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De: lore luc (Mensaje original) |
Enviado: 15/04/2011 03:16 |
da "Libero"
"
Datemi
una pistola, un euro e vi sistemo il Paese. Mi spiego: l'euro server
per accendere prima un cero alla Madonna, perché il colpo riesca bene".
Don Giorgio Capitani ci riprova: appena un microfono
gli si avvicina, il prete proprio non ce la fa a contenersi, specie se
si tratta del premier Silvio Berlusconi. Così, dopo aver urlato alle
telecamere di Exit, su La7, "prego Dio che gli faccia venire un ictus", alla Zanazara di Radio 24 - ha spiegato che si potrebbe anche ricorrere a vie meno trascendentali. "SPERO RIMANGA IN STATO VEGETATITO PER 40 ANNI" -
Ma si tratta solo di esternazioni. O di 'sottili' suggerimenti. Don
Giorgio non ha alcuna intenzione di impugnare armi. In fondo, è uomo di
Dio. Spiega che uccidendolo "si correrebbe un rischio maggiore.
Uccidere fisicamente Berlusconi lo trasformerebbe in un simbolo, in un
martire!". E che Dio ce ne scampi... dirà tra sè. No, Don Giorgio alle
armi preferisce la preghiera proprio perché "a differenza degli atei ho
il vantaggio di credere nel Padreterno. Quindi posso pregare". Di più,
Berlusconi non dovrebbe morire sul colpo, ma "rimanere in stato
vegetativo per quarant’anni, così da pagare per i danni che ha fatto
all’Italia".
"TAGLIAMOGLI IL PENE" - Ma di
esternazioni sul genere ce ne sono a bizeffe sul suo sito. Giovedì
mattina, ad esempio, la sua homepage si apre con la foto in cui la testa
di Berlusconi fa capolino dalla patta dei jeans. Sotto, la scritta
"visto come ha ridotto l'italia, tagliamogli il pene". Visto il bunga
bunga di Arcore, quale rtortura potrebbe essere più punitiva. E meno
male che Gesù mostròperdono alla Maddalena
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De: haiku04 |
Enviado: 15/04/2011 11:49 |
Ohibò, appena letto sono rimasta a bocca aperta.... mi sono un minimo documentata e ho scoperto che don Giorgio ha un sito internet dove chi più ne ha più ne metta.... anche divertente se vogliamo, ma un prete, suvvia.... D'altra parte non era più tempo di manifestini presso i confessionali del tipo "Nessuna assoluzione ai comunisti", oppure "Vota DC perchè nella cabina elettorale Dio ti guarda".... cambiano le tendenze e il progresso offre nuovi mezzi, ma resto sempre dell'avviso che non c'è più religione! Se i preti avessero famiglia e andassero a lavorare avrebbero meno tempo per sparare caxxate... |
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Ho detto più volte che sono una ex catechista, ma è proprio a causa di questi "ministri" di Dio che non vado più in Chiesa! Vergogna! Per quanto mi risulta i preti dovrebbero predicare l'amore ed il perdono. Ma la Chiesa cosa fa al rigurado? Si limiterà a chiedere scusa coma ha fatto per i preti pedofili? |
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Giorno a
dir
messa,
notte
nei
club
gay:
la
doppia
vita
dei
preti
in
Vaticano
Il libro
"Sex
and
the
Vatican"
svela
i
lati
oscuri
della
Chiesa
tra
festini
e
sadomaso.
E, dopo,
la
comunione
/
RUGGERI
I
n un locale del Testaccio c’è un party privato
interamente maschile. Sul palco, due cubisti. In jeans tagliati cortissimi,
formato perizoma, con le cerniere aperte. Ballano. Poi trascinano sotto i
riflettori uno del pubblico. Dirty dancing a tre in variante omo, con lui che
fa la parte dell’hot dog. Tutto normale?
Beh, insomma. Lui, un francese, ha appena celebrato la messa del mattino presto
nella basilica di San Pietro e per un anno ha cantato per Benedetto XVI. Ed è
lì con vari colleghi, nascosti negli angoli bui a darsi da fare, un italiano,
un tedesco, un brasiliano...
Sembra una barzelletta sconcia. Invece è routine. Come scopre presto,
infiltrandosi nel mondo delle chat per omosessuali, delle saune piene di dark
room, del Gay Village e delle basiliche dove ogni tanto i marchettari «passano
a fare il bancomat», il giornalista di Panorama Carmelo Abbate. Che confeziona
subito, nel luglio 2010, un’esplosiva inchiesta su “Le notti brave dei preti
gay” da undercover reporter, tra incontri sadomaso, blasfeme messe con tanto di
comunione post coitum, fellationes in sacrestia e usi impropri del calice, che
fa il giro dei media di tutto il pianeta, costringendo il vicario del papa a
diffondere una nota ufficiale in cui si ammette l’esistenza di comportamenti
indegni. E che adesso la amplia ad altre città italiane e ad altri Paesi, alle
suore lesbiche e alle doppie vite a sfondo eterosessuale, ma non ai casi di
pedofilia su cui ormai la bibliografia è in drammatica crescita, nel libro Sex
and the Vatican (Piemme, pp. 420, euro 18,50) in uscita il 19 aprile (il 21
anche in Francia per i tipi di Michel Lafon).
