Ho trovato interessante questa poesia di Patrizia Cavalli
che parla della staticita' delle cose e come
nei sui versi ella non accetti questa staticita'. Quasi con ribellione si sente minacciata e poiche' non e' possibile tornare indietro, incita ad andare avanti, a proseguire il proprio cammino nella consapevolezza della propria unicita'....
Ah smetti di essere cosi' sedia!
E voi, libri, non siate cosi' libri!
Come le metti, stanno le giacche abbandonate.
Troppa materia, troppa identita'.
Tutti padroni della propria forma.
Sono. Sono quel che sono. Solitari.
E io li vedo a uno a uno separati
e ferma anch'io faccio da piazzetta
a questi oggetti fermi, sono raggelati.
Ci vuole molta ariosa tenerezza,
una fretta pietosa che muova e che confonda
queste forme padrone sempre uguali,perche'
non e' vero che si torna,non si ritorna
al ventre, si parte solamente,
si diventa singolari.
Trovo anche questi versi molto belli
che fotografano momenti reali........
Anche quando sembra che la giornatasia passata come un'ala di rondine,come una manciata di polveregettata e che non è possibileraccogliere e la descrizioneil racconto non trovano necessitàné ascolto, c'è sempre una parolauna paroletta da diremagari per direche non c'è niente da dire.
Dolcissimo è rimanere
e guardare nella immobilità
sovrana la bellezza di una parete
dove il filo della luce e la lampada
esistono da sempre
a garantire la loro permanenza.
BUON WEEK END
Annamaria