BOSA
Una città adagiata sul fondo valle, poco distante dalle acque cristalline del mare, dominata dal castello dei Malaspina intorno al quale si stringono le alte case del borgo medioevale che scendono fino alla sponda del Temo per animarsi con il leggero movimento delle palme affacciate sul fiume, che con il suo corso sinuoso attraversa la città da est a ovest.
Questo è il suggestivo paesaggio che all'improvviso Bosa vi offrirà, affascinandovi per l'armonia del panorama e per la vitalità dei suoi colori: il verde intenso degli ulivi secolari e degli aranceti, l'azzurro del mare sullo sfondo, il rosa della pietra con cui sono ingentilite le case del centro antico, il rosso, il giallo e l'indaco delle tradizionali variopinte imbarcazioni dei pescatori locali.
Bosa è situata sulla costa nord occidentale della Sardegna, in una zona popolata di numerosi piccoli centri agricoli da visitare, la Planargia, di cui è storicamente capoluogo e punto di riferimento.
L'origine è documentata da un'iscrizione fenicia del IX secolo a.C., ma le notizie più consistenti risalgono all'età romana quando la Bosa Vetus sorgeva presso l'attuale chiesa di S.Pietro, piacevole esempio di architettura romanica, edificata nel 1062, sempre lungo il corso del fiume, ma più a monte rispetto all'odierna ubicazione.
La nuova Città andò formandosi dopo la costruzione, nel 1112, del Castello Malaspina, fortezza militare ancora oggi visibile, da cui si gode una suggestiva veduta sulla vallata e al cui interno si trova la piccola chiesetta di Regnos Altos con begli affreschi di scuola Toscana; attorno al colle di Serravalle si sviluppo il centro medioevale, oggi conosciuto come quartiere Sa Costa, uno dei centri storici più grandi della Sardegna, caratterizzato da un intreccio di vicoli, portici e slarghi dove è possibile ammirare le anziane donne intente a lavorare al telaio il famoso filet di Bosa, ricamando ancora col lino antichi disegni fiabeschi.
Ricche e numerose sono le vestigia monumentali di questo territorio, e fra esse le principali si trovano percorrendo il corso Vittorio Emanuele, Sa Piatta, il salotto di Bosa.
Subito vicino al ponte vecchio s'incontra la Cattedrale dell'Immacolata risalente al XV secolo, ma ricostruita in parte ai primi dell'ottocento; quindi la chiesa del rosario sormontata da un bel orologio a mensola del 1875 e la piazzetta con la fontana in marmo, circondata dagli archi del palazzo Delitala e dal settecentesco palazzo Don Carlo.
Ancora, la chiesa del Carmine con annesso convento edificata nel 1779 in stile barocchetto piemontese, ricca di decorazioni lignee; poco distante, sull'omonimo colle, il convento dei Cappuccini dei primi del seicento.
Spostandoci verso il mare sull'apposita sponda del fiume, di fronte al quartiere medioevale si affacciano le antiche Concerie, edificate a partire dal settecento e oggi monumento nazionale; arriviamo a Bosa Marina nel cui centro si trova la chiesa di S.Maria del Mare, di origine gotico catalana e completata nel XVII secolo; la frazione balneare offre un'ampia spiaggia dominata dalla Torre Aragonese dell'Isola Rossa esempio di architettura militare del cinquecento.
Si attraversa Bosa avvertendo diffuso "il profumo della storia" per tutte queste e numerose altre testimonianze sia religiose che civili che arricchiscono la Città e il territorio circostante
Le origini. Un’epigrafe fenicia (oggi perduta) databile al IX secolo a.C. documenta per la prima volta l’esistenza di un etnico collettivo "Bs’n", riferito alla popolazione di questo luogo il cui toponimo, nelle forma appunto di Bosa, è riaffermato da Tolomeo e dall’Itinerarium Antonini. Nulla di certo si conosce dello stanziamento fenicio-punico, che dovrebbe essere localizzato vicino alla foce del Temo più di quanto non sia l’attuale centro.
La città romana sorgeva con certezza più a monte del probabile centro fenicio. Il sito romano non dovette essere mai abbandonato, nonostante le incursioni arabe, se nel 1062 si pone mano alla costruzione della Cattedrale dedicata a S. Pietro. Secondo lo storico G. F. Fara (1543-91), nel 1112 i marchesi Malaspina costruiscono un munito castello in posizione strategica sulla sommità del colle Serravalle. E’ facile pensare che da questo momento abbia inizio un lentissimo processo di trapianto urbano dal vecchio al nuovo sito.
Il dominio aragonese. All’inizio del XIV secolo la minaccia di un’invasione aragonese si faceva più concreta. Il Castello e il borgo sottostante non arrivarono tuttavia ad essere un solo centro urbano e mantennero ciascuno la propria individualità giuridica. Il primo venne più volte ampliato e rafforzato, a partire dal trecento, e Mariano d’Arborea ne fece la sua base operativa nella lotta contro gli Aragonesi, ma furono questi ultimi e i loro feudatari ad ampliare nel XIV secolo il circuito murario. Nel 1388 la città deve avere acquisito una qualche forma di autonomia comunale dato che nell’atto solenne di pacificazione fra Aragona e Arborea insieme al podestà di Bosa firmano nominativamente 101 persone e, a parte, sottoscrivono il castellano e il sindaco delle università comprese nel feudo controllato dal Castello, nonché un rappresentante della comunità del Castello di Serravalle.
