Bruxelles, 3 ottobre 2011
I “NO TAV”
AL PARLAMENTO EUROPEO
LA COMMISSIONE DELLE PETIZIONI HA ASCOLTATO LE RAGIONI DEL MOVIMENTO NO TAV
EVITARE LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA ED INUTILE LINEA FERROVIARIA TORINO-LIONE
PER NON AGGRAVARE IL PESO DEI DEBITI DELL’ITALIA
Bruxelles 3 ottobre. La Commissione delle Petizioni del Parlamento europeo ha raccolto oggi dai protagonisti la testimonianza degli avvenimenti che si sono succeduti nei mesi estivi a La Maddalena di Chiomonte e nei territori della tratta Venezia-Trieste. Un video1 è stato proiettato nella sala come testimonianza delle impressionanti, continue e violente reazioni delle forse dell’ordine al dissenso dei cittadini. Nei loro interventi i rappresentanti del Movimento NO TAV hanno invitato il Parlamento Europeo a condannare la sottrazione delle libertà di pensiero e di circolazione dei cittadini adottata dal Governo italiano che soffoca la vita dei cittadini nel proprio Paese e configura uno Stato di Polizia allo scopo di impadronirsi dei finanziamenti europei.
La Commissione per le Petizioni è un organo del Parlamento europeo eletto dai cittadini che ha il compito istituzionale di dare risposte alle loro domande e, secondo la delegazione No TAV, dovrebbe formare in modo indipendente dalla Commissione europea, dai promotori e dagli stessi oppositori il suo giudizio sulla necessità della Torino-Lione. La delegazione No TAV ha quindi sollecitato la Commissione Petizioni ad invitare gli Stati Membri ad applicare integralmente la Convenzione di Aarhus2 che è parte integrante della legislazione italiana, francese ed europea.
La delegazione No TAV ha invitato la Presidente Erminia Mazzoni a formare una delegazione che visiti con urgenza la Valle di Susa e prenda contatti con tutti coloro (cittadini, istituzioni, associazioni, esperti) che agiscono pro o contro la realizzazione della Torino-Lione. La Commissione Petizioni dovrebbe in seguito affidare ad un gruppo indipendente di esperti la valutazione dei costi-benefici economici, finanziari, ambientali di questo progetto.
In conclusione, i rappresentanti del Movimento No TAV hanno chiesto che il Parlamento europeo, che si appresta ad esaminare nelle prossime settimane il piano TEN-T 2014-2020, cancelli con atto di lungimiranza questa grande opera inutile e dannosa dall’elenco di quelle meritorie di finanziamento europeo. L’Italia non ha sufficienti risorse finanziarie ed economiche nemmeno per iniziare l’opera. In questo momento di gravissima crisi l’intenzione di gettare via miliardi di euro in una grande opera inutile e dannosa può influire notevolmente sul rischio di default dell’Italia. Il governo, ormai sfiduciato dagli italiani, dovrebbe invece investire questi fondi nelle fonti rinnovabili e nella ricerca scientifica, veri motori per un futuro migliore del pianeta.
Al termine la Presidente Erminia Mazzoni ha aperto la discussione alla quale non ha partecipato la Commissione Europea (salvo per un accenno allo Studio di Impatto Ambientale – SIA – relativo alla tratta Venezia-Trieste). Al suo posto il Signor Roberto Ferrazza, del Ministero delle Infrastrutture italiano, ha a lungo relazionato leggendo un testo, scrittogli certamente dall'arch. Mario Virano, con il quale ha comunicato alla Commissione che la recente revisione del tracciato è meno impattante per l'ambiente determinando l'assenso dei sindaci prima contrari.
Sono in seguito intervenuti alcuni deputati: Sonia Alfano ha condiviso la relazione dei cittadini No TAV presenti e difeso il diritto alla protesta; Margaret Auken ha detto “non possiamo rispondere se l'Italia vuole buttare via i soldi, non c'è una legge che lo vieta”; Sabine Wils ha confermato che bisogna utilizzare e migliorare le linee esistenti.
Nella loro replica i cittadini No TAV hanno stigmatizzato l'assenza di comunicazioni della Commissione Europea e la falsità plateale delle comunicazioni del rappresentante del Ministero delle Infrastrutture italiano che ha nuovamente e in maniera offensiva strumentalizzato i parlamentari europei attraverso informazioni inattendibili.
Su richiesta del MEP Victor Bostinaru (Romania) la Presidente Erminia Mazzoni richiederà, in forma di mediazione, ulteriori informazioni al Governo italiano.
1989 - 2011, 22 anni di opposizione popolare alla nuova linea ferroviaria Torino – Lione