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De: lore luc (Mensaje original) |
Enviado: 27/03/2011 11:26 |
Le imprese meticce
Al mercato un banco su quattro è di proprietà di un immigrato
Gli immigrati che si mettono
in proprio a Torino sono in
costante aumento. All’inizio
i clienti erano soltanto
connazionali, ora il mercato
si è allargato
elena lisa
torino
In un pezzo di terra a Carmagnola, accanto a sua
maestà il Peperone, Huxian Zhao coltiva cavolo di Pechino, germogli di
bambù e lattuga sheng cai. Cura varietà asiatiche di ortaggi da cinque
anni, da quando è diventato il fornitore di ristoranti cinesi con
l’ambizione di preparare piatti secondo la tradizione più rigorosa. Il
signor Zaho è proprietario di un piccolo spaccio, ha quattro dipendenti e
a Torino vive felice.
Raducu Ureche ha aperto un’ azienda
edile nel 2005, un anno prima delle Olimpiadi Invernali, un buon
periodo, serviva manodopera e lui ha lavorato sodo, ma chiuso il
business dei Giochi non credeva nel futuro della sua impresa. Invece,
non solo oggi è ancora attiva, ma ci lavora pure il più piccolo della
famiglia arrivato dalla Romania nel 2007. Lo stesso anno in cui Abdel
Amid Habib è sbarcato dall’ Egitto. Lui, adesso, a Porta Palazzo vende
kebab. Per i suoi panini si fa la fila, e in coda si mettono anche i
fedelissimi della bagna cauda.
Da sola non basterà a salvare le
sorti delle nostre casse, ma è innegabile che l’intraprendenza degli
uomini e delle donne venuti da Paesi lontani sta dando una vigorosa
spallata alla crisi piemontese. Se l’impresa è il tessuto dell’economia,
quella «meticcia» - nata in Italia per mano straniera - è una stoffa
assai resistente: il trend è nazionale, e in provincia di Torino i
numeri sono esemplari.
«Nel 2009, annus horribilis per gli
affari - spiega Eleonora Castagnone, ricercatrice di Fieri, il Forum
Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’immigrazione -, gli
imprenditori stranieri erano 14.500, aumentati del 9,1% rispetto al 2008
mentre le imprese con titolare italiano sono diminuite dello 0,8%. E
oggi le aziende straniere sono addirittura 30.122». Due facce della
stessa medaglia, che la camera di Commercio ha chiamato «natimortalità»:
nel 2010 le aziende fallite sono state 438, più del 41% rispetto al
2008. A soffrire l’industria metalmeccanica e dolciaria: la crisi di
Peyrano e Streglio, marchi storici, sul mercato da quasi un secolo, è la
punta più prepotente dell’iceberg.
Gli immigrati imprenditori
sono uomini e donne tra i 30 e 49 anni. Hanno la pelle nera o gli occhi a
mandorla, basta questo - a volte - a rinforzare pregiudizi per cui
trovare un posto da dipendenti non è facile: mettersi in proprio, creare
un’azienda diventa un «rifugio» per sopravvivere. Ma se le performance
delle imprese meticce sono crescenti e solide, non è soltanto per
necessità. Aprono un’attività - i più arrivano dal Nord Africa e
dall’Est Europa - persone colte, preparate con un’ esperienza di lavoro
già avviata nei paesi d’origine. Si occupano di ristorazione, commercio,
costruzioni e, sempre più, di saloni estetici, lavanderie e negozi di
acconciature.
Una spinta creativa e imprenditoriale che ha
convinto il Centro interculturale di corso Taranto a proporre un corso
che spieghi come fare impresa attraverso il racconto di chi un’azienda
già ce l’ha. Si chiama «con la testa e con le mani». Spiega uno dei
tutor, Francesco Vietti: «Nei tre mercati principali della città, Porta
Palazzo, via Madama Cristina e corso Racconigi, un banco su quattro è di
proprietà di un immigrato, spesso maghrebino. Sono uomini saliti nella
scala sociale: clandestini che hanno lavorato come scaricatori poi sono
diventati venditori in nero, e infine hanno comprato l’attività».
