Roma - Alla vigilia dell’approvazione dei
bilanci interni di Camera e Senato, che prevedono nuovi tagli alle spese dei Palazzi per i prossimi tre anni,
anche il Quirinale stringe la cinghia. A cominciare dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dà
l’esempio comunicando al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che, da quest’anno e fino alla scadenza
del suo mandato, rinuncerà all’adeguamento del suo stipendio all’indice dei prezzi al consumo.
La rivalutazione dell’assegno personale del capo dello Stato è prevista per legge, la numero 372 del 23 luglio
1985 secondo la quale "l’assegno personale del Presidente della Repubblica previsto dall’articolo 84, ultimo
comma, della Costituzione" sia stabilito in 200 milioni di lire all’anno "da corrispondersi in dodici mensilità" e
che venga "adeguato ogni anno in misura pari alla variazione accertata dall’Istat dell’indice dei prezzi al
consumo registrata nell’anno precedente".
Oltre che dal blocco dello stipendio di Napolitano, risparmi per lo Stato arriveranno anche dalla riduzione
delle pensioni del Quirinale: il capo dello Stato infatti ha firmato anche i decreti per l’applicazione del
contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità. Si è così completata
l’attuazione dei tagli del 5 e del 10% delle retribuzioni e delle pensioni, del blocco delle progressioni
automatiche e della riduzione delle spese per beni e servizi, previsti dalle manovre economiche di quest’anno
e dell’anno scorso.
Nei prossimi tre anni, quindi, il Colle restituirà al ministero dell’Economia 15.048.000 euro.
Nessun taglio invece alla dotazione del capo dello Stato che, sempre la legge del 1985, stabilisce in 2.500
milioni di lire - anche questi adeguati di volta in volta all’inflazione - stanziati nello stato di previsione della
spesa del Ministero del tesoro e corrisposti in dodici mensilità.
Ma in questa afosa giornata di fine luglio, torna a parlare Spider
Truman, il misterioso precorio di Montecitorio. "La notizia del giorno è
sensazionale: Napolitano ha deciso di rinunciare
all’aumento dello stipendio presidenziale. Un gesto di pura propaganda:
il Presidente della Repubblica rinuncia a 68 euro, gli restano
al ’poverò inquilino del Quirinale all’incirca dodicimila euro mensili".
è quanto sostiene su Facebook "Spider Truman", il blogger
anti-casta che da settimane rivela dettagli sulle spese del Parlamento.
Commentando i tagli annunciati questa mattina dal Quirinale, il blogger
sottolinea anche che "i 15 milioni di risparmi annunciati" dal
Colle "arriveranno semplicemente attraverso i pensionamenti: nessun
sacrificio".
Ma tra i commenti al post di ’Spider Truman’, molti dei quali critici,
c’è anche chi questa volta si dissocia dal blogger e difende il
capo dello Stato: "il gesto di Napolitano intanto vuole smuovere le
coscienze della casta...", "sarà poco, ma meglio che nulla!". E
ancora: "è il gesto che conta, non la cifra e questo è un gesto molto
significativo". La polemica continua.