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De: Brinetta (Mensaje original) |
Enviado: 10/06/2011 18:25 |
... lo so che non è la stessa cosa ! C'è differenza tra la perdita di una persona cara e quella di un animaletto. Son passata per tutte e due le cose, e per me il dolore provato è stato sempre comunque forte. Forse non tutti capiranno, ma ve lo voglio dire lo stesso.
Perchè per me, Mimosa, la mia piccola cagnolina bianca era come una persona. L'avevo presa 17 anni fa, che aveva poco più di 3 mesi. Era dolce, tranquilla, piccola e affettuosa, la mia ombra. Dove stavo io, stava lei. Poi, una quindicina di giorni fa, ha iniziato a mangiar di meno, e negli ultimi 2 giorni a non mangiare affatto, a barcollare. Dormiva sempre. Ho capito che stava per andarsene e soffriva. Così dopo varie visite dalla veterinaria, ho deciso che dovevo evitarle l'agonia degli ultimi giorni e ieri, mi son fatta coraggio e d'accordo con la dottoressa che la seguiva, l'ho fatta sopprimere. Non è stato facile, per niente facile. Ho pianto tanto, e non me ne vergogno, perchè questi animaletti diventano una parte di noi, della nostra vita. L'unica cosa che mi consola è sapere che adesso è finalmente libera, che non patirà più nè il caldo, nè il suo star male ... Le ho risparmiato le ultime sofferenze.
E sono convinta che, come per noi, anche per gli animali, vi sia un'altra vita dopo la morte fisica.
Un saluto affettuoso a tutti
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Cara Brinetta, sono davvero dispiaciuta per questa brutta notizia, per la solitudine ed il dolore che starai provando e anche per le angosce e le e le speranze che si saranno sussegguite in questi quindici giorni. Secondo me hai preso la decisione giusta evitandole inutili sofferenze. Ho provato questo momento tanti anni fa, quando è mancato il mio Dick. Un pensiero affettuoso per te. |
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Allora mi puoi capire. Ho avuto animali in casa fin da piccola. Ma pur essendoci già passata per questo dolore, non ci si abitua mai. Ogni volta, sembra la prima volta.
Non si pensa a quanto si soffre quando poi se ne vanno, quando si prende una bestiolina in casa. E invece bisognerebbe farlo.
Adesso mi è rimasta Brina, una cagnolona di taglia media, bastardina, presa al canile e ben 6 gatti! 3 storici, ormai vecchietti ma arzilli, e 3 fratelli neri come la pece, tutti maschi, che hanno abbandonato neonati, davanti casa, 2 anni fa ! Ho cercato, dopo averli svezzati di sistemarli, ma niente. Così li ho sterilizzati e tenuti con me. Sono adorabili e bellissimi !
Grazie delle dolci parole, Francesca e un abbraccio
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Le ho risparmiato le ultime sofferenze.
Si può opinare all'infinto senza mai raggiungere una certezza. O meglio io non ne ho. Nell'amare gli altri non amiamo noi stessi?
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De: haiku04 |
Enviado: 11/06/2011 12:03 |
Quando, negli anni, ho perso i miei gattini adorati, ho sofferto tantissimo, per cui posso capire il tuo dolore Brinetta. Un animale è capace di dare tanto di quell'amore disinteressato che spesso difficilmente troviamo nei nostri simili...
Un dolce riposo a Mimosa.
Interessante il tuo quesito Enzo, sul quale glisso pure io.... |
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Io penso che se amassimo noi stessi, anzichè far cessare le sofferenze del nostro amico animale, cercheremmo con tutti i mezzi di prolungarne l'esistenza pur cercando di alleviare la sua sofferenza, in modo da abituarci più dolcemente al distacco anzi, arrivando ad invocare che diparta per non vederlo più soffrire. Avrei fatto come Brinetta. |
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Infatti Francesca ... ormai capisco quando stanno per andarsene !
La stessa dottoressa tempo fa con un mio gatto che soffriva da 2 mesi mi disse ... Si, hai ragione, soffre e chiede di morire ! Perchè quindi prolungare quell'agonia?
E' un accanimento terapeutico che non serve se non a dargli una settimana o forse un mese di vita in più. Ma poi che vita è ?
Mi successe anni fa con un cane che un veterinario di Roma mi convinse a tentar di curare. Niente da fare. Il cane non reagiva e non camminava più.
Quindi quando vedo certi segnali che sono inconfondibili per me, è inutile aspettare.
Grazie a tutti del conforto e dei bei pensieri ...
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Hai fatto bene Brinetta...credo che la tua sia stata l'ultima prova d'amore nei confronti di Mimosa...Addio dolce Mimosa...
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Grazie Susy ... un bacetto
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Se prendo un cane è perché lo amo? o perché riempie i miei vuoti affettivi? L'uomo ha reso domestici molti animali per servirsene e non per amarli ed accudirli. Ci sono cani addestrati per guidare gli ipovedenti; per aiutare i sordi; per scovare esseri viventi sotto le macerie; per ricerca mine e via dicendo. Ci sono uomini per le esigenze dei cani? Mi viene in mente "la vergine cuccia" ne "il Giorno" del Parini quale esempio edificante dell'amore dell'uomo per il cane.
