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De: lore luc (Mensaje original) |
Enviado: 25/02/2011 13:15 |
Bimbi di 8 anni bestemmiano, difesi dai genitori
di Marco Zucchetti
In una scuola del Torinese le maestre "puliscono" la bocca a un bimbo. La mamma invece di punirlo le denuncia, trasformato il figlio in vittima. Ma in quella classe volavano insulti e sedie. Così l’autorità degli insegnanti muore
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In parecchi bar italiani, su cartelli d’annata esposti tra i bitter e il rabarbaro, ancora lo si può leggere: «Vietato bestemmiare. La bestemmia offende Dio e degrada l’uomo». Giusto, ma il bambino? Cosa succede se è un bimbo di otto anni a scomodare santi e divinità come un falegname che si è martellato il pollice? Senza scomodare la Montessori, saggezza popolare vorrebbe che gli arrivasse uno scapaccione. Invece a Torino la faccenda va a finire davanti alla pubblica autorità e il blasfemo infante diventa vittima. Tutto accade a Sant’Ambrogio, in Val Susa, dove una mamma ha denunciato due maestre per aver obbligato il figlio a lavarsi la bocca col sapone dopo che il bambino aveva bestemmiato in classe, a coronamento di una sequela di parolacce: «Mio figlio ha gli incubi, non tornerà a scuola finché le maestre non saranno allontanate», accusa la donna, che fa delle insegnanti un ritratto a metà tra Torquemada e Kappler. Ma è davvero così oscena e nazista la punizione scelta?
Non serve Don Bosco per capire che il manuale del perfetto pedagogo non prevede il lavaggio coatto della bocca con il Palmolive in caso di sacramento improvviso. D’accordo, le maestre hanno esagerato. Epperò sette bambini dall’inizio dell’anno hanno cambiato classe, raccontando di sedie che volavano e insulti continui: situazione quantomeno difficile. E ci sarà un motivo pure se la dirigente scolastica difende le due professioniste: evidentemente, le maestre erano esasperate.
Avrebbero dovuto telefonare a casa ai genitori, non c’è santo (pardon) che tenga. Ma il bambino è un soggetto esuberante ed è seguito da uno psicologo, non è la prima volta che crea problemi. Dunque, le maestre hanno ceduto a una via alternativa. Una soluzione né offensiva né umiliante, come può essere far scrivere sul quaderno per cento volte «sono un deficiente»; una soluzione non violenta, ben altra cosa dagli schiaffi e dalle bacchettate sulle dita da Libro Cuore. Hanno scelto un’opzione simbolica: hai detto una cosa brutta, incivile e sporca, quindi làvati idealmente e fisicamente la bocca.
Eppure, in questo Paese in cui si riversano fiumi di inchiostro e indignazione sulle barzellette blasfeme del premier, si va alla crociata per far espellere i ragazzotti imprecanti dal Grande Fratello e si reclamano squalifiche esemplari per i terzini che smadonnano se sbagliano un cross su un campo di calcio, il provvedimento delle maestre fa gridare all’abuso. C’è uno squilibrio ipocrita: come pretendere che gli adulti non nominino il nome di Dio invano se tolleriamo la bestemmia in terza elementare? Già, perché al di là delle dichiarazioni di facciata sul bambino che «ha sbagliato», le reazioni passano un messaggio diverso. «Medioevo», attacca l’Osservatorio dei minori. «Metodi da secolo passato», rincara la madre del bimbo. Magari, verrebbe da dire. Magari avessimo salvaguardato come un panda almeno un’eco di quel severo buonsenso novecentesco che garantiva il sostegno dei genitori all’azione educativa della scuola primaria: la maestra ti puniva e a casa papà rincarava la dose mettendoci il carico. E la volta dopo non succedeva più.
Non si dice di avallare comportamenti retrogradi da denunciare (ci sono anche insegnanti chiaramente esauriti che negano ai down di andare in gita, mostrano cartucce di fucile a scopo intimidatorio e ordinano agli alunni di abbracciare la tazza del wc e di cantare «non son degno di te», roba da trattamento sanitario obbligatorio), ma il lassismo parentale ormai svuota l’intera missione educativa delle insegnanti. I genitori difendono i figli a ogni costo, fabbricando alibi quando fino a pochi anni fa era onere dei ragazzi inventare scuse. Ora i discoli - amarcord lessicale - non devono più neppure fare lo sforzo: prendono un brutto voto? La maestra spiega male. Una nota perché chiacchiera in classe? Ma se lo fanno tutti! Le parolacce? Le sente in tv, cosa possiamo farci? Bestemmia? Vabbè, non fa nemmeno religione!
Che poi, a ben vedere, le rimostranze si possono fare in vario modo. Bastava chiedere udienza alle maestre e replicare: «Se permettete, a mio figlio la bocca la lavo io». Sacrosanto. Ma rivolgersi alle autorità, fare in modo che a dirimere la questione siano i carabinieri o il Provveditore (assurdo come ci si rivolga alla magistratura anche per decidere cosa mangiare il venerdì sera), è roba da azzeccagarbugli. Reclamando per l’eccesso di castigo, passa l’idea che il bambino non abbia sbagliato. E che gli altri venti compagni di classe possano bestemmiare allo stesso modo. Molto più sano uno scappellotto, una settimana di punizione, i Gormiti nella spazzatura, a letto senza vedere la Juve. Perché non è detto che il rigore debba per forza essere bollato come «retaggio fascista».
