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Faenza, uccelli morti dal cielo
Dopo gli Usa, strage anche in Emilia
Cinquemila merli in Arkansas, 500 in Louisiana, altre centinaia in Kentucky, e adesso decine di tortore anche a Faenza, in Emilia Romagna. Gli uccelli muoiono a decine, anzi a migliaia, in molti angoli del pianeta, adesso anche in Italia, come scrive la "Stampa". Stragi senza apparente motivo, volatili che cadono dal cielo senza vita, morie senza un perché. Inquinamento? Malattia? Virus misterioso? Il giallo attende spiegazioni.
Negli States siamo ormai arrivati oltre i tre milioni di cadaveri di volatili. E sono in tanti a temere che il fenomeno sia un anticipo di fine del mondo. Massimo Bolognesi, del Wwf, dice che soltanto nei pressi di Faenza sono state raccolte 400 tortore morte, ma le vittime della misteriosa eidemia sono migliaia. Ed è improbabile che si tratti di inquinamento, visto che l'azienda, nei pressi di Faenza, che lavora farine animali e vegetali è attiva da anni e non ha mai causato fenomeni di questo tipo.
Bolognesi dice che le autorità si disinteressano completamente della strage di questi giorni, sotto gli occhi di tutti. "Pensiamo che sia una questione sanitaria - dice alla "Stampa" - e abbiamo avvisato l'Asl. Sa che cosa ci ha risposto? Prendiamo quattro tortore per farle analizzare. Ma delle carcasse non hanno voluto interessarsi. Eppure mi pare che un minimo di prevenzione per la popolazione sarebbe opportuno. Alcuni uccelli morti li hanno trovati anche in centro città: e se fosse un'epidemia contagiosa per l'uomo?".
All'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, minimizzano: quelle tortore mangiano troppo. Chissà se si tratta davvero di una sorta di abbuffata natalizia. E chissà a cosa si deve la moria negli Usa, dove, in Kentucky, una donna ha trovato dozzine di uccelli morti in casa. E' soprattutto negli States che in tanti si sono già scatenati a parlare di fine del mondo alle porte. C'è anche una setta cristiana, quella di Harold Camping, che assicura: "Siamo agli sgoccioli, preparatevi".
Lunedì attesi i risultati delle analisi I risultati delle analisi 'sicuri e certi' dopo la moria degli uccelli verranno diffusi non prima di lunedì dal Corpo Forestale dello Stato che venerdì ha consegnato i campioni per l'analisi all'Istituto Zooprofilattico competente nella zona. Lo ha precisato il Cfs nel sottolineare che, sulla vicenda che potrebbe avere similitudini con la moria in corso di altre specie aviarie negli Usa, i dati che alcune associazioni ambientaliste stanno diffondendo "non sono quelli ufficiali". |
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De: haiku04 |
Enviado: 07/01/2011 17:53 |
Speriamo di avere spiegazioni esaurienti, perchè è noto che la morte degli uccelli non è mai un buon segno..... l'importante è almeno sapere il perchè.... tra l'altro si riparla pure di mucca pazza, a Livorno.... |
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Ed ho appena letto di pesci morti, molti più che gli uccelli! E' proprio vero che l'uomo distruggerà se stesso. Se muoiono le nostre fonti di sostentamento,gli alimenti vegetali sono spesso OGM,... allora si rivela una profezia il detto del capo Sioux "
Quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete pescato l'ultimo pesce, quando avrete inquinato l'ultimo fiume, allora, e solo allora vi accorgerete che non potete mangiare il denaro accumulato nelle Vostre banche.
Ed io aggiungo... ecco dove ci ha portati il tanto invocato progresso, che ha riempito e riempie le tasche di pochi ed uccide l'intera umanità... possibile che non abbiano capito che muoiono anche loro???
