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✿.。.:* Curiosità *.:。✿: SCOPERTE ARCHEOLOGICHE 2010
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Butterfy  (Mensaje original) Enviado: 04/01/2011 20:27
 
 
 
 
Non ha più segreti il tunnel del faraone .
Concluso lo scavo nel tunnel di Seti I.
La scoperta: non porta da nessuna parte.
Non ha più segreti il tunnel del faraone
Strada senza uscita

Zahi Hawass, responsabile delle antichità egizie, risale i gradini di legno che proteggono una scalinata in pietra di 3.300 anni fa nel misterioso tunnel che collega la tomba del faraone Seti I a ... nulla.

Infatti, dopo tre anni di lavori che hanno rimosso detriti e manufatti grazie a una sorta di ferrovia sotterranea (visibile sulla sinistra), il team di ricerca ha annunciato che gli scavatori si sono trovati davanti a un muro. Sembra che gli antichi operai che crearono il ripido tunnel sotto la Valle dei Re, si fermarono all'improvviso dopo essersi aperti un varco nella roccia per ben 174 metri.

Hawass, esploratore incaricato della National Geographic Society, è convinto che i lavori del tunnel cominciarono durante il regno del faraone, durato 15 anni (1294-1279 a.C.). I lavori probabilmente cessarono alla morte di Seti I.

L'archeologo Mustafa Waziri, direttore regionale del Consiglio delle Antichità egizie, spiega: “Secondo me avevano in progetto la creazione di un'altra camera funeraria laggiù e poi interruppero i lavori all'improvviso. Le condizioni delle scale sono perfette
 
Top 10: le scoperte archeologiche 2010
Il tempio dei sacrifici umani
Immagine per gentile concessione di
Carlos Wester La Torre

A gennaio è stata annunciata la scoperta di un complesso templare (che includeva la tomba con sacrifici umani nell'immagine) sotto le dune battute dal vento del Perù nordoccidentale.

La scoperta del complesso sembra infondere un pizzico di verità alla leggenda di Naylamp, la divinità che avrebbe fondato la civiltà preincaica Lambayeque nell'VIII secolo d.C.,
seguita al crollo della civiltà Moche.
archeologia,misteri,religioni,israele
Risolto il mistero dei Rotoli del Mar Morto?
Nuove scoperte potrebbero finalmente rivelare chi scrisse i celebri rotoli. E alcuni indizi suggeriscono che potrebbero avere la stessa origine dell'Arca dell'Alleanza.
Gli scavi condotti negli antichi tunnel di Gerusalemme, la recente decifrazione di un'enigmatica coppa e altre indagini archeologiche potrebbero contribuire a risolvere uno dei grandi misteri biblici: chi scrisse i Rotoli del Mar Morto?

I nuovi indizi suggeriscono che i Rotoli, che comprendono alcuni fra i più antichi documenti biblici, potessero costituire il patrimonio scritto di alcuni gruppi che li avrebbero nascosti durante un conflitto; ma potrebbero anche rappresentare "il grande tesoro del tempio di Gerusalemme”, quello che secondo la Bibbia custodiva l'Arca dell'Alleanza.

I Rotoli del Mar Morto furono scoperti oltre 60 anni fa in 11 grotte nei pressi di un antico insediamento chiamato Qumran, nell'attuale Cisgiordania. I manoscritti sono comunemente associati all'antica setta ebraica degli Esseni, che si ritiene avrebbe occupato Qumran dal I secolo a.C. al I secolo d.C.

Ma le nuove ricerche suggeriscono che i rotoli potrebbero provenire da altre zone e che furono scritti da diversi gruppi ebraici, alcuni dei quali erano in fuga dall'assedio dei romani, in cui, intorno al 70 d.C., il leggendario Tempio di Gerusalemme rimase distrutto.

"A scrivere i Rotoli furono degli ebrei,
ma forse non un gruppo specifico", dice l'archeologo Robert Cargill. L'idea però resta minoritaria tra gli studiosi. "Ho la sensazione che sarà molto contestata", commenta  Lawrence Schiffman, professore di Studi ebraici alla New York University.

Bagni rituali per gli autori dei manoscritti?
I Rotoli del Mar Morto furono scoperti da un pastore beduino nel 1947. Sei anni dopo, un'équipe internazionale diretta da Roland de Vaux, archeologo e sacerdote cattolico francese, studiò i manoscritti, concludendo che gli autori dovevano essere vissuti a Qumran, poiché l'insediamento era vicino alle 11 grotte dove i Rotoli erano stati ritrovati.

Gli antichi storici ebrei avevano segnalato la presenza degli Esseni nella regione del Mar Morto; de Vaux sostenne che Qumran fosse una delle loro comunità, dopo che la sua équipe scoprì vari resti di vasche che si ritenne potessero servire ai bagni rituali degli ebrei. Una teoria che sembrò essere avvalorata dagli stessi manoscritti, alcuni dei quali contenevano dettami per la vita in comune che combaciavano con le descrizioni dei costumi esseni.

"I Rotoli descrivono pranzi comuni e istruzioni per i bagni coerenti con le testimonianze archeologiche di Qumran", spiega Cargill, della University of California, Los Angeles (UCLA).

I Rotoli erano il "Grande Tesoro del Tempio"?
Le recenti scoperte di Yuval Peleg, un archeologo che lavora a Qumran da 16 anni, stanno mettendo in discussione queste teorie sull'identità degli autori dei manoscritti.

I manufatti scoperti dall'équipe di Peleg nel corso degli scavi suggeriscono che un tempo Qumran fosse una fabbrica di ceramica. Le vasche potevano forse servire per raccogliere e separare l'argilla.