Immigrati avidi e usurpatori? Sorride Vietti: «No. Soltanto stranieri
che si sentono orgogliosi di fare mestieri faticosi che sempre meno
italiani sono disposti a fare».
Comanda imprese meticce chi ha
acquistato un’azienda o l’ha creata da zero e chi dall’azienda è stato
conquistato. Non solo a Torino: a pochi chilometri da Alba c’è l’Osteria
dell’Unione, incubatrice dove negli Anni Ottanta si sviluppò Arcigola,
embrione di Slow Food. La lavoratrice più giovane stava in cucina:
lavava i piatti, puliva patate e in silenzio imparava i segreti della
gastronomia langarola. Oggi è cresciuta ed è titolare del locale. Si
chiama Rezarta Fino, arrivata dritta da Tirana.
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Fenomeno che fa riflettere. Gli europei colonizzarono al seguito dei loro eserciti invasori; la nostra civiltà sta morendo pacificamente.
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De: haiku04 |
Enviado: 27/03/2011 13:32 |
Infatti, un esercito armato lo si può anche sconfiggere, ma questa invasione lenta, determinata e continua no.... siamo destinati a soccombere nell'arco del tempo, con le prossime generazioni sempre più in minoranza, sino a quando quei pochi che rimarranno non conteranno più niente, altro che Unità d'Italia.... |
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Ma la colpa è nostra che stiamo impassibili a guardare. E poi, secondo me è ciclico. Ricordo bambina quando arrivarono in massa i veneti in fuga dal polesine e furono guardati con diffidenza, poi arrivarono i meridionali e furono guardati con diffidenza, ora gli extracomunitari e li guardiamo con diffidenza... io penso che, veneti, meridionali ed extracomunitari, in Piemonte hanno soppiantato i piemontesi, nel giro di qualche anno saranno soppiantati gli italiani ed infine gli europei.... |
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...E che pensate di quei negozi che fioriscono a vista d'occhio ???...Moltissimi sono di radici cinesi ( i famosi negozietti tutto ad 1 euro )...senza parlare dei famosi fast food kebab...da noi ce ne sono ben tre...Sono molti i negozi che hanno cessato l'attività(gestiti da italiani "locali")...e lentamente vengono "rimpiazzati" da gente straniera...mah stà Italia |
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...Come sempre c'é un motivo per tutto.I flussi migratori seguono il beneplacito più o meno affiorante dei governi ospitanti,in cerca di mano d'opera numerosa e a basso costo...é vero oggi come ai tempi di Mosé,allora magari si usavano mezzi piuttosto spicci senza aspettare le decisioni dei migranti.Quanto al prevalere come numeri,la natalità é più alta anche perché per allevare un bimbo si risparmia di molto rispetto allo standard "occidentale". |
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De: haiku04 |
Enviado: 29/03/2011 18:51 |
Bossi: "Fora da i bal"
Poche parole, ma chiaro il concetto! |
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avrei un'altra idea. I francesi respingendoli stanno creando altro grave problema a Ventimiglia. Se noi diamo a tutti immediata cittadinanza italiana, tutti gli stati della comumità europea non li potranno più respingere così come noi siamo obbligati a tenerci i rumeni. Algerini, tunisini e marocchini sono di lingua francese ed è ovvio che preferirebbero andare in Francia.
