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Attualità: I NUMERI CHE NESSUNO VUOLE SENTIRSI DIRE
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Respuesta  Mensaje 1 de 5 en el tema 
De: clicy21  (Mensaje original) Enviado: 29/06/2011 17:12

Flop ad Alta velocità. I numeri che nessuno vuol sentirsi dire

Postato sabato 18 giugno 2011 e inserito in Politica. Puoi seguire i commenti a questo articolo attraverso i feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito. Stampa questo articolo solo se necessario

Flop ad Alta velocità. I numeri che nessuno vuol sentirsi dire

 

di Luca Mercalli

Le grandi opere non le vuole più nessuno, salvo chi le costruisce e la politica bipartisan che le sponsorizza con pubblico denaro. Dell’inutilità del Ponte sullo Stretto non vale più la pena di parlare, e dell’affaruccio miliardario delle centrali nucleari ci siamo forse sbarazzati con il referendum. Prendiamo invece il caso Tav Val di Susa.

***

Su cosa sta succedendo in questi giorni in Piemonte, sulla repressione, vi consigliamo la lettura di “Piove sulla Valle di Susa” di Claudio Giorno scritto per il sito Democrazia Km Zero

***

Per i promotori si tratterebbe di un progetto “strategico”, del quale l’Italia non può fare a meno, sembra che senza quel supertunnel ferroviario di oltre 50 km di lunghezza sotto le Alpi, l’Italia sia destinata a un declino epocale, tagliata fuori dall’Europa. Chiacchiere senza un solo numero a supporto, è da vent’anni che le ripetono e mai abbiamo visto supermercati vuoti perché mancava quel buco. I numeri invece li hanno ben chiari i cittadini della Valsusa che costituiscono un modello di democrazia partecipata operante da decenni, decine di migliaia di persone , lavoratori, pubblici amministratori, imprenditori, docenti, studenti e pensionati, in una parola il movimento “No Tav”, spesso dipinto come minoranza facinorosa, retrograda e nemica del progresso. Numeri che l’Osservatorio tecnico sul Tav presieduto dall’architetto Mario Virano si rifiuta tenacemente di discutere. Proviamo qui a metterne in luce qualcuno.

Il primo assunto secondo il quale le merci dovrebbero spostarsi dalla gomma alla rotaia è di natura ambientale: il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. Il che è vero solo allorché si utilizza e si migliora una rete esistente. Se invece si progetta un’opera colossale, con oltre 70 chilometri di gallerie, dieci anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si scopre che il consumo di materie prime ed energia, nonché relative emissioni, è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento merci da gomma a rotaia. I calcoli sono stati fatti dall’Università di Siena e dall’Università della California. In sostanza la cura è peggio del male. Veniamo ora all’essere tagliati fuori dall’Europa: detto così sembra che la Val di Susa sia un’insuperabile barriera orografica, invece è già percorsa dalla linea ferroviaria internazionale a doppio binario che utilizza il tunnel del Frejus, ancora perfettamente operativo dopo 140 anni, affiancato peraltro al tunnel autostradale. Questa ferrovia è attualmente molto sottoutilizzata rispetto alle sue capacità di trasporto merci e passeggeri, sarebbe dunque logico prima di progettare opere faraoniche, utilizzare al meglio l’infrastruttura esistente. Lyon-Turin Ferroviarie a sostegno della proposta di nuova linea ipotizza che il volume dell’interscambio di merci e persone attraverso la frontiera cresca senza limiti nei prossimi decenni. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino dimostra che “assunzioni e conclusioni di questo tipo sono del tutto in-fondate”. I dati degli ultimi anni lungo l’asse Francia-Italia smentiscono infatti questo scenario: il transito merci è in calo e non ha ragione di esplodere in futuro. Un rapporto della Direction des Ponts et Chaussées francese predisposto per un audit all’Assemblea Nazionale nel 2003 afferma che riguardo al trasferimento modale tra gomma e rotaia, la Lione-Torino sarà ininfluente. E ora i costi di realizzazione a carico del governo italiano: 12-13 miliardi di euro, che considerando gli interessi sul decennio di cantiere portano il costo totale prima dell’entrata in servizio dell’opera a 16-17 miliardi di euro. Ma il bello è che anche quando funzionerà, la linea non sarà assolutamente in grado di ripagarsi e diventerà fonte di continua passività, trasformandosi per i cittadini in un cappio fiscale.