Il quadro che ne esce è sconcertante, le cifre sconfortanti. Secondo lo
psichiatra Richard Sipe, ex benedettino, «se dovessimo eliminare tutti quei
preti che hanno tendenze omosessuali, il numero sarebbe così alto che
risulterebbe una bomba atomica». Negli Usa il 48% dei preti sarebbe gay; in
Austria il 22% avrebbe relazioni con donne; il 41% di preti brasiliani ha
ammesso di aver avuto rapporti sessuali; The Guardian ha parlato di mille casi
di figli di preti cattolici; in Spagna il 20% del corpo sacerdotale sarebbe
costituito da preti sposati; in Italia un sondaggio di Gay.it dice che il 37%
degli intervistati ha avuto un approccio sessuale con uomini di Chiesa. Ma
dinanzi a tutto questo il Vaticano, finché non scoppia lo scandalo, chiude
entrambi gli occhi, preferisce non vedere e non agire, se non con un inutile
trasferimento: la reputazione prima di tutto, a costo di pagare profumatamente
il silenzio.
Tra parroci con una passione per gli extracomunitari, risse per i favori di una
neovedova, molestie telefoniche a bambine e squallidi ricatti, missionari in
Africa che abusano delle suore e poi le fanno abortire, fa quasi tenerezza don
Contraddizione (così, dato il contesto ingenerosamente, lo chiama Abbate), che,
all’insegna del si non caste, tamen caute, rimorchia in discoteca e ha
una decina di rapporti occasionali all’anno, talvolta con prostitute.
Non mancano poi scene boccaccesche. Basti citare i poliziotti che scoprono in
un’auto ferma sull’autostrada Napoli-Caserta una coppia che fa sesso anale. Solo
che lui è un sacerdote, lei una parrocchiana che deve sposarsi dopo pochi
giorni e arrivare vergine al matrimonio e l’auto è intestata al futuro
marito... O quella che vede scoperti nel 2003, a causa di una rapina subita,
padre Dominique Wamugunda e Martha Karua, ex ministro della Giustizia del Kenya
e candidata alle presidenziali...
Finché il cattolico Abbate resta cronista, il suo lavoro è impeccabile. Epperò,
quando cerca di interpretare i fatti che racconta, trasformandosi (nonostante
le dichiarazioni di umiltà) in storico e in teologo o addirittura stendendo il
povero Sant’Agostino sul lettino dello psicoterapeuta; quando fa assumere alle
sue pagine l’aspetto di uno spot per l’eliminazione del celibato, legge umana e
non divina, dando la parola ai progressisti (il suo nume tutelare è Hans Küng)
e agli esponenti della Teologia Pluralista della Liberazione; quando ventila
l’ipotesi che la confessione sia nata «come forma di controllo sulle coscienze
da parte delle autorità religiose»; quando sembra applaudire alla nascita della
Iglesia Cristiana Esenia che accoglie sacerdoti gay, suore lesbiche e religiosi
sposati; allora stona.
Soprattutto, dà fastidio, almeno a chi scrive (non credente, ma forse troppo
tradizionalista), l’equivalenza di fondo che Abbate pare instaurare tra le
varie “deviazioni”, tra chi si innamora di una donna e magari ci fa figli e chi
si dedica a festini gay ogni sera, tra una “sana” storia alla “Uccelli di rovo”
e il parrocco che spesso e volentieri entra ubriaco e drogato nella stanza
delle suore, si spoglia, si masturba e le costringe a rapporti completi, tra la
suora che distribuisce preservativi nel Terzo Mondo e il cappellano
collezionista di cd porno gay, abituato ad andare nei motel con i gigolò e a
divertirsi con classico cetriolo, mazza da baseball e palo dell’ombrellone. Non
è giusto mettere tutti quanti in un unico calderone, magari in nome di quel
politicamente corretto che spinge l’autore a dichiararli vittime del Vaticano
cattivo.
di Miska Ruggeri
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Credevo di non stupirmi più di nulla, invece rimango esterrefatta. E mi sento quasi fuori dal mondo, credevo di essere una grande peccatrice ed invece sono ben lungi dal rientrare nella norma!!! |
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ero convinto di non averlo spedito; ormai è fatta. Si fa fatica a crederci. Gesù non separò i peccatori dai puri; chiese ai peccatori di pentirsi. La diffusione del peccato non può essere uno stimolo a peccare e men che mai una autorizzazione "dall'alto". Gesù non scacciò la meretrice, sono certi sacerdoti "moderni" che si strappano i capelli per il bunga-bunga. Il processo Ruby punta esclusivamente, e non potrebbe essere diversamente, sui reati (da dimostrare) di istigazione alla prostituzione con l'aggravante della minore età e la concussione. Solo che per farlo i PM( e questo è reato) hanno fatto in modo che i giornalisti avessero e pubblicassero quanto doveva restare segreto.
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De: haiku04 |
Enviado: 17/04/2011 17:57 |
Ho sempre ritenuto sbagliato, in tema di sacerdozio, l'obbligo del celibato e il voto di castità: sappiamo che la carne è debole e, passata la freschezza della vocazione, gli impulsi terreni evidentemente si fanno sentire con gli esiti che sappiamo! Inoltre la maggior parte dei preti sono stati oggetto di molestie sessuali già nell'ambito del seminario, creando personalità gay e, quel che è assai peggio, pedofile. I puri sono pochissimi, i quasi normali quelli che lasciano la tonaca per amore di una donna, e gli altri .... beh, non c'è limite al peggio.... Ergo, non contaminate la purezza e lasciateli liberi di sposarsi: forse solo così avremmo dei veri uomini di Dio! |
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