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De: MOTHERSIXTEN (Mensaje original) |
Enviado: 30/06/2010 05:09 |
L'importanza di un abbraccio L'abbraccio è un gesto intimo e sincero, fa bene a chi lo dà e a chi lo riceve. Lasciamoci andare maggiormente a questo gesto d'amore.
Un gesto semplice che però comunica amore e fa bene alla coppia; il momento in cui l’eros si scioglie in qualcosa di più dolce, che trasmette protezione e comunicazione profonda. Purtroppo però negli ultimi tempi si usano troppi schemi per mantenere il controllo e l’abbraccio viene relegato in uno spazio dedicato, perdendo così la spontaneità di questo gesto. Ma è importante riprendere confidenza con questo atto.
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato che tutti abbiamo bisogno da 4 a 12 abbracci al giorno: 4 per il mantenimento del benessere psicofisico, fino 12 per incrementarlo e soprattutto nei momenti di bisogno. A livello fisiologico si è scoperto che l’abbraccio permette la produzione dell’endorfina, che ha una struttura chimica simile a quella della morfina, quindi diminuisce il dolore e aumenta il piacere, ma si è notato anche che è in grado di far superare i dolori del passato.
UN ABBRACCIO E’ l’abbraccio una porta invisibile Che appare d’improvviso Quando due anime e due corpi si incontrano La porta attraverso il quale l’uno entra nell’anima dell’altro Ma non c’è bisogno di bussare Né di chiedere il permesso E’ una porta che si apre nel momento stesso In cui si allargano le braccia verso l’altro In segno di amicizia e di amore. E’ apertura Io sono entrato per questa porta Conduceva al tuo cuore, alla tua anima. Anche tu hai fatto altrettanto. Era una porta alta e larga Non era stretta Perché un abbraccio si da con le braccia aperte e non strette. Varcata questa porta si entra in una dimensione di intimità, tale che nessun testo per quanto sia esplicativo può descriverne la sensazione. Un angolo di Cielo
Enrico Mancini
SERENA GIORNATA IN UN ABBRACCIO VIRTUALE Annamaria
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Ultimo giorno di giugno ...
Buona giornata !
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Eccoci a luglio ragazzi !
Buona giornata a tutti !
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Ciao Brinetta |
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Le cronache di questi giorni, come peraltro
quella di sempre, ci hanno elargito casi di
morti assurde, inaspettate, violenti.Giovani
donne uccise da una maniaco; bambino
sgozzato per vendetta; giovane vita messa a
repentaglio per uno sport; ragazzo che si
cimenta in un gioco assurdo,insomma morti
che lasciano dietro di se' tanto dolore e
disagio,ma leggendo questo brano stamattina mi riconcilia un po' riponendo nella fede
tanta speranza per il "dopo" di tutti coloro
che sono "andati"......
"La morte è, insieme alla nascita, il momento
più importante a cui un" essere vivente "è
chiamato"; a tanti mette paura, angoscia,
tormento poiché si è attaccati al proprio
"guscio carnale" ma, come alcuni animali
fanno la muta per trasmigrare in un altra
"corazza" così l'anima fa con il nostro corpo
mortale. La vita: esistere in un dato periodo
temporale, in un casuale intervallo spazio
tempo, ci permette di vivere l'esperienza
terrena. Dobbiamo capire che il nostro effimero
passaggio è la somma di tanti passaggi.
Così è... così sarà; sino alla fine
dell'evoluzione della materia organica ed
inorganica.
La non materia è l'elemento più evidente che
ci permette di capire che come un albero
"vive sopra, così sotto..."
... così sopra, così sotto...
Il buio annebbia i nostri occhi solo se non
siamo capaci di aprirli e di osservare
l'evidente che è dentro noi...
Prima o poi capiremo. Tutti. Antonio Pistarà
BUONA GIORNATA Annamaria
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Ciao Franceschina ...
Buona giornata a tutti !
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Il principe cammina, cammina instancabile e lascia il suo regno per attraversarne altri sette, raggiungendo infine il paese in cui non regna alcun sovrano. Questo è l'inizio di favole antiche che non avevano né principio né fine. Nelle città e nei villaggi tutti vivono la loro vita di sempre: fanno acquisti, chiacchierano, litigano. Ma il nostro principe favoloso sempre avanza, attraversando un paese dopo l'altro. Perché? L'acqua del pozzo rimane nel pozzo, le acque del canale e del lago restano sempre tranquille, ma l'acqua che nasce dalle vette non può fermarsi là in alto e anche quella delle nuvole deve cadere per non traboccare. Allo stesso modo, chi può trattenere il principe nei confini del suo regno? L'uomo nasce e rinasce e ad ogni generazione ai bambini si narra questa favola antica. La fiamma della lampada della sera arde senza piegarsi; i bambini fantasticano in silenzio appoggiando la guancia alla mano: « Noi siamo quel principe ». Nel punto in cui la campagna sconfinata si perde all'orizzonte, il mare si apre e lì giunge il principe. Nel mezzo del mare si trova l'isola in cui vive prigioniera, nel palazzo dei demoni, la principessa. Nel mondo tutti inseguono denaro o fama o consolazioni. Ma l'unico desiderio del nostro principe è liberare la principessa; e anche se la tempesta infuria e non c'è nessuna barca per raggiungerla, sempre ugualmente egli cerca una via per liberarla. Questa è la prima e l'estrema mitologia dell'uomo. I piccoli, da poco nel mondo, devono apprenderla dalle nonne: la principessa prigioniera, il mare in tempesta, il demone invincibile, il piccolo principe solo e indomabile sulla riva del mare, che sogna di liberarla. Fuori, nell'oscurità della foresta, cade la pioggia o cantano le cicale; ma i bambini, con la guancia appoggiata alla mano, pensano che anch'essi dovranno come il principe attraversare il mare per giungere sino al palazzo del demone.