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Non vedo prossima la fine del mondo. Ci sono sempre state grandi epidemie tanto tra gli umani che tra la fauna selvatica. Oggi ne abbiamo più facilmente notizia. Molti selvatici sanno adattarsi e possiamo vedere nelle città gazze, cornacchie, merli e scoiattoli. Ed è vero che alcune specie diventano rare o scampaiono. Ho letto che tenta a scomparire il passero, forse ne è causa il proliferare dei corvi. |
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Rapporto europeo della Lipu: tra le cause urbanizzazione e scomparsa dei terreni incolti
Il volo dimezzato del passero
Ridotta fino al 50% la presenza in Italia del volatile
I passerotti, i simpatici uccellini, tozzi e furbissimi, che da sempre consideriamo onnipresenti, pare non ce la facciano più a stare al mondo, né in città né in campagna. Gli ornitologi di tutta Europa hanno cominciato a percepirne il decremento una trentina d' anni fa, poi questo s' è fatto sempre più deciso, fino a divenire, ultimamente, addirittura allarmante. Tant' è che, da uccelli da combattere per difendere i raccolti, si sono progressivamente trasformati in specie meritevoli di protezione. S' è discusso, di tutto ciò, ieri a Pisa, dove la Lipu, insieme con Birdlife International e col supporto dell' Assessorato Provinciale Difesa fauna e dell' Università Pisana, ha organizzato un convegno internazionale assai significativo, intitolato: «Passeri in crisi? Da "pest" a "species of conservation concern": biologia, problematiche e conservazione dei passeri». In Italia i popolari uccelli sono rappresentati da quattro specie: c' è l' europeo (Passer domesticus), che da noi si trova solo in una stretta fascia appena al di qua delle Alpi; c' è la mattugia (P. montanus), che normalmente schiva le città ma che si trova un pò dovunque nelle campagne; c' è la passera sarda (P. hispaniolensis), che abita le nostre due grandi isole e la penisola iberica; infine c' è l' italica (P. italiae), che è esclusivamente nostra ed è distribuita in tutta la penisola. Molti sono gli ornitologi europei che, da anni, sono impegnati a censire le popolazioni di passeri e, ultimamente, anche a identificare le possibili cause del loro declino. E le ultime notizie non sono buone, perché il decremento demografico, purtroppo, non fa che progredire. Qualche esempio: certo il più eclatante, tra quelli emersi a Pisa, riguarda Varsavia, nei cui giardini la passera europea è praticamente scomparsa (diminuzione del 95%), mentre la diminuzione cittadina media risulta essere del 39%; quanto ai dati italiani, i decrementi oscillano dal 20 al 40-50%, e ciò rispecchierebbe ciò che avviene un pò dappertutto in Europa. La situazione appare tutt' altro che stabilizzata. Quanto alle cause, sono molteplici e ad effetto cumulativo. Determinante, a ogni modo, è la carenza di insetti, in special modo di afidi, nella dieta dei nidiacei. Una dieta quasi solo vegetale ne fa morire molti già nel nido e, quelli che scampano, sono deboli e in seguito vittime di malattie di carattere infettivo. Vi sono poi le intossicazioni da metalli pesanti e da pesticidi, c' è il fatto che le moderne tipologie costruttive degli edifici risultano inadatte alla nidificazione e infine, per quanto riguarda le aree urbane, una gestione del verde pubblico dove piante ed erbe spontanee risultano sempre più rare. Per le aree extraurbane, invece, risulta assai negativa la trasformazione e l' intensificazione delle pratiche agricole, in particolar modo quella delle monocolture, nonché la scomparsa dei terreni incolti, consumati dall' espansione urbanistica. Per i lettori che desiderassero approfondire tutti gli aspetti della crisi dei passeri, consiglio di visitare il sito www.lipu.it Il declino dei passeri segue, purtroppo, quello delle rondini, che ormai ci siamo abituati a non vedere quasi più nei nostri cieli. Contrariamente alle rondini, però, i passeri non avrebbero dovuto diventare, proprio per certe loro caratteristiche, specie a rischio. Gli animali minacciati di estinzione, infatti, solitamente appartengono alla categoria degli specialisti. Per le rondini, se sparissero gli insetti che abitano il cielo, sarebbe una condanna definitiva. Questo perché gli specialisti non hanno tante frecce al loro arco, ma una soltanto. I passeri, invece, sono degli straordinari generalisti. Possono nutrirsi in tanti modi e di tante cose, ma soprattutto sono opportunisti e adattabili. Ciò che ancora non sappiamo è se troveranno un nuovo equilibrio, oppure se il loro declino implacabilmente continuerà. Speriamo nella prima ipotesi, e vediamo di dar loro una mano. 14 4
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Il Polo si sposta troppo velocemente: aerei e uccelli in tilt
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L'aeroporto di Tampa in Florida chiude una pista d'atterraggio |
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CORRISPONDENTE DA NEW YORK L’aeroporto internazionale di Tampa ha chiuso una delle piste d’atterraggio per lo stesso motivo che potrebbe essere all’origine della morìa di pesci e uccelli che si è verificata in più parti del mondo: la massa magnetica al Polo Nord della Terra sta oscillando più rapidamente di quanto avviene di solito.
Lo scenario, fra fisica e fantascienza, richiama alla memoria la trama del romanzo «The Core» di Paul Preuss che nel 2003 il regista Jon Amiel portò sul grande schermo con l’omonimo titolo, raccontando la scelta del presidente degli Stati Uniti di fare esplodere degli ordigni nucleari nel magma terrestre per riattivare la rotazione terrestre misteriosamente bloccata. Non siamo certo a tali scenari apocalittici ma le prime scene di quel film, con stormi di uccelli morti che cadevano dal cielo e aerei che precipitavano all’improvviso hanno a che vedere con gli stessi motivi che hanno spinto le autorità dell’aeroporto internazionale di Tampa in Florida a chiudere una delle principali piste d’atterraggio, spiegandone i motivi con dovizia di dettagli.
