Badanti e baby sitter
adesso si affittano
Aumentano le italiane che si offrono come badanti: due su dieci
A Torino la prima agenzia specializzata in servizi
per le famiglie
ELENA LISA
torino
Avvertenza: la lettura non è consigliata a chi non
ha genitori o parenti anziani che hanno bisogno di assistenza o non è
lui stesso ad averne necessità. A chi non ha mai dovuto cercare la
sostituta della badante di fiducia partita per il paese o che si è
ammalata all’improvviso. La lettura non è nemmeno consigliata a chi è
sempre stato capace di trovare la baby-sitter adatta a cui lasciare i
figli anche solo per un paio d’ore, giusto il tempo di uscire
dall’ufficio e da lì correre direttamente al supermercato.
A
tutti loro, davvero pochi visti i numeri - in Italia la richiesta di
assistenza, specie quella di anziani, è in continua crescita: le badanti
regolari sono 775 mila, le irregolari si stima siano 900 mila -, non
servirà il nuovo sportello di «Obiettivo Lavoro», agenzia per chi offre e
cerca un impiego, in via Milano 7. Il servizio proposto si chiama «OL
family», parte oggi a Torino e nei prossimi giorni seguirà Milano. Si
rivolge a figli e genitori alla ricerca di qualcuno a cui affidare le
persone che stanno più a cuore. Ed è una soluzione anche per chi cerca
lavoro e ha un’esperienza specifica nell’accudire anziani e bimbi.
Badanti, colf e baby sitter, donne soprattutto - ultimamente anche
alcuni uomini - che praticano mestieri giudicati prerogativa di
stranieri. Non è più così.
A spiegare perché è Maurizio Mirri,
direttore marketing di «Obiettivo lavoro». «Il centro per l’impiego di
Torino - dice offre numeri emblematici che descrivono la situazione
nazionale: nel capoluogo piemontese l’anno scorso ben 25 mila persone,
delle quali 18 mila e 500 donne, si sono dichiarate disponibili a
lavorare con anziani, pulire case, seguire bambini. Per 13 mila e 576 di
loro il lavoro è arrivato. Di queste, il 20 per cento sono italiane.
Casalinghe, cassaintegrate, compagne e mogli di uomini che hanno perso
il posto che hanno bisogno di integrare un reddito scarso. Fino a
diciotto mesi fa questa “rappresentanza” era pari a zero».
Il
nuovo sportello offre un servizio specifico e specializzato. Chi si
offre per lavorare in famiglia deve dimostrare di esserne capace, dare
garanzie, seguire corsi di lingua, di igiene e protezione alimentare. Se
il rapporto tra chi cerca e chi offre funziona fin da subito bene,
altrimenti, prima del contratto, ci sono due mesi di prova. «Questo è il
punto - spiega Alessandro Ramazza, presidente di “Obiettivo Lavoro” -
il servizio è trivalente: aiuta le famiglie, trova lavoro alle donne
disoccupate e sostiene le casse dell’erario. I contratti saranno
d’obbligo, seguiremo noi le pratiche. Ogni mese gestiremo la busta paga,
calcoleremo gli oneri contributivi, il trattamento di fine rapporto.
Stessa cosa se il lavoro previsto è di breve termine».
Già,
breve termine. «OL family» garantisce assistenza nell’arco di 48 ore.
Quindi, la lettura non è neppure consigliata a chi nella vita non ha mai
dovuto cercare badanti e baby sitter in fretta e furia senza sapere a
chi rivolgersi. E il cerchio, a questo punto, si fa sempre più stretto.
|