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De: lore luc (Mensaje original) |
Enviado: 19/08/2011 02:58 |
L'INTERVISTA
Com'è umano Silvio!
Un Paolo Villaggio pro-Berlusconi parla di crisi e di giovani.
di Bruno Giurato
La diciamo grossa. Paolo Villaggio è stato il più grande distruttore di
miti degli ultimi decenni. Dal tritacarne del suo Fantozzi tutto è
uscito a pezzi. Compreso il potere, con quelle terribili caricature dei
capi d'azienda, personaggi come il duca-conte Semenzara, tutto azienda,
mignotte e casinò.
Ma Villaggio ha fatto a pezzi anche la vulgata culturale di allora: il fantozziano «La corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca!» era uno sberleffo al clima ideologico delle curie marxiste, filmiche ed editoriali.
E naturalmente ha distrutto anche la piccola borghesia, con il suo eroe
e campione, il ragionier Fantozzi Ugo: servile in pubblico e arrogante
in privato. Un mediocre debole con i forti e forte con i deboli.
Ma oggi il popolare attore e scrittore si mostra conciliante quando si
toccano temi come la manovra finanziaria italiana e crisi globale. Tutta
una finzione? Può darsi, con gli inventori di storie non si può mai
dire.
DOMANDA. Con questa manovra di governo sta pensando di portare i soldi in Svizzera?
RISPOSTA. No, per ora niente Svizzera...
D. Cosa ne pensa di questa crisi?
R. Penso che ci è andata bene perché Mao per 60 anni
ha tenuto buoni i cinesi, e ora che sono finalmente liberi paghiamo noi,
non c'è niente da fare.
D. Ma i giovani, dagli Indignados ai ragazzi di Londra, protestano. C'è voglia di rivoluzione?
R. Può essere, in ogni caso è una rivoluzione diversa
da quelle di un tempo. A Londra i ragazzi hanno svaligiato i negozi di
tivù e di abbigliamento non quelli di prosciutto cotto. Siamo succubi
della dittatura televisiva e del consumismo.
D. D'accordo, ma si ricorda la chiusura del primo Fantozzi? Per risolvere i problemi dell'umanità, il
megadirettore proponeva riunioni pacifiche. Fantozzi rispondeva: «Ma
così ci vorranno secoli», e il megadirettore: «Ho tempo, io».
R. Sì, è vero, il poveraccio non può aspettare il potere invece...
D. Sembra quasi un'istigazione a ribellarsi, oltre che una presa in giro massimalista dei riformismi.
R. Ma no, era un'esagerazione, una macchietta,
qualcosa di surreale. Lasciamo stare l'idea di rivoluzione: può portate a
momenti drammatici. Lo sa qual è il vero problema?
D. Quale?
R. è che i giovani hanno perso il sogno dell'età
dell'oro. Io odio il passato, ma comunque spero in un futuro migliore. I
giovani no.
D. E tutto quest'odio anti-casta come lo vede?
R. Penso che davvero i politici hanno esagerato, il
potere viene ancora amministrato in modo borbonico. Ma in fondo aveva
ragione Andreotti: il potere logora chi non ce l'ha. Gli anti-casta in
fondo sono inviperiti perché non hanno il potere.
D. Ma secondo lei l'opposizione sta facendo un buon lavoro?
R. Mah, personalmente mi sono anche simpatici, a
cominciare da Bersani. Il problema è che i politici di sinistra sono
sfortunati, perché le cose vanno male comunque. La sinistra ci ha fatto
credere per 70 anni che il socialismo sarebbe stato la soluzione. Ora il
loro guaio è uno solo: non possono più sedurre i poveri.
D. Tra i giovani politici di sinistra non c'è nessuno che si salva?
R. Direi di no. Basta guardare a quel Renzi, il sindaco di Firenze. Ha detto che gli impiegati comunali si mettono i cappotti un quarto d'ora prima di uscire.
Non capisce che in quel mettersi i cappotti c'è il sogno
dell'affrancamento dal lavoro. Come il Fantozzi di allora gli impiegati
non hanno nessun interesse a lavorare.
D. Men che meno ora che sono precari. Oggi anche Fantozzi lo sarebbe...
R. Certo, ma il Fantozzi di allora, impiegato, cattivo
in famiglia, disastroso fuori, era più felice dei precari di adesso.
Aveva un posto nella società, aveva un'identità, piccola, ma pur sempre
un'identità.
D. E Fantozzi sarebbe anche leghista, come ha detto tempo fa?
R. Certo. Fantozzi ha paura di perdere i privilegi:
chiunque glieli possa insidiare, che sia la malavita del Sud o
l'immigrato, viene visto come un nemico.
D. Oggi il suo ragioniere davanti a cosa esclamerebbe: «è una cagata pazzesca»?
R. Alla televisione, che campa su una scoperta: più abbassi la qualità, più gli ascolti salgono...
D. C'è chi imputa questo a Silvio Berlusconi. Lei che lo ha
conosciuto quando lavorava sulle navi da crociera in gioventù, come se
lo ricorda?
R. Con tanti capelli in più... Scherzi a parte, era già uno squilibrato.
D. Come uno squilibrato?
R. Era già come oggi, fissato con il piccolo schermo.
Parlava sempre di televisione, diceva che bisognava fare concorrenza
alla Rai.
D. Ed è esattamente quello che ha fatto...
R. E cosa vuole negare, che lui sia un grande
intenditore di tivù e un grande imprenditore? Se quelli di sinistra
negano questo sono dei perdenti. O vuoi dire che Berlusconi è un
mafioso? Ridicolo. Berlusconi non è né un delinquente né un mediocre.
Mercoledì, 17 Agosto 2011
da "lettera 43"
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De: haiku04 |
Enviado: 19/08/2011 14:04 |
Villaggio col tempo pare si sia ammorbidito, ma non è sempre stato così. Un esempio? :
Madre Teresa di Calcutta «quel topo albanese», per poi raccontare di averla conosciuta e che le sue collaboratrici facevano di lei il ritratto di una specie di sadica.
Il Vaticano: Benedetto XVI un nazista e Giovanni Paolo II un attore. «Ratzinger - dice Villaggio - si è imbufalito per non essere stato messo tra le prime cento personalità del mondo. Lui, così vanitoso, sempre con la mitria. L'altro, il "Santo Subito" Wojtyla, aveva un vantaggio: era un buon attore, fingeva di essere gobbo e buono, e viaggiava, e viaggiava, anche se non ha mai mosso la Chiesa di un millimetro. Questo è molto elegante, ha un accento che se si veste da SS con quella faccia fa svenire tutti gli ebrei che incontra. È inutile che s'incazzi. La retorica della povertà è quella che ha vinto sempre: San Francesco a piedi nudi, Ghandi vestito da paria, Teresa di Calcutta in sandali. Se vuol salire in classifica, si metta un saio da francescano, impari l'arabo e vada a Gaza a fare un discorso».
Non solo. Secondo l'attore genovese Gesù era praticamente uno squilibrato: «"Io sono il Messia", dice... E dice pure che non solo sua madre è vergine, ma che un arcangelo è andato a trovarla. Poi "io sono figlio di Dio", e infine "io sono Dio". Quindi era da manicomio. I preti di allora, il Sinedrio, l'hanno messo in croce»
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