A questa data, Bosa viene a trovarsi in una situazione giuridica unica nell’isola potendo partecipare a tutti e tre i bracci, o stamenti, del Parlamento sardo: quello ecclesiastico in quanto città libera, e il militare perché parzialmente posseduta da un feudatario. Tale situazione derivava peraltro da una precisa forma insediativa. L’attento esame tipologico e morfologico dell’organismo urbano attuale, nell’assoluto silenzio delle fonti scritte, porta a concludere che la parte dell’abitato di pertinenza del feudatario fosse fisicamente separata dalla città libera e composta da successive quinte edilizie che si uniformavano alle curve di livello della collina: ed è questo il rione "sa Costa", privo di chiese perché per esso poteva bastare quella del Castello.
La città reale. Nel 1499 una prammatica di Ferdinando il Cattolico dichiara Bosa città reale, con tutti gli onori e i privilegi connessi a tale titolo, pur lasciando il Castello infeudato all’ammiraglio di Villamari. A quest’epoca la funzione del feudatario è quella di esercitare una specie di protettorato sulla città. In realtà una funzione solo nominale perché, mentre la città cresce e prospera, l’interesse dei feudatari verso il loro possedimento diminuisce e il Castello inizia la sua decadenza. Tuttavia la vitalità artigiana e commerciale del luogo non viene mai meno, anche senza incrementi demografici.
Dal XIX secolo a oggi. Nella prima metà dell’Ottocento la città si dà un volto dignitoso con un’edilizia di gusto anche nelle espressioni più modeste. L’incremento demografico è debole, pur se in questo secolo si realizzano trasformazioni urbanistiche significative. Insieme all’acquedotto, infatti, viene realizzata la rete fognante; intorno al 1870 viene costruito un nuovo porto, costituito in pratica da una scogliera che univa l’isola Rossa alla sponda sinistra del Temo. La popolazione conosce un’evoluzione molto modesta anche nel corso del Novecento ed è proprio grazie a questa sua scarsa vitalità che Bosa ha potuto mantenere una fisionomia storica e d’ambiente del tutto sconosciuto in altre città dell’isola.
Nel suggestivo corso Vittorio Emanuele si trova la casa museo "Casa Deriu", la quale ospita sia mostre permanenti, come quella dedicata aMelkiorre Melis, che itineranti.
Fronte "Casa Deriu", sempre sul Corso Vittorio Emanuele, dal 2001 è stata allestita, dall'assessorato alla cultura del Comune di Bosa, una mostra permanente dedicata al pittore Antonio Atza che occasionalmente ospita opere anche di altri artisti, tra cui dal 21 luglio 2002 quelle di Emilio Scherer.
Occasionalmente, sopratutto nel periodo estivo, vengono allestite mostre e manifestazioni artistiche di vario genere anche nella torre Saracena dell'Isola Rossa a Bosa Marina
Le tradizioni e la cultura popolare bosana, sia civili che religiose, offrono al visitatore momenti di grande suggestione. Il primo appuntamento dell’anno è quello del Carnevale. Per l’occasione Bosa esplode in un carosello di maschere tradizionali ed estemporanee che fanno vivere alla città un lungo periodo gioioso.
In primavera gli appuntamenti di rilievo sono: la settimana Santa, ricca di suggestive processioni religiose, la festa dei SS. Pietro e Paolo che vede riaprirsi per l'occasione la cattedrale romanica di S. Pietro (1062), che viene raggiunta in barca dai fedeli, la festa Patronale dei SS. Emilio e Priamo e quella, dedicata al mondo contadino, di S. Isidoro. In piena estate due appuntamenti di grande impatto scenico sono, la prima domenica d’Agosto, S. Maria del mare, la festa dei pescatori dedicata alla Madonna loro protettrice che viene accompagnata, lungo il fiume, da un pittoresco corteo di barche addobbate.
Nel secondo fine settimana di Settembre la festa dedicata a Nostra Signora di Regnos Altos popola i vicoli del centro storico dei cosiddetti "altarittos", realizzati dagli abitanti del quartiere di "Sa Costa", e di lunghe tavolate in cui turisti e residenti si mescolano festosamente gustando bevande e piatti tipici della gastronomia locale.
Un artigianato sapiente, rinomato per la lavorazione del corallo, della filigrana d'oro e dei suoi pregiati ed esclusivi filet.
Nella parte più bassa, quasi nascoste fra le alte case, si trovano le suggestive cantine dove è possibile gustare la profumata Malvasia di Bosa D.O.C., un vino dal ricco sapore dal colore ambrato.
La flora e la fauna del bosano presentano delle caratteristiche varie e a volte peculiari, che rendono l'approccio alla loro conoscenza interessante e complesso.
E' il magico scenario offerto dal fiume Temo a fare da sfondo ad una natura incontaminata e ricca di specie animali e vegetali, che fanno del territorio bosano un oasi naturale tra le più affascinanti della Sardegna.
La particolare conformazione morfologica del territorio consente al visitatore di spaziare con facilità da un ambiente costiero ad uno montano dove può imbattersi con facilita nell'osservazione di svariate specie animali.
Questo fa del territorio bosano il luogo ideale per svolgere attività come il birdwatching (osservazione degli uccelli) e il trekking(passeggiate escursionistiche).
dal web
Una cittadina tutta da fotografare!!
Probabilmente riuscirei solo a fare delle belle cartoline, ma se avessi un soggetto da integrare ai paesaggi... Tutto ciò diverrebbe un bellissimo ricordo...
Improvvisa Luce