Il principe scende dal suo cavallo dinanzi a un mare increspato d'onde e infinito, un sogno azzurro. Ma ecco che non appena posa il piede a terra, come per un sortilegio tutto si trasforma. Appare una città: il tram corre, le vie sono affollate di veicoli che velocemente portano i loro occupanti verso i luoghi di lavoro. E un venditore di flauti di foglia di palma suona per richiamare i ragazzi. Com'è vestito ora il principe? Come cammina? La camicia è priva di bottoni, il mantello è sporco, le scarpe sono rotte. Il principe si è trasformato in un ragazzo di campagna, venuto a studiare in città, che si mantiene con lezioni private. E la principessa? Vive nella casa vicina, non ha il colore del fiore di ciompa(*), il suo sorriso non splende come una gemma, non è possibile pareggiarla alle stelle; ora è simile ai fiori privi di profumo che spuntano fra l'erba nella stagione delle piogge. E' orfana di madre. Il padre era povero, ma non voleva che sua figlia sposasse un uomo qualsiasi. La ragazza cresceva in età e i cugini sparlavano di lei. Quando il padre morì, ella andò ad abitare a casa dello zio. Poi finalmente le fu trovato un marito: un uomo ricco, ma vecchio e con numerosi nipoti. Lo zio disse: « La ragazza è fortunata ». Ma quando il giorno del matrimonio era ormai prossimo, scomparvero sia la ragazza che il giovane studente. Poco tempo dopo giunse la notizia che si erano sposati in segreto; pur essendo di caste diverse, si amavano. Il matrimonio suscitò uno scandalo. Il vecchio fidanzato voleva vendicarsi e minacciava, in preda all'ira: « Vedremo chi potrà salvare quel mascalzone! ». Il giovane fu sottoposto a processo e grazie ad avvocati intriganti e a testimoni compiacenti venne rinchiuso in carcere.
Ciò che accadde in seguito è una storia lunga da narrare. Il giovane uscì dalla prigione in tempo per ritrovare il suo cammino, interminabile e solitario. Ma se anche non finisce la strada, si conclude il cammino. Un giorno egli si fermò e non c'era nessuno a guardarlo, tranne una donna gentile che vigilava al suo fianco! Era la morte. Quando la morte lo toccò, tutto si trasformò e la città scomparve e anche quel sogno. Sulla fronte il principe aveva nuovamente il segno reale dell'eternità. In ogni età, in ogni tempo, ai bambini in braccio alle madri viene data notizia di un principe errante, che vaga sempre in località sconosciute. Dinanzi a lui si agitano le onde di sette mari. Nella favola umana l'identità di quel giovane varia all'infinito, ma al di là della favola la sua identità è unica: egli è il principe .RABINDRANATH TAGORE
BUON WEEK END
Annamaria |
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.... Buongiorno ragazzi !
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Stamattina, rovistando in un ripostiglio mi e' venuto fra le mani un vecchio calendarietto che mio padre aveva dal suo barbiere e da me sottratto allora audacemente per curiosare quelle immagini che a quei tempi risultavano per noi bambini un po' ose'.
Ricordo che questi calendarietti erano dei veri e propri capolavori; a forma di libretto, tenuto insieme da un cordoncino di seta colorata, chiuso in una bustina di cellophan, aveva, nella parte superiore di ogni pagina, un mese e un’immagine.
Erano profumati: una fragranza morbida, insinuante, sontuosa e misteriosa come le donne che sorridevano da quelle paginette che geniali disegnatori rendevano impossibili oggetti del desiderio.
Coloro i quali erano giovani nell' ormai lontano dopoguerra, ricorderanno uno dei simboli più significativi del mondo maschile in anni in cui il corpo di una donna lo si poteva affittare in una legalissima casa di tolleranza (maggiore età permettendo), ma rimaneva qualcosa di misterioso, di intangibile, di inarrivabile, specie se aveva le sembianze delle attrici d' oltre Oceano. Per questo quella bustina ruffiana e quel profumo intrigante che doveva durare dodici mesi......
Tutto e' cambiato da allora ma un sogno, che affascina dai tempi più remoti l’uomo, è quello di viaggiare nel tempo. Ma in realtà, egli è da sempre riuscito “a fermare il tempo” con le sue opere: quadri, fotografie, abitazioni, abbigliamento,…….., calendari.
Infatti, anche quella dei calendari è una “tradizione” che si tramanda da anni, ma non so se i barbieri lo fanno ancora.....
BUONA DOMENICA COI RICORDI DI UN TEMPO.... Annamaria
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Si ... i calendarietti ... Me li ricordo anch'io !!!!
Quanto tempo è passato!
Buona settimana a tutti !
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Buon proseguimento di giornata ...
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