Ho qui sintetizzato una minima parte dei dati che riempiono decine di studi rigorosi, incluse le recenti 140 pagine di osservazioni della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, dati sui quali si rifiuta sempre il confronto, adducendo banalità da comizio tipo “i cantieri porteranno lavoro”. Ma suvvia, ci sono tanti lavori più utili da fare! Piccole opere capillari di manutenzione delle infrastrutture italiane esistenti, ferrovie, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili. Non abbiamo bisogno di scavare buchi nelle montagne che a loro volta ne provocheranno altri nelle casse statali, altro che opera strategica! Seguendo lo stesso criterio, anche l’Expo 2015 di Milano sarebbe semplicemente da non fare, chiuso il discorso. Sono eventi che andavano bene cent’anni fa. Se oggi in Italia tanti comitati si stanno organizzando per dire “no” alle grandi opere e per difendere i beni comuni e gli interessi del Paese, non è per sindrome Nimby (non nel mio cortile), bensì perché, come ho scritto nel mio “Prepariamoci” (Chiarelettere), per troppo tempo si sono detti dei “sì” che hanno devastato il paesaggio e minato la nostra salute fisica e mentale.



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De: Amico Web di Francesca Enviado: 29/06/2011 17:36
Grazie Ely, e sono felice per quanto dice il sociologo di rai news, prova a sentire!!!

Respuesta  Mensaje 3 de 5 en el tema 
De: Principe Errante Enviado: 29/06/2011 21:51
Il sociologo riporta solo quanto é sotto gli occhi di tutti:assoluta ovvietà.

Respuesta  Mensaje 4 de 5 en el tema 
De: clicy21 Enviado: 01/07/2011 13:09
Faccio il possibile Francesca quello che mi permettono le mie capacita' informatiche! ma questa schifezza che nasce solo per dare lucro a pochi a danno di tutti i cittadini DEVE ESSERE SPUTTANATA...........

Respuesta  Mensaje 5 de 5 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 01/07/2011 14:18
Tav, l'Europa "gela" le attese
"Mancano ancora condizioni"
 

Il commissario europeo Kallas si aspetta di più: non basta l'avvio del cantiere di Chiomonte per dire che tutte le condizioni poste dall'Europa per finanziare la Torino-Lione sono soddisfatte

di MARIACHIARA GIACOSA


La conferenza intergovernativa Italia-Francia del 6 luglio prossimo sarà il momento della verità per la sorte dei finanziamenti europei (672 milioni di euro) destinati alla Tav Torino-Lione. Questa l'indicazione giunta dal commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas. Fonti vicine a Kallas hanno fatto sapere che il commissario ha ricevuto ieri una lettera in cui Roma e Parigi esprimono il loro impegno per raggiungere un nuovo accordo bilaterale sul finanziamento dell'opera, sottolineando che si è preso nota che da parte italiana la situazione viene affrontata con grande serietà.
Tuttavia, Bruxelles ritiene che "al momento" non si possono dire rispettate tutte le condizioni fissate per ottenere i fondi europei. Ed esprime l'auspicio che mercoledì prossimo, quando i ministri di Italia e Francia si incontreranno a Roma, vengano forniti ulteriori elementi di chiarezza.
Le tre condizioni che Italia e Francia si sono impegnate a rispettare entro il 30 giugno scorso sono l'apertura del cantiere per il tunnel della Maddalena, l'approvazione dei nuovi progetti e la firma di un nuovo accordo bilaterale sulla ripartizione dei costi finanziari dell'opera.
La Commissione "ha ricevuto la lettera e si nota che la situazione viene presa molto sul serio. Ma al momento le tre condizioni non sono ancora rispettate", ha spiegato Helen Kearns, portavoce del commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas.
"Si spera - ha aggiunto la portavoce - che la situazione sarà più chiara la prossima setttimana", dopo la conferenza intergovernativa del 6 luglio.
Sul fronte interno, la manifestazione nazionale indetta dal movimento No Tav per domenica 3 luglio "non è la riconquista del cantiere della Maddalena". Lo ha detto stamani a Torino, durante la presentazione dell'iniziativa, il leader del movimento No Tav, Alberto Perino. "Riconquistare la Maddalena ora - ha argomentato Perino - sarebbe una soluzione velleitaria: non ci sono le condizioni geomorfologiche, politiche e militari. Ci limiteremo soltanto ad assediare".



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