Perché bestemmiare Gesù, Allah, Confucio o Manitù è maleducazione inaccettabile, non ribellione al conservatorismo. E perché le maestre potranno pure subire le azioni disciplinari in silenzio, ma - come scriveva Belli - «Dio è omo da risponne pe’ le rime», e non sarebbe male se i bambini lo imparassero assieme alle tabelline.
da "il Giornale" |
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Un plauso a questo giornalista e grazie a te Enzo cha hai pubblicato questo articolo. A mio parere dovrebbero mandare anche i genitori a lavarsi la bocca, perchè parolacce e bestemmie quel moccioso non le ha certo imparate da solo! |
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Ho un cugino orologiaio che ho sempre frequentato pochissimo...di lui mi rimane una sola frase,ma chiarissima.
"Chi semina,raccoglie." |
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Non ho mai avuto le "mani lunghe",come si suol dire,poichè ho sempre sostenuto che il dialogo è molto più efficace e,durante l'adolescenza di mia figlia,ho avuto ragione di credere che è davvero così ma,anche se la colpa è essenzialmente dei genitori,una "carezzina",a quei ragazzi, mica faceva male!!!...Non ho mai sopportato parolacce e bestiemme dalla bocca di adolescenti!!! |
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De: haiku04 |
Enviado: 26/02/2011 00:46 |
Un articolo arguto, bravo Zucchetti! Detto questo penso che sia sempre meglio non "mettere le mani" sui figli degli altri, altrimenti si passa inevitabilmente dalla parte del torto. Oggi per un insegnante avere in classe allievi problematici è un affare spinoso: l'unica, sempre a mio modesto parere, sarebbe di cercare il più possibile la collaborazione dei genitori, poi del preside, e comunque assegnare come punizione compiti supplementari che, se non eseguiti, andrebbero ad inficiare l'intero rendimento scolastico. Infine spiegare bene al "colpevole" l'errore commesso, e all'intera classe la grave natura dell'errore che, in quanto tale, è da evitare.
Auguri maestre e prof!
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Una volta il bambino temeva non tanto il rimprovero della maestra quanto la possibilità che papà e mamma ne venissero a conoscenza, oggi tanti genitori sembrano i rappresentanti sindacali dei loro preziosi pargoli. |
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.........infatti, guai a raccontare ai genitori di aver avuto un castigo.!
Io ho frequentato tutto il mio corso di studi presso un istituto di suore, fin dalla scuola materna. Li' vigeva l'uso che quando c'era da dare un castigo, a parte tante angherie che ci venivano propinati: come quello di andare in giro per tutta la scuola con un cartello
con su scritto "sono un asino" e con in testa delle grosse orecchie; oppure esser messi dietro la lavagna e addirittuta fuori della porta per tutta l'ora di lezione. Dalle medio e poi le superiori, se c'era poi qualcosa di piu' grave,ci facevano fare la sesta ora. Praticamente ci facevano uscire un'ora dopo. In quel caso i genitori lo venivano a sapere perche' nel momento che ci venivano a prendere,venivamo trattenuti senza tanti complementi a restare e i genitori andavano via senza non averci prima minacciato provvedimenti quando si tornava a casa!!....
Forse tutto questo era troppo, ma ora dobbiamo riconoscere che si sta esagerando.....e non e' un momento facile per gli insegnanti........ |
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Davvero, poveri insegnanti. Anch'io sono andata a scuola dalle Suore e ricordo che in prima elementare, l'insegnante (una signorina che era interna dell'Istituto e a suo tempo già insegnante di mia mamma) mi sgridò a voce alta perchè avevo fatto una macchia di inchiostro sul quaderno e, nel tentativo di cancellarla, avevo fatto un buco sul foglio. Arrivata a casa lo raccontai ai miei genitori che, invece di sostenermi, mi fecero un rimprovero. Allora lo vissi come un sopruso, ma... non ho mai più bucato i fogli!!! Nelle medie invece trascorsi l'intera ora di lezione fuori dalla classe perchè avendo sentito che l'insegnante si era fatta la plastica al naso, ed essendo per me un'assoluta novità, appena entrata in classe, le chiesi a voce alta e davanti a tutti: "Signorina Renoglio, è vero che lei ha il naso di plastica?" Devo dire che oltre all'ora nel corridoio da allora non ebbi più una sufficienza e che fui rimandata a settembre? |
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De: haiku04 |
Enviado: 27/02/2011 01:02 |
Va anche detto che, aldilà del caso sopra citato, ci sono pessimi genitori, come ci sono pessimi insegnanti. Quando mio figlio era alle elementari aveva le due maestre e in classe c'era un bambino terribile: con una delle insegnanti era l'inferno.... poi arrivava la maestra Daniela, bionda, carina, col suo tailleurino ordinato e il sorriso alla monna Lisa: beh, bastava uno sguardo, una parola detta a bassa voce, un ordine, e tutti eseguivano come bravi soldatini, persino il violento e sboccato Alessio diventava un agnellino! Ecco, la Daniela sapeva essere un'insegnante, aveva il carisma giusto per quel ruolo, ed evidentemente non è da tutti.... |
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una volta c'erano i concorsi per ottenere una cattedra; poi venne il '68, il voto politico di gruppo, il proliferare degli atenei, il lievitare dei corsi di laurea e ....... in una trasmissione preserale ho sentito un laureato mettere la foce del Po nel golfo ligure |
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