Mentre sul Monte Zion, a Gerusalemme, gli archeologi hanno recentemente scoperto e decifrato una scritta su una coppa di 2.000 anni fa che recita: "Signore, sono tornato”. La scritta era incisa nel medesimo misterioso codice utilizzato in alcuni manoscritti del Mar Morto. Secondo alcuni esperti, l'uso del codice indica che alcuni manoscritti sarebbero stati scritti da leader religiosi di Gerusalemme.

"I sacerdoti potrebbero aver usato il codice per celare determinati testi agli occhi dei lettori laici”, dice Cargill.

Secondo una nuova teoria, gli Esseni potrebbero essere stati in realtà sacerdoti del Tempio di Gerusalemme che si autoimposero l'esilio nel II secolo a.C. dopo che i re assunsero illegalmente il ruolo di sommo sacerdote.

Questo gruppo di religiosi ribelli potrebbe essersi rifugiato a Qumran per adorare Dio a modo proprio. E mentre erano laggiù, potrebbero aver redatto alcuni dei testi che sarebbero diventati poi noti come Manoscritti del Mar Morto.

È possibile che la scrittura in codice fosse una delle abitudini che i religiosi mantennero anche durante la permanenza a Qumran. Ed è possibile anche che alcuni manoscritti non siano stati redatti a Qumran, ma che fossero stati portati via dal Tempio per essere messi in salvo, dice Cargill. "Vederli come testi scritti da sacerdoti cambia completamente la nostra lettura dei manoscritti”, dice l'archeologo.

"L'arca dell'Alleanza è scomparsa. E non troveremo mai l'Arca di Noè o il Santo Graal", prosegue. "Ma potremmo invece aver in mano dei documenti provenienti dal Tempio di Gerusalemme. Sarebbe questo il grande tesoro del Tempio”.

Varie provenienze per i manoscritti?

Come Cargill, molti archeologi di oggi ritengono che gli Esseni scrissero alcuni, ma non tutti, i Rotoli del Mar Morto.

Nuove testimonianze archeologiche suggeriscono che svariati gruppi ebrei siano passati per Qumran attorno al 70 d.C, durante l'assedio romano di Gerusalemme, che distrusse il Tempio e gran parte della città.

Un team guidato dall'archeologo israeliano Reich ha scoperto di recente nel sottosuolo di Gerusalemme un antico sistema fognario, in cui sono stati rinvenuti manufatti, come ceramiche e monete, risalenti all'epoca dell'assedio.

Questi ritrovamenti suggeriscono che le condutture potrebbero essere state usate come vie di fuga dagli ebrei, alcuni dei quali potrebbero aver sottratto i preziosi manoscritti religiosi. Va sottolineato che il sistema fognario porta alla Valle di Kidron, situata a breve distanza dal Mar Morto e da Qumran.

Le anfore in cui sono stati rinvenuti i Rotoli potrebbero fornire ulteriori prove del fatto che i manoscritti sono una raccolta di testi di varie sette. Jan Gunneweg dell'Università Ebraica di Gerusalemme ha condotto delle analisi chimiche su frammenti provenienti dall'area delle grotte di Qumran.

"Prendiamo pezzi di ceramica, li polverizziamo e li mettiamo in un reattore dove vengono bombardati di neutroni, dopodiché possiamo identificare l'argilla con cui è stata realizzata l'anfora”, spiega Gunneweg.

"Poiché non esistono sulla Terra due tipi di argilla con la stessa composizione chimica - è come il DNA - siamo in grado di identificare l'area in cui è stato prodotto il vasellame”. Gunneweg ha così scoperto che solo metà delle anfore che custodivano i rotoli proveniva da Qumran.

Una teoria contestata
Non tutti concordano con l'idea che i Rotoli vengano da luoghi diversi da Qumran.

"Non mi convince", dice Schiffman della NYU, che sottolinea come l'dea che i manoscritti siano frutto di gruppi diversi circolasse già negli anni Cinquanta. "La teoria che provengano da Gerusalemme è stata respinta da chiunque lavori nel settore”, commenta. "Che qualcuno prenda un mucchio di rotoli da qualche altro posto e li depositi in una grotta è altamente improbabile”, aggiunge Schiffman.

"Se i Rotoli fossero stati portati qui da altri luoghi, magari da altri gruppi di ebrei, avremmo dovuto trovare elementi coerenti con idee in disaccordo con quelle degli Esseni. Ma non è così", spiega Schiffman, che contesta le interpretazioni che collegano alcuni manoscritti a gruppi come quello degli Zeloti.

Cargill concorda con Schiffman sul fatto che i Rotoli presentano "notevoli concordanze ideologiche, sulle aspettative messianiche, di interpretazione delle scritture e delle leggi ebraiche, e di date”. Allo stesso tempo però, "se si sostiene che furono tutti opera della stessa setta è difficile spiegare certe differenze ideologiche presenti in alcuni manoscritti”.

Le grotte erano un deposito temporaneo?
Se Cargill e gli altri hanno ragione, ciò significherebbe che quelli che chiamiamo Rotoli del Mar Morto non sono opera di scribi isolati. Sarebbero invece il tesoro mai recuperato nascosto da ebrei che non tornarono - forse perché non furono in grado di farlo - nel deserto per recuperare ciò che avevano messo in salvo. 

"Chiunque li abbia scritti, considerava quei Rotoli come scritture, e furono conservati con molta cura”, afferma Cargill. "Che siano o meno degli Esseni, i Rotoli del Mar Morto ci permettono di intravedere l'enorme diversità dell'ebraismo - o degli ebraismi - nel primo secolo”.  

(28 luglio 2010)



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