Il motivo, come hanno sottolineato i portavoce dello scalo, è che «il Polo Nord magnetico si è spostato dal Canada verso la Russia di circa 40 miglia» - 64,3 km - ad una velocità «più alta del solito» e di conseguenza devono essere ricalcolati circa cento pannelli e quaranta segnali che guidano gli aerei in fase di atterraggio. Se infatti il Polo Nord geografico è un punto convenzionale fisso stabilito sulle mappe, quello magnetico è in continuo spostamento fra il Canada e la Siberia e la sua posizione serve a orientare i piloti degli aerei proprio come un semplice compasso.
Per avere un’idea dello spostamento del Polo Nord magnetico basti tener presente che 700 mila anni fa era invertito con quello al Sud del Pianeta. L’umanità è comunque abituata a convivere con spostamenti minimi e di conseguenza «i piloti volano con l’aiuto dei compassi magnetici e le piste di atterraggio sono designate lungo i punti di questo compasso», come ha spiegato uno dei portavoce dello scalo, sottolineando però «che il problema è che un punto ritenuto a 180 gradi si trova ora, diciamo, a 190 grad».
L’idea che i piloti dei jet commerciali adoperino ancora compassi magnetici nell’era del Gps via satellite può sembrare anomala ma in attesa di modifiche della strumentazione di bordo delle maggiori compagnie civili l’aeroporto non ha avuto alternativa che ordinare il blocco dell’uso di una pista. Anche le autorità dello scalo di Atlanta, in Georgia, stanno valutando una simile decisione per garantire la massima sicurezza ai passeggeri.
A conferma delle preoccupazioni di Tampa e Atlanta la «Federal Aviation Administration», che controlla il traffico aereo civile sugli Stati Uniti, ha avallato la necessità di ridisegnare «almeno una delle piste di atterraggio» in tempi stretti. Le notizie in arrivo da Florida e Georgia hanno spinto comunità scientifica ed esperti meteo a prendere in considerazione l’ipotesi che anche l’improvvisa morte di migliaia di uccelli e pesci in Brasile, Gran Bretagna, Italia, Svezia, Nuova Zelanda e Stati Uniti possa essere legata al brusco movimento del magnetismo terrestre.
Se il Polo Nord infatti si muove in fretta gli uccelli si confondono, perdono l'orientamento, cambiano i loro soliti comportamenti e seguono rotte insolite rischiando di urtare contro correnti d’aria sconosciute che ne possono causare la morte improvvisa. Lo stesso vale per i pesci, il cui orientamento errato può spingerli in acque troppo gelide per sopravvivere, causando la morte di branchi molto numerosi.
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Si è preso in considerazione un contesto di osservazione sufficientemente ampio per analizzare il problema? mi spiego meglio: se eventi di moria di massa si sono riscontrati in varie parti del mondo, allora sarebbe fuorviante ritenere che la causa possa essere imputabile a fenomeni di inquinamento locale. ad esempio in Arkansas non si sono rilevate tracce epidemiche o di inquinamento chimico negli esemplari osservati. Prescindendo dai catastrofismi, ma evitando al contempo di restare imbrigliati in pregiudizi (che danneggiano irreparabilmente l'indagine scientifica), si sono prese in considerazione ipotesi di natura planetaria dal punto di vista astrofisico? non dimentichiamoci le interazioni Terra-Sole dal punto di vista elettromagnetico. Penso che la valutazione delle responsabilità antropiche del fenomeno suddetto debbano essere affiancate da considerazioni di origine naturale, sulla traccia di quelle sopraesposte relative alla imprescindibile fisica planetaria... |
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De: haiku04 |
Enviado: 15/01/2011 01:30 |
Io penso che i vari fenomeni siano accuratamente studiati in più sedi. Non so se già si abbiano risposte precise, ma sospetto che, in ogni caso, saranno informazioni che non verranno date, oppure come al solito avremo spiegazioni fumose e fuorvianti.... oppure sono io pessimista e in mala fede (!?).... |
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De: clicy21 |
Enviado: 15/01/2011 05:05 |
In ogni caso la verita', se l'hanno scoperta, non la sapremo certo! Troveranno e ci propineranno una spiegazione molto terrestre e non preoccupante per la grande massa mondiale! L'uomo...sta facendo vari esperimenti la maggior parte segreti, a parte le esplosioni di ordigni nucleari negli oceani che hanno provocato la nascita delle cosiddette correnti nino e nina, a parte i tentativi cinesi per modificare gli eventi atmosferici con sparando sali d'argento nell'atmosfera e che hanno provocato anche quella nevicata mai vista su pechino (volevano la pioggia ehm) chissa' se questi tentativi hanno qualche correlazione con le catastrofi che sono avvenute in europa in australia in brasile! Se ci pensate sono eccessivi questi eventi atmosferici! Lo spostamento dell'asse terrestre dissero che era avvenuto anche quando ci fu il terremoto di sumatra, chissa' che stanno combinando questi presuntuosi di scienziati spesso allo sbaraglio ed intanto stanno accelerando la ricerca di un nuovo mondo abitabile e gli americani pensano di costruire una realta' abitabile sulla luna............. fantascienza? chi lo sa ! bacione e buona giornata Ely |
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