chi soffre di questo disturbo si fissa sui difetti del viso o del corpo
Vedersi brutti, un'anomalia del cervello
Studio sulla dismorfofobia: di fronte al proprio volto
si accendono in modo scorretto diverse aree neurali
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Una ragazza si guarda allo specchio (Emblema) |
MILANO - Spesso finiscono per diventare clienti affezionati, e frustrati, del chirurgo estetico, ma non è la vanità che li muove; quelli che si vedono brutti fino a fare del proprio aspetto fisico un'ossessione patologica hanno un "baco" nel cervello, che gli fa percepire in modo distorto il proprio volto e il proprio corpo. Sono le persone colpite da una malattia psichica chiamata dismorfofobia o disturbo dismorfico corporeo.
FISSAZIONI - Alcuni psichiatri diretti da Jamie Feusner della David Geffen School of Medicine, presso l'Università di Los Angeles, hanno scoperto che il loro cervello elabora l'immagine del proprio volto in modo ingannevole, con un'attività alterata sia nei centri della visione che nel sistema frontostriatale, legato ad altre patologie compulsive come il gioco d'azzardo patologico. La scoperta è pubblicata sulla rivista Archives of General Psychiatry. Le persone affette da dismorfofobia sono circa l'1-2% della popolazione, uno su quattro arriva perfino a tentare il suicidio. Molti si fissano talmente su un difetto, nel viso o nel corpo, da decidere di ricorrere alla chirurgia estetica. Quindi trovano un nuovo difetto e corrono ancora dal chirurgo.
ANOMALIE - Gli psichiatri hanno scoperto che c'è qualcosa di "sbagliato" nel cervello di queste persone, forse la causa del vedersi brutti: confrontando con la risonanza magnetica funzionale il cervello di 17 dismorfofobici e 17 individui sani, mentre tutto il campione osservava foto del proprio volto o di quello di un attore famoso, gli scienziati hanno visto che nel cervello dei dismorfofobici di fronte al proprio volto si accendono in modo anomalo diverse aree neurali. Le anomalie si riscontrano non solo nei centri della visione ma anche nel sistema frontostriatale e sono tanto più marcate quanto più grave è la sindrome dismorfofobica. La scoperta fa luce sulla genesi di questo disturbo, anche se resta da capire se queste disfunzioni neurali siano innate o acquisite. (Fonte: Ansa)