Profumo
( Bruno Ferrero )
Gli indù raccontanto una strana leggenda.
La leggenda del capriolo delle montagne.
Tanti anni fa, c'era un capriolo che sentiva
continuamente nelle narici un fragrante
profumo di muschio. Saliva le verdi pendici
dei monti e sentiva quel profumo stupendo,
penetrante, dolcissimo. Sfrecciava nella
foresta, e quel profumo era nell'aria,
tutt'intorno a lui.
Il capriolo non riusciva a capire da dove
provenisse quel profumo che tanto lo turbava.
Era come il richiamo di un flauto a cui non
si può resistere.
Perciò il capriolo prese a correre di bosco
in bosco alla ricerca della fonte di quello
stroardinario e conturbante profumo.
Quella ricerca divenne la sua ossessione. Il
povero animale non badava più né a mangiare,
né a bere, né a dormire, né a niente altro.
Esso non sapeva donde venisse il richiamo del
profumo, ma si sentiva costretto a inseguirlo
attraverso burroni, foreste e colline, finché
affamato, esausto, stanco morto, andò avanti
a casaccio, scivolò da una roccia e cadde
ferendosi mortalmente.
Le sue ferite erano dolorose e profonde. Il
capriolo si leccò il petto sanguinante e, in
quel momento, scoprì la cosa più incredibile.
Il profumo, quel profumo che lo aveva tanto
sconvolto, era proprio lì, attaccato al suo
corpo, nella speciale "sacca" porta muschio
che hanno tutti i caprioli della sua specie.
Il povero animale respirò profondamente il
profumo, ma era troppo tardi....
"Troppo tardi ti ho amata, bellezza sempre
antica e sempre nuova, troppo tardi ti ho
amata. Eri dentro di me, ma io ero fuori e
senza bellezza e mi precipitavo verso quelle
bellezze che tu hai fatto e che, senza di te,
non potrebbero esistere. Tu sei sempre con
me, ma io non ero con te".
(Sant'Agostino)