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Ormai sono pensionata e quindi non mi riguarda in prima persona, ma, per la mia innata propensione a far l'avvocato del diavolo, ho fatto una mia considerazione e mi piacerebbe sentire il Vostro parere. Il 17 marzo è stato dichiarato festa nazionale. Bene! Lo ha deciso lo Stato, ma le aziende si trovano così costrette a pagare una giornata di festività in più ed ad avere la produzione ferma per un giorno. Non mi sembra logico. Prendiamo una ditta con 10 operai, deve pagare 80 ore in più ed avere la produzione ferma per 80 ore. Doppio danno! Secondo me, chi ha voluto questa festività, dovrebbe rimborsare i datori di lavoro, praticamente a mio avviso il discorso che hanno fatto, invece, è questo: "Io decido che i tuoi dipendenti devono fare festa, tu pagali!" mah... forse sono troppo retrò e non capisco! |
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Italia 150, il 17 marzo sarà festa
Ok dal Cdm. Calderoli: incostituzionale
Il Consiglio dei ministri ha deciso: il 17 marzo sarà festa nazionale. Al decreto legge che ha istituito la festa il 17 marzo non hanno aderito Calderoli, Bossi e Maroni. Calderoli: "Fare un decreto legge per istituire la festività, un decreto privo di copertura in un Paese con il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale".
I lavoratori percepiranno il festivo il 17/3, non il 4/11 Come anticipato, la festa per l'Unità d'Italia sarà bilanciata dalla cancellazione di quella del 4 novembre solo per quest'anno. Infatti la questione della copertura finanziaria è stata superata con il trasferimento "degli effetti economici e degli istituti giuridici e contrattuali dalla festa del 4 novembre al 17 marzo. Questo varrà solo per il 2011". La Russa ha aggiunto che "sarebbe stato difficile da capire dire che è la festa di tutti andando a lavorare"
Il no del Carroccio "Come ho già detto - ha spiegato Calderoli - sono e resto contrario alla decisione di non far lavorare il Paese il 17 di marzo, sia per il costo diretto che è insito in una festività con effetti civili che per quello indiretto, che proverrà dallo stimolo di allungare la festività in un ponte da giovedì fino a domenica. Se vogliamo rilanciare davvero il Pil di questo Paese con il decreto legge di oggi abbiamo fatto l'esatto contrario".
La Russa: "Nessuno è obbligato a festeggiare" "Siamo soddisfatti, senza trionfalismi di nessun genere possiamo dire che il 17 marzo sarà festa nazionale con tutti gli effetti civili" commenta Ignazio La Russa al termine del Consiglio dei Ministri. Quanto alla presa di posizione della Lega, spiega: "Non c'è nessuna frattura o rottura con la Lega, ma solo una diversità di opinioni. Chiediamo a tutti rispetto, ma non obbligheremo nessuno a festeggiare. Ho parlato con Bossi, dopo il CdM - ha aggiunto La Russa - e gli ho detto che dove il federalismo è più forte, più forte è la spinta nazionale. Le due cose possono e devono andare di pari passo: così come sono un convinto assertore del federalsimo solidale, non capisco che ostacoli culturali possano esserci a far procedere di pari passo federalismo e identità nazionale". |
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Mi pare che le cifre siano pretestuose e aggirabili in mille modi. L'Italia non si fa mettetendo insieme l'Alto Adige e la Sicilia, ma lavorando sull'italianità delle loro popolazioni. A fronte di 150 anni di unità ci sono millenni di storie diverse e, come detto in altra occasione, sarà più facile diventare europei che non italiani. Io, siciliano a Torino da quasi cinquant'anni. questa unità italica proprio non la sento. |
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L'Italia é nazione sia per il datore di lavoro che per il dipendente,Non é male che una volta tanto chi s'é arricchito con l'€ ,Stato compreso,restituisca simbolicamente un giorno a chi con questa "Unione Monetaria" ha solo avuto danni. |
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Il problema è che non è lo stato che paga, ma il datore di lavoro. Non avevo letto quanto ha postato Haiku... in ogni caso non so più cosa pensare! |
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Lo Stato paga in quanto per diversi lavoratori é il datore di lavoro,vero per il privato ma anche per il pubblico. |
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De: haiku04 |
Enviado: 21/02/2011 15:18 |
Mi ricordo del centenario dell'Unità d'Italia, allora ero alle elementari e vi fu grande festa: in tutte le scuole si fece una full immersion nella storia del Risorgimento, imparammo i canti e gli inni e ci esibimmo tutti noi allievi in uno spettacolino decoroso al quale assistettero genitori e politici locali. Come sappiamo, finita la festa, lo spirito unitario si è disperso e ognuno è tornato alle posizioni di prima. Immagino che la stessa cosa accadrà anche per il 150° perchè, come disse D'Azeglio, fare gli italiani è impossibile. Riguardo a questa festività, io avrei evitato una data precisa. E' vero che Vittorio Emanuele fu dichiarato Re il 17 tramite plebiscito (il 2 % della popolazione: proprietari e alfabetizzati, ma con la campagna di Sicilia ancora in alto mare, poi il brigantaggio etc.), piuttosto avrei coinvolto tutte le domeniche del mese in una memoria collettiva degli avvenimenti più salienti. Si sarebbero evitati contrasti e avremmo rinverdito ricordi di fatti che, seppur giovani storicamente, sono forse ormai lontani dalla nostra memoria. Temo che invece questo 17, più che unire, divida...
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Haiku, sottoscrivo ogni tua parola. Ricordo ancora con che trepidazione si era atteso l'avvenimento, come a scuola non si parlasse d'altro e Torino in festa, piena di gente e la monorotaia, ovviamente abbandonata subito dopo come è successo recentemente con la maggior parte degli impianti olimpici, Uno sfacelo! |
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