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De: haiku04 |
Enviado: 14/06/2011 11:26 |
E' vero che l'uomo ha asservito molti animali per il proprio bisogno, cavalli, muli, asini etc... se sia giusto o meno... che dire, certo che non è giusto perchè ha reso strumenti di fatica animali che non erano nati per questo, come le tigri non sono nate per saltare in un cerchio di fuoco al circo e i tori per farsi massacrare in un'arena, ma neppure i polli per essere allevati in batteria e finire sulle nostre tavole... l'elenco è lungo e triste....
Ma per gli animale di compagnia è diverso, intanto bisogna amarli a prescindere altrimenti non potresti tenerteli cari e considerarli parte della tua famiglia, non potresti piangere e disperarti quando ci lasciano perchè è arrivata la loro ora.... e chi non li ama ma se ne serve soltanto sono quei delinquenti che non esitano ad abbandonarli per correre in vacanza...
Piuttosto per me il tema era quello dell'eutanasia: per gli animali è giusto, e per gli uomini è giusto l'accanimento terapeutico fine a se stesso, è giusta la sofferenza senza speranza? |
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Libero pensiero
Cara Bbc, adesso sei veramente caduta in basso: pure l'eutanasia in diretta per un po' di ascolti
La tv pubblica inglese perde il suo classico stile: manda in onda un documentario choc in prima serata / FARRELL
P
er
la prima volta nella storia della tv mondiale la Bbc, cioè la Rai
inglese, rinunciando il malefico Dio e tutti i suoi lavori, ha trasmesso
in diretta il “suicidio assistito” di un essere umano. Mi chiedo: ma
dove vuole, a questo punto, e dove può, arrivare la tv? Strozzare
qualcuno o stuprare qualcuna dal vivo? Filmare me mentre faccio la
cacca? Lasciamo stare la Rai e Santoro che demonizza Berlusconi a go-go.
Fuori moda! Qui stiamo parlando della Bbc che come l’Enterprise di Star
Trek osa andare dove “nessun uomo è mai andato”. Lunedì sera la Bbc ci
ha fatto vedere il momento in cui Peter Smedley, un inglese miliardario
di 71 anni, sofferente di Motor Neurone Disease, beve un cocktail
micidiale di psicofarmaci in un bicchiere d’acqua. Smedley, residente
dell’isola della Guernsey nella Manica, è andato da casa sua alla
clinica svizzera Dignitas, di Zurigo, che negli ultimi 12 anni ha
“aiutato” 1.100 persone a farsi fuori. Accanto a lui - prima, durante e
dopo - la sua morte c’era non solo Christine, sua moglie, 60 anni, e la
dottoressa svizzera che gestiva la situazione ma anche un’equipe della
Bbc. Il documentario è stato ideato dallo straricco scrittore inglese di
thriller banali, Sir Terry Pratchett, che soffre di Alzheimer. Sir
Terry, raccontando i momenti dopo che il povero Smedley avesse ingoiato
il veleno in quel bicchiere, dice: «A me ha detto: “Fai una bella
vita!”... E poi, mentre moriva, si è messo a ringraziare tutti i
componenti dell’equipe. Prima di morire Smedley ha chiesto dell’acqua ma
nessuno gliel’ha data. E sua moglie non ha voluto prenderlo in braccio
perché temeva una denuncia. Immediata la polemica. Alistair Thompson,
portavoce della “Care Not Killing Alliance”, che è pro-vita, ha detto:
«Questo documentario è stato solo una propaganda a senso unico per il
suicidio assistito». Ho visto due persone morire davanti a me. La
prima non era roba da filmare, la seconda può darsi. La prima fu mia
madre nel 1982, malata di un tumore inguaribile, a solo 50 anni, in un
ospizio. L’aveva badato per un anno prima, da solo, in una casa
diroccata, senza un soldo, in una città dove non conoscevo nessuno.
Avevo 23 anni. L’ho trasferita da casa in quel ospizio perché non c’era
più speranza. Dormiva, drogata, poi morì. Subito dopo la morte,
nell’ascensore, mi trovai con un’infermiere che mi diceva come se non
importava nulla: «Sì, ce l’abbiamo fatto fuori con un’overdose di
morfina». Mi sentivo male, molto male. Come si sono permessi, ho
pensato. La seconda volta fu nel 1991 durante la Prima guerra contro
l’Iraq. Lavoravo al Sunday Telegraph.Sono andato ad intervistare uno dei
leader degli iracheni in esilio. Ci siamo incontrati alla Grosvenor
Park Hotel nella West End e lui ha chiesto un gin tonic. «Ghiaccio e
limone?» gli ho chiesto. «Sì». Poi ha perso i sensi ed è morto. I miei
colleghi mi hanno preso in giro. «L’effetto Farrell!». Dico: a che
serve mandare tutto in onda? Al limite la morte dell’iracheno ma per
favore non quella di mia madre. Nel caso dell’inglese suicidato invece
l’importante è dare voce anche a tutti coloro, compresa la Chiesa,
contrari al messaggio mandato in onda dalla Bbc tramite quelle immagini. di Nicholas Farrell
15/06/2011
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De: haiku04 |
Enviado: 15/06/2011 11:41 |
La TV sta esagerando in tutti i sensi.... un tempo, almeno da noi, vigeva una censura un po' ridicola... non si poteva pronunciare la parola "membro" , si infilava una rosa finta in una scollatura un po' osè (si fa per dire), si mettevano le calze di lana alle Kessler... ma c'era cultura e attenzione.. oggi ci mancano solo i murituri del colosseo e poi abbiamo visto tutto! |
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