|
De: lore luc (message original) |
Envoyé: 12/08/2011 07:45 |
Cameron, altolà ai social network
Il primo ministro inglese David Cameron
Il premier parla alla Camera:
“Misure straordinarie, basta
incappucciati, esercito pronto”
LONDRA Lotta senza quartiere contro le gang,
molte delle quali composte da giovanissimi "abbandonati" dai genitori
per le strade, sfruttando tutti i mezzi possibili ed immaginabili:
dall’esercito per appoggiare la polizia se sarà in difficoltà, al blocco
dei social network come Facebook e Twitter, utilizzati dai teppisti per
coordinare la guerriglia.
La stretta l’ha illustrata oggi il
premier britannico David Cameron, spiegandone le grandi linee ai Comuni,
nel dibattito parlamentare convocato d’urgenza per fare il punto sulle
violenze che in questi giorni hanno incendiato le principali città
inglesi: da Londra (dove è stata annullata la partita di calcio del
Tottenham, in calendario sabato) a Birmingham, da Manchester a
Nottingham. Ed il mese prossimo verrà istituita una commissione
parlamentare ad hoc, per tentare di fare chiarezza sugli eventi che
hanno sconvolto la Gran Bretagna in questi giorni.
Parlando dei
social network Cameron ha detto che «la libera circolazione delle
informazioni può essere usata per nobili azioni. Ma anche per azioni
malvagie. Stiamo lavorando con la polizia, i servizi d’intelligence e
l’industria per capire se può essere giusto impedire alle persone di
comunicare attraverso questi siti e servizi quando sappiamo che stanno
preparando violenze disordini e atti criminali». In realtà, la
repressione è già in corso: diverse persone sono state arrestate con
l’accusa di aver istigato alla violenza con Twitter, Facebook o i
messaggi BlackBerry. Tra questi, oggi, un uomo del Sussex e due del
Lancashire. Riconoscendo che l’inizio della rivolta è stata
sottovalutata dalle autorità, Cameron ha garantito che i 16mila
poliziotti presenti nelle strade londinesi in queste ore rimarranno
nella capitale per tutto il fine settimana. Ma il premier non ha fatto
marcia indietro sui "tagli" previsti nelle forze di polizia (anche in
questo caso si tratta di 16mila unità) per riequilibrare le finanze
pubbliche, mandando su tutte le furie il suo "fratello nemico" Boris
Johnson, il sindaco di Londra, anche lui un conservatore.
Come
auspicato dall’opposizione guidata dal laburista Ed Miliband,
l’inquilino di Downing Street ha parlato dei risarcimenti per le
vittime: per chi ha visto la propria casa distrutta o il negozio
devastato, con danni provvisoriamente stimati in oltre 200 milioni di
sterline, quasi 250 milioni di euro. è stato istituito un fondo di
emergenza per 10 milioni di sterline, al quale se ne aggiungeranno altri
20, destinati a piccoli proprietari e commercianti. Le parole di
Cameron sono state anche rivolte alla comunità internazionale, a circa
un anno dalle olimpiadi di Londra: «Dobbiamo far vedere al mondo,
rimasto molto colpito, che i responsabili dei disordini non
rappresentano assolutamente il nostro paese», ha detto Cameron. «A un
anno dai giochi - ha aggiunto il premier - dobbiamo mostrare al mondo
che siamo un Paese che costruisce invece di distruggere», dobbiamo far
vedere che «non abbassiamo le braccia ma che siamo un Paese in grado di
far fronte, che guarda sempre davanti a sè e non alle sue spalle».
Le
parole più dure sono state ovviamente quelle rivolte ai teppisti, dopo
aver lanciato un appello ai genitori (da lui considerati altrettanto
responsabile), a tenere i figli più spesso a casa e a non lasciarli
correre per le strade senza controllo. Basti pensare che circa la metà
delle 240 persone comparse in tribunale a Londra sono minorenni, anche
quattordicenni, «La riscossa è iniziata - ha detto il premier
rivolgendosi ai cittadini - per proteggervi e per risarcirvi. Siamo
dalla vostra parte». Rivolgendosi invece a chi ha provocato i disordini,
Cameron ha detto: «vi cercheremo, vi troveremo, vi incrimineremo e vi
metteremo in carcere per quello che avete fatto». E d’ora in poi la
polizia verrà autorizzata a scoprire i volti degli ’incappucciatì, in
ogni circostanza.
|
|
|
Premier
Précédent
2 à 5 de 5
Suivant
Dernier
|
|
Assolutamente d'accordo a condannare la violenza. Ma ovunque, non sarebbe ora che i politici si chiedessero perchè tanta insoddisfazione? E poi... pateticamente ridicolo chiudere i social network ed attribuire loro il modo di tenersi in contatto. Questo dimostra come anche all'estero chi in teoria dovrebbe governare, è lontano anni luce dalla realtà. I canali di comunicazione e contatto sono ben altri, ma questa casta dove vive??? Su quale pianeta??? |
|
|
|
De: haiku04 |
Envoyé: 16/08/2011 14:50 |
Sul pianeta dei furbi e del fumo negli occhi: i nostri naturalmente.... |
|
|
|
Rivolte Gb, 4 anni per appelli Facebook
16 Agosto 2011 23:06 ESTERI
(ANSA) -
LONDRA
- Due giovani che avevano istigato alla
rivolta su Facebook durante i disordini della scorsa settimana a
Londra e in altre città sono stati condannati a quattro anni di
carcere. Jordan Blackshaw, 20 anni, aveva creato un evento
intitolato 'Distruggere la citta' di Northwich (nord-ovest
dell'Inghilterra). Perry Sutcliffe-Keenan, 22 anni, aveva a sua
volta esortato alla rivolta a Warrington, nell'Inghilterra
nord-occidentale, apprendo una pagina Facebook chiamata
'Organizziamo un tumulto'.
|
|
|
|
De: haiku04 |
Envoyé: 17/08/2011 13:35 |
Su questo sono d'accordo, ma già agli albori di internet venivano chiusi siti creati da hackers che insegnavano persino come costruire bombe, l'uso della nitroglicerina etc (io ne avevo trovato per caso uno molto particolareggiato). Come sempre non si può fare di tutt'un'erba un fascio, e va da sè che un'attento controllo sia d'obbligo. Intendevo dire che è facile attaccarsi ai social network, dove in genere ragazzotti sparano cavolate, ma bisogna scavare sempre molto più a fondo e al di là, poi non so, seguo poco queste cose.... |
|
|
Premier
Précédent
2 a 5 de 5
Suivant
Dernier
|