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De: clicy21 |
Enviado: 30/03/2011 07:51 |
In toscana, aumentano a vista d'occhio le attivita' straniere, mi sono sempre chiesta con che soldi aprono attivita'? ho scoperto che almeno qui hanno tutti i favoritismi possibili e praticamente burocrazia ZERO...cosa che per gli italiani NON ESISTE. Mi sono chiesta, ma nessuno controlla da dove arrivano i soldi per comprare la merce allestimenti etc??? I cinesi comprano capannoni, case, CON QUALI SOLDI se arrivano come immigrati disperati...a Firenze ? In centro storico ci sono 49 venditori di kebab...come campano? io lo so perche' me l'hanno detto, ma nessuno controlla.........perche' ci sono interessi dietro...interessi sporchi!!! Evidentemente vogliono che gli italiani spariscano.....vogliono che l'Italia diventi suddita dello straniero, vogliono che la razza italiana diventi una razza bastarda ............ |
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De: clicy21 |
Enviado: 30/03/2011 08:18 |
Caro Enzo spero che non hai nulla in contrario se posto cio' che hai scritto su fb in un gruppo, ovviamente omettendo il tuo nome!! grazie in anticipo e me lo piglio hahaha bacione Ely |
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nihil obstat Tra una barzelletta e l'altra è quello che dovrebbe dire Berlusconi ai colleghi europei, francesi in testa Enzo
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De: haiku04 |
Enviado: 30/03/2011 12:29 |
Non è male la tua idea Enzo, anche se mi da ansia il pensiero di una cittadinanza italiana elargita così tout court..... comunque il premier ha trovato la soluzione: “Il piano prevede lo sgombero per la liberazione di Lampedusa dai migranti, che saranno “portati in altre regioni”. Apperò, che ideona, non vedo l'ora!
Ma, vuoi il regolamento di Dublino, vuoi che le nostre porte sono sempre state esageratamente aperte, tanto per cambiare prevedo tempi ancora più duri.... |
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avrei un'altra idea.
I francesi respingendoli stanno creando altro grave problema a Ventimiglia.
Se noi diamo a tutti immediata cittadinanza italiana, tutti gli stati della
comumità europea non li potranno più respingere così come noi siamo obbligati
a tenerci i rumeni. Algerini, tunisini e marocchini sono di lingua francese
ed è ovvio che preferirebbero andare in Francia.
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Immigrati: a Ventimiglia la Francia fa passare
i tunisini con il permesso
I francesi hanno cambiato idea,
piegandosi a quanto stabilito dalla Commissione Ue: i documenti italiani sono
validi per muoversi nell'area Schengen
Hanno passato i controlli della polizia francese, alla stazione di
Mentone, i tunisini che questa mattina hanno ritirato i permessi di soggiorno
temporaneo al commissariato di Ventimiglia. La gendarmerie è salita sul treno,
ha controllato i documenti e ha fatto proseguire i migranti verso Nizza.
Inizialmente Parigi aveva messo il paletto alla porta di
Ventimiglia, blindando confini e decidendo di far passare solo gli immigrati
che avessero con sé regolare passaporto. Una vera e propria doccia fredda: il
commissarriato di Ventimiglia ha distribuito i primi dieci documenti e la
polizia francese ha subito rispedito gli immigrati in Italia. Nel frattempo la
notizia si era sparsa in fretta tra gli ospiti del centro di accoglienza.
Davanti al commissariato della cittadina frontaliera si
era radunata una fila ordinata di immigrati che aspettano pazientemente
di ricevere il (presunto) biglietto per la Francia. Intanto Ventimiglia, da
settimane assediata dai migranti, è una pentola in ebollizione. La Regione
liguria ha stanziato 100 mila euro per far fronte all'emergenza, ma il sindaco
di Ventimiglia Gaetano Scullino chiede una soluzione più radicale: "La
città ha dato prova di grande accoglienza - dice - ma ora siamo al limite.
Prefettura e Viminale devono porre un termine certo per la chiusura del
centro".
Che abbiano letto la mia idea?
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De: clicy21 |
Enviado: 16/04/2011 20:59 |
hahahahah Enzo forse non qui........piu' facile nel pensiero!! |
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importante è che abbiano fatto la cosa più sensata; del resto si sa che a volte nelle discussioni al bar c'è più lungimiranza che in quelle in Parlamento
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