghiera di Gesù esprime la sua solitudine. Una solitudine che nasce dalla ricchezza d'essere sempre con Dio (Gv 16,32). A Gesù non bastava parlare con gli uomini, neppure bastava morire per i fratelli. Avverte una solitudine che solo Dio poteva colmare. La preghiera esprime la solitudine dell'uomo che si sente pellegrino verso l'Assoluto. Così la preghiera è segno che l'uomo è fatto per Dio. Davvero significativa la prima immagine pubblica di Gesù: in preghiera, nascosto tra la folla. |
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