cronaca
21/10/2011 - oggi l'inaugurazione
Anche Torino ha il farmer market
Il mercato di via Onorato Vigliani sarà aperto da martedì a sabato
In via Onorato Vigliani da oggi pomeriggio trenta agricoltori venderanno i loro prodotti
ai consumatori. Confezioni
formato famiglia a prezzi inferiori del 30% rispetto alle indicazioni
del ministero dell’Agricoltura
ANDREA ROSSI
torino
Il totem sarà «sms consumatori», il servizio introdotto dal ministero dell’Agricoltura che ogni giorno pubblica i prezzi di riferimento di alcuni cibi per Nord, Centro e Sud Italia. Loro li abbatteranno del 30 per cento. E lo stesso, o quasi, faranno con tutto il resto: frutta, verdura, carne, latte, formaggi, vino, miele. Cibi prodotti nei nostri campi, e venduti saltando qualunque passaggio intermedio. Dal produttore alla tavola.
Sembrava assurdo che nella capitale dell’eno-gastronomia i contadini non potessero avere un mercato tutto per loro, come accade nelle grandi città, compresa la vicina Milano, non certo patria della filosofia chilometri zero. Eppure la battaglia è durata più di due anni, tra autorizzazioni che tardavano, lavori più lunghi del previsto e una certa freddezza - per non dire altro - delle associazioni dei commercianti.
La contesa è finita. Da oggi pomeriggio anche Torino avrà il suo farmer market in via Onorato Vigliani 102. Il Comune ha messo a disposizione i locali. L’associazione Enzo B si occuperà della gestione. La Coldiretti ha reclutato trenta produttori locali: da martedì a sabato, dalle 15 alle 19 (d’estate fino alle 19,30), piazzeranno le bancarelle. Scelta meditata, quella del pomeriggio: «Non vogliamo fare concorrenza agli altri mercati, ma offrire una possibilità a chi lavora e non può fare la spesa al mattino», spiega il presidente provinciale della Coldiretti Riccardo Chiabrando.
I posti sono 50: ne mancano venti, ma è sensazione diffusa che se l’esperimento funzionerà non resteranno liberi per molto. In via Vigliani hanno fatto le cose per bene, riprodotto un angolo di campagna nel cuore della periferia Sud di Torino: aiuole fiorite e siepi, giardino con prato all’inglese. Tra qualche tempo arriveranno anche la fontanella della Smat con l’acqua naturale e gasata e i distributori per il latte crudo. Domani pomeriggio, invece, spunteranno le bancarelle: 12 ortofrutta, 5 latticini, 4 carne e salumi, 3 fiori e piante, 6 vino, 5 miele, 9 generi vari. Alcune venderanno diverse tipologie di prodotto. Tutti provenienti dai campi del Torinese o, al massimo, del Piemonte: ci sarà un coltivatore di riso dal Vercellese, un produttore di vino dalle Langhe. E i prezzi? Più che mai competitivi.
Al farmer market, che è stato chiamato Vov 102, il cliente troverà prodotti in confezioni da ingrosso e per questo motivo a prezzi decisamente inferiori rispetto alla media. La filosofia è tutta lì: sfruttare l’appeal della filiera corta, i cibi a chilometro zero, la garanzia dei marchi di qualità e puntare sul formato famiglia. «Chi verrà qui non potrà acquistare mezzo chilo di verdura o di frutta», spiegano i coltivatori. «La merce verrà venduta in confezioni standard di medie dimensioni, cosa che garantirà un notevole risparmio». Un esempio? Le mele, che nei mercati oscillano intorno all’euro al chilo si potranno comprare a 60 o 70 centesimi, però bisognerà portarne a casa tre o quattro chili. Stesso discorso per la carne: 15-17 euro al chilo al posto dei 20 e più per il filetto, però le quantità dovranno lievitare. E così per il resto.
Per far partire il mercato dei contadini ci sono voluti mesi di lavori e 350 mila euro, di cui 70 mila sborsati dalla Regione. Segno che gli organizzatori ci credono. E sono decisi a non limitarsi a vendere prodotti: in via Vigliani si farà didattica, si mostrerà come si prepara un formaggio o si confeziona una marmellata.