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Senso di colpa e aumento di peso
Trovarsi davanti ad un cibo che adoriamo e riuscire a non mangiarlo senza tanti problemi è un evento che ci regala una sensazione di forza, poichè abbiamo il controllo, ci sentiamo bene e soddisfatti di noi stessi.
Per arrivare ad avere il controllo basta non imporsi mai divieti e regole rigide.
Tante persone, che non si piacciono e vorrebbero essere più magre si impongono infiniti divieti e quando cedono a tali divieti dicono a loro stessi "la colpa è solo mia, della mia mancanza di volontà e della mia incapacità di dire no!".
Tuttavia, la colpa non è la nostra ma di una mentalità diffusa e sbagliata: "la cultura della dieta ipocalorica rigida" essa non ci lascia scampo, ci soffoca, ci opprime, ci costringe a trasgredire per poi farci sentirci colpevoli.
Gli psicologi lo sanno ormai da molto tempo che i divieti attivano, generano e stimolo i comportamenti vietati invece di fermarli.
Ci sono sentimenti che innescano un'alimentazione sbagliata: la noia, la solitudine, la rabbia, la depressione e la colpa.
Tra essi il più complesso da definire è proprio il senso di colpa.
Colpevolizzarsi per non essere riusciti a stare a dieta porta all'istaurarsi di pensieri fallimentari che a loro volta causano un eccessiva ricerca di cibo, cibo che allevia tale colpa.
Ma veramente bisogna avere una forte volontà per dimagrire?
Secondo il dott.or G. Goglia la volontà nel dimagrimento è implicata per 5%, ossia, non c'entra nulla.
Sono Schemi dietetici rigidi che comportano la non riuscita, evitateli e cercate di capire che il rapporto con il cibo non è una sfida in cui vi potete concedere o tutto o nulla.
Bisogna sempre sentirsi liberi, curare l'alimentazione e concedersi delle trasgressioni ogni tanto è il segreto della forma fisica duratura.