Greater Torino, la città che si trasforma |
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La metropoli come uno spazio ampio, un percorso di "andata e ritorno" per definire con precisione l'arte del XXI secolo |
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LISA PAROLA |
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Paola Anziché e Paolo Piscitelli sono due artisti contemporanei che con Torino hanno un rapporto particolare. Dal 2 febbraio la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nell’ambito della rassegna «Greater Torino», ospita i loro lavori nella projectroom. Il nuovo appuntamento espositivo della fondazione vuole raccontare una città che importa ed esporta cultura contemporanea. «Greater Torino» è infatti dedicata agli artisti delle ultime generazioni che pensano e vivono la città come un territorio ampio, uno spazio aperto e dinamico proprio a partire da un percorso di «andata e ritorno » ormai essenziale per definire con precisione la cultura e l’arte del XXI secolo.
Paola Anziché è nata a Milano nel 1975, da alcuni anni si è trasferita a Torino a lavorare; nella sua attività sono frequenti, in occasione di workshop e di residenze, i viaggi in Germania e in Francia. Paolo Piscitelli è nato invece a Venaria nel 1971, a Torino si è formato, da alcuni anni si è trasferito nella città universitaria di College Station, in Texas. La ricerca e la produzione dei due artisti, come molti altri loro coetanei, ha preso forma anche a partire da questi ripetuti «spostamenti». Le loro opere (video, azioni, sculture, installazioni) raccontano di esperienze con tanti e differenti luoghi e storie, con ampie geografie e confini in continua ridefinizione. Parigi, Francoforte, piccoli centri negli Stati Uniti ma anche altre realtà urbane vissute, per brevi periodi, in occasione di mostre o ideazione di progetti.
Nella ricerca artistica attuale questo movimento perenne è un elemento centrale perché mai comeoggi, gli artisti stanno raccontando una radicale trasformazione del «vedere» che necessita di un contesto ampio, mobile, capace di accogliere questa insolita esperienza di transumanza. E se le città hanno un ruolo nella produzione di cultura, in questo processo Torino ricopre, per l’Italia, una posizione importante, anche se non priva di difficoltà. Più di altre, è questa una città che è stata in grado di accogliere ricerca e innovazione. A partire da questo spazio «aperto» e da questi continui «movimenti», nascono le opere esposte nel primo appuntamentodi «Greater Torino».
«Sign of the times», ideato da Paolo Piscitelli, ha preso forma negli Stati Uniti e in parte è riproposto ora, a Torino. Nell’ultimo anno, l’artista ha fotografato e ricomposto le tracce delle insegne di tante attività commerciali che di recente hanno chiuso a causa della crisi. Una somma di «ombre » che documenta i radicali cambiamenti economici e sociali ai quali stiamo assistendo.ATorino, Piscitelli ha lavorato anche nelle vie del quartiere che ospita la sede della fondazione e ha ideato un laboratorio dal titolo «Trans-formare». Nei giorni precedenti all’inaugurazione, un gruppo di studenti è stato invitato a percorrere l’area alla ricerca di tracce, segni, immagini, rumori delle trasformazioni di una città in tempo di crisi. Un’azione che invita il pubblico a riflettere anche sulla fase processuale che precede l’opera. Quel momento del «fare» che si misura con la transitorietà e la mutevolezza.
Seguendo sempre un processo di «spostamento», Paola Anziché rimette invece in dialogo differenti esperienze e tempi dell’arte. In particolare affronta la stagione modernista confrontandosi con le pratiche e le azioni dell’artista Lygia Clark (1920- 1988). Come quelle dell’artista brasiliana, anche quelle di Paola Anzichè sono «sculture collettive » che coinvolgono direttamente il pubblico invitandolo a divenire parte dell’opera. «Spaziando » è una grande rete, un intreccio che rende difficoltoso l’ingresso nella sala creando un inedito incontro-scontro tra l’oggetto e il suo visitatore. All’esperienza motoria ne corrisponde anche una visiva quando l’ombra della rete è proiettata sulle pareti dando forma a un raffinato gioco di forme. Per l’appuntamento torinese, l’artista ha ideato anche un laboratorio. In «Ingombri » ci sono scatole di cartone, scotch e tute di carta messi a disposizione dei partecipanti per costruire «organi posticci» da attaccare al corpo e creare un particolare disequilibrio che modifica la mobilità ordinaria.
La mostra è a cura di Irene Calderoni e Maria Teresa Roberto; gli eventi speciali sono coordinati da Giorgina Bertolino e dagli artisti.
«GREATER TORINO» PAOLA ANZICHE’ PAOLO PISCITELLI FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO, VIA MODANE 16 Orario mar-dom 12-20, giovedì 12-23 (gratuito 20-23), lunedì chiuso telefono 011/379.760 Laboratori: Paolo Piscitelli, «Trans-Formare» giovedì 4, dalle 20,30 alle 22 Paola Anziché, «Ingombri» giovedì 25, dalle 20,30 alle 22
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