Aveva anticipato tutto in un cortometraggio. «Volevo un pollo da sgozzare» recitava nel video Valentino di Nunzio. Nella finzione del suo film (scritto, diretto e interpretato da lui) postato su Youtube anticipava il sanguinoso epilogo di vita vissuta. Un anno e mezzo dopo, il giovane di Pescara, 27enne con problemi psichici, ha ucciso con cinque coltellate la madre, Maria Teresa Di Giamberadino, casalinga di 55 anni. L'omicidio è avvenuto domenica scorsa a Manoppello Scalo.
Ma solo adesso si scopre che il giovane aveva preannunciato tutto attraverso questo video postato online: «La Dodicesima Vittima», nel quale hanno partecipato come comparsa il padre e il cugino del giovane in cura dal 2006 per una sindrome psicotica. Sentire ora, dopo l'omicidio, le sue affermazioni nel filmato fa venire i brividi: «è pazzesco come le persone riescano a pensare che un assassino sia qualcosa di lontano da loro. Invece no, io c'ero sempre stato... Cercavo sangue e volevo ascoltare il suono della morte».
Il video, attraverso le frasi farneticanti di Valentino sulla vita e la morte («La pazzia è vera, vera come la morte che è l'unica cosa che non ti tradisce»), preannuncia la follia omicida del giovane che nessuno è riuscito a fermare. Diceva nel filmato: «Tutti sono buoni a fa nascere qualcuno, ma a uccidere no, per uccidere ci vuole coraggio». Firmato: il futuro killer.
Intanto dalle indagini dei carabinieri di Popoli emerge con ancora più chiarezza che si tratta di un delitto senza una ragione, un movente o una causa scatenante. Da diversi anni era seguito da uno psichiatra. E lo stesso ragazzo non è in grado ancora di indicare il motivo che lo ha spinto a togliere la vita alla madre.
Qualche ora prima la famiglia aveva pranzato tutta insieme. Poi la madre era andata a dormire, il marito al bar, Valentino a casa degli zii. Il ragazzo, però, poco dopo essere arrivato pianta in asso i cugini e torna a casa. I parenti all'inizio non si preoccupano, Valentino sembra normale. Dopo un po' provano a chiamarlo, lui non risponde. Sentono passare un'ambulanza e si preoccupano. Si sarà sentito male?
Valentino in realtà è tornato a casa, al secondo piano della palazzina di via Campania. La madre lo ha sentito rientrare, si è svegliata, si alza. Stando alla ricostruzione dei carabinieri tra i due non c'è una lite, neppure una discussione. Non c'è un motivo, futile o importante, che spieghi quello che succede un attimo dopo. Valentino aggredisce la madre. Lei fa appena in tempo a chiedere aiuto urlando. Lui la colpisce almeno quattro volte all'addome con un coltello da tavola che resta incastrato. Poi va in cucina, ne prende un altro e le taglia la gola. Maria Teresa si accascia davanti alla porta d'ingresso dell'appartamento. I vicini sentono dei rumori, chiamano i carabinieri.
Quando gli uomini della stazione di Manoppello guidati dal maresciallo Loris Zonetti arrivano in via Campania, Valentino lo ammette subito: «Ho ucciso mia madre, mi aveva fatto arrabbiare». I militari della compagnia di Popoli comandati da Pasquale Del Giudice e coordinati dal capitano Mirco Boccolini lo arrestano, lo portano in caserma e lo interrogano davanti al difensore. A chiamare l'avvocato Isidoro Malandra è stato il padre del ragazzo. «è ancora sotto shock», spiega il legale, «sta cercando di spiegarsi quello che è successo. Ma è molto preoccupato per il figlio. Gli è rimasto solo lui». In caserma padre e figlio non si incrociano. Il ragazzo durante l'interrogatorio collabora, spiega agli investigatori cosa è successo dentro quella casa.
I militari hanno ascoltato anche i parenti del ragazzo, i vicini di casa, le persone che hanno dato l'allarme. Tutti confermano che Valentino sembrava normalissimo fino a un minuto prima di uccidere la madre. E che in famiglia non c'era mai stato un litigio serio, qualcosa che potesse far immaginare quello che sarebbe successo. Anche lo psichiatra che aveva in cura il ragazzo, Roberto Riccioni, si presenta a rendere dichiarazioni spontanee. E anche lui spiega che Valentino, se pur in cura da diversi anni per un disturbo psichico, non aveva mai dato segni di aggressività.
Sul cadavere della vittima il medico legale che ha effettuato il primo esame ha riscontrato ferite lacero contuse e contusioni. Ma a stabilire con certezza quale sia stata la causa della morte della donna sarà l'autopsia che il medico legale Giuseppe Sciarra eseguirà oggi stesso sul cadavere. A conferire l'incarico all'anatomopatologo sarà in mattinata il pm Salvatore Campochiaro che sta coordinando le indagini. Dev'essere invece ancora fissato anche l'interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, che dovrà convalidare l'arresto effettuato dai carabinieri.