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Attualità: la satira al museo
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De: lore luc  (Mensaje original) Enviado: 30/10/2011 15:08

La satira racconta l'Italia
nel segno dell'irriverenza

L'esposizione "Fratelli d'Italia" sarà visitabile presso il Museo regionale di Scienze Naturali sino al 23 novembre

maurizio ternavasio
torino

Garibaldi un po' in tutte le salse, Mazzini pensieroso, il re Vittorio Emanuele II ancora più in miniatura, Berlusconi travestito da Mao. La mostra che ha aperto ieri i battenti al Museo regionale di Scienze Naturali di Torino è probabilmente uno degli ultimi atti dei festeggiamenti per l'Unità d'Italia. E, forse, anche il più allegro e giocoso, visto che ha come protagonista il mondo della satira, della parodia e del fumetto.

Si chiama «Fratelli d'Italia - Il 150° anniversario celebrato per immagini». Titolo evocativo di una manifestazione strutturata attorno ad un concorso a premi per i migliori artisti italiani e stranieri che si sono espressi, a colpi di matita dissacrante e di toni caricaturali, sull'attuale capacità evocativa di concetti fondamentali come quelli relativi a unità, identità nazionale, autonomia e libertà. In pratica i presupposti filosofici e politici che stanno alla base del Risorgimento.

Ne viene fuori una curiosa rassegna itinerante, che toccherà 72 città italiane e le principali capitali del mondo, organizzata dalla Regione autonoma della Sardegna e dalla Fasi, la federazione delle associazioni sarde in Italia. E infatti alla regione insulare è dedicata una delle otto sezioni della mostra. Ma tra i «protagonisti» non mancano ovviamente simboli quali la bandiera e la figura femminile turrita, l'onnipresente Garibaldi e i ritratti di tutti i «grandi» che hanno fatto con fatica la Storia di un Paese spesso frammentato.

Gli autori delle 140 tavole esposte (ma quelle in gara erano circa 1200, realizzate da 500 diversi artisti provenienti da 53 diversi Paesi) coincidono con le più prestigiose firme dei maestri italiani delle arti visive: da Chiappori a Giuliano, da Bruna a Superbi, passando naturalmente per Mannelli, Origone e Staino. A questi si aggiungono, tra i più famosi caricaturisti a livello internazionale, lo statunitense Ruth Greg, l'albanese Agim Sulaj, il tedesco Kurtu e l'argentino Horacio Guerrero Fidel Cardo. Tutti riuniti sotto il cappello dell'irriverenza, «per raccontare - ha detto il curatore Luca Paulesu - che tipo di vita in comune noi italiani abbiamo avuto nella nostra storia dopo il 1861, compresa quella recente».

Curiosamente quel collage di immagini, tra uno Sgarbi scollacciato e baffi improbabili in serie, tra luccicanti mostrine di generali e reali e un Andreotti che mostra il dito medio, s'arrestano nei tre-quattro decenni successivi alla seconda guerra.

Niente boom economico, legge sul divorzio, Tangentopoli, referendum del 2 giugno '46, quindi. Quasi come se la storia «da ridere» ad un certo punto si fosse fermata e arresa, per riprendere il suo corso nell'ultimo decennio, quello in cui Berlusconi è ritratto con in mano una pastorale da Papa taroccata (una donna in posa languida al posto del crocifisso), oppure nelle vesti di arbitro di calcio tra Calderoli in versione Hulk e La Russa vestito da marines, ma mai come uomo di stato in rapporto al tema trattato. Forse perché, come ha spiegato il curatore, «il desiderio di un'Italia unita non si libera dal periodo risorgimentale per trovare contraltari nella contemporaneità: i simboli della fratellanza celebrata dall'inno di Mameli continuano ad essere personaggi come Mazzini, Vittorio Emanuele e Cavour».



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