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De: lore luc (Mensaje original) |
Enviado: 29/10/2011 13:21 |
Il numero di cellulare è un dato sensibile: pubblicarlo su internet è reato
La Corte di Cassazione, con la sentenza 21839/11, ha stabilito che è reato pubblicare il numero di cellulare altrui su internet. Il numero di cellulare è privato, quindi è un dato sensibile.
Il caso
Un internauta, diffidato dal farsi pubblicità dal gestore di una chat line, dopo un acceso diverbio avvenuto sia tramite chat che tramite telefono, diffonde su una chat pubblica il numero di cellulare del rivale. La Corte di Appello di Milano conferma la sentenza emessa in sede di giudizio abbreviato dal Tribunale di Milano che condannava l'imputato alla pena, condizionalmente sospesa, di 4 mesi di reclusione per aver trattato illecitamente dati sensibili. L'imputato propone ricorso. La difesa sostiene che il privato cittadino, che sia venuto in possesso di dati sensibili in via del tutto occasionale, non può essere annoverato tra i destinatari della sanzione penale prevista per la diffusione di tali informazioni. Secondo la Corte Suprema, però, la norma è chiara in tal senso e afferma che il divieto di diffusione di dati sensibili riguarda, indistintamente, tutti i soggetti entrati in possesso di questi dati. Per la Cassazione è irrilevante che il ricorrente sia entrato in possesso del numero di cellulare in maniera casuale, ciò che rileva, ai fini sanzionatori, è la diffusione del numero di cellulare: azione questa certamente produttiva di danno. Quindi, il ricorso è infondato e al rigetto segue la condanna al pagamento delle spese processuali.
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Molto bene. Era ora. Si predica tanto di privacy e poi!!! Non so Voi, ma io ricevo continuamente pubblicità sul cellulare TIM senza aver mai autorizzato nessuno a mandarmela. il 90% è di Sky, il 10% di Carrefour. Per quanto riguarda il fisso non ne parliamo. Mi vogliono vendere mobili, profumi, vini, olio ecc... e nonostante mi sia iscritta al registro delle pubbliche opposizioni non è successo nulla. Ho anche compilato un modulo per non comparire sull'elenco telefonico ma non ha avuto seguito. Quindi ben vengano le condanne e non solo nel caso dell'articolo sopra riportato. |
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De: haiku04 |
Enviado: 30/10/2011 19:50 |
Non so di che articolo si sia parlato, ma so che sono arcistufa delle pubblicità, ormai nutro una vera e propria idiosincrasia nei confronti di tutto quello che assomiglia anche solo vagamente ad un spot! Malgrado la tanto sbandierata legge sulla privacy, siamo tormentati in tutti i modi da proposte di vendite fra le più svariate. Il mio nome non compare più sull'elenco telefonico e ho vietato l'uso dei miei dati, per cui in effetti il vino, l'olio, i cosmetici etc. sono scomparsi, ma le compagnie telefoniche non danno tregua.... i call center sono assillanti, tuttavia, sebbene non passi giorno senza che riceva almeno una chiamata, sono sempre gentile con gli operatori perchè so che non hanno colpa e cercano di guadagnare qualche spicciolo proponendo contratti che non interessano nessuno, ricevendosi tanti vaffa che non sollevano certo il morale.... comunque è uno disturbo non indifferente! |
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Nella puntata di Annozero di giovedì 20 gennaio, Michele Santoro ha tarsmesso in diretta il numero di cellulare del premier Silvio Berlusconi. Libero, seguendo il principio della "privacy secondo Michele", pubblica il telefono dove potete raggiungere il tribuno di Rai2. L'articolo di Andrea MorigiAl 3483406101, risponde Michele Santoro. L’autorizzazione alla divulgazione, per la proprietà transitiva, deriva dall’interessato, secondo il quale rientrerebbe nei limiti della libertà di stampa rendere noto - sebbene a rate - il numero del cellulare di Silvio Berlusconi. Nella puntata di Annozero andata in onda giovedì, si sono nascosti dietro un trucchetto. Hanno coperto le tre cifre finali. Le quali però, si possono ampiamente ricostruire, consultando le 389 pagine di verbale consegnate alla Giunta per le autorizzazione della Camera dalla Procura di Milano e pubblicate da molti giornali su carta e online. Così, da due giorni, grazie al tam tam dei blog che hanno risolto il facile enigma spiegando come raggiungere telefonicamente il premier al 3351500431, migliaia di persone gli hanno intasato la linea. Alcuni per insultarlo e minacciarlo, altri magari per esprimergli solidarietà, altri ancora per mandargli qualche sms per scherzo, al bar con gli amici. Chi ci ha provato, riferisce che prima rispondeva una voce di donna, poi un segnale fisso di occupato. Nella consapevolezza di camminare su ghiaccio sottile, lo stesso Santoro ci tiene a precisare che «se è quello il numero del cellulare di Berlusconi, non l’abbiamo dato noi. è Berlusconi che l’ha dato a Nadia Macrì. E la Macrì l’ha fatto vedere a Sandro Ruotolo che prudentemente ha cercato di coprire almeno delle cifre. Se fosse quello, perché io non so se è vero quello che racconta la Macrì, credo che l’avrà già cambiato da un po’». Per quanto riguarda Santoro, invece, l’ultima parte del suo numero non risulta nota alle cronache giudiziarie. Non lo hanno né intercettato né indagato. Però potrà provare lo stesso brivido del contatto diretto con il pubblico. Potrà seguire lo stesso consiglio che dispensa lui al premier: «C’è poco da commentare ci sono tante compagnie telefoniche, se il premier è preoccupato cambi numero...». Se non gradirà, p otrà anch’egli affidarsi a un nuovo gestore o chiedere una nuova Sim. Gli arriverà qualche bacchettata, al massimo. Ieri, sull’argomento della pubblicazione selvaggia è intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante la celebrazione della Giornata dell’Informazione. Anche se ormai è un po’ come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, il capo dello Stato ribadisce l’esigenza di «un valido equilibrio tra i valori del diritto-dovere dell’informazione e quelli del rispetto della riservatezza delle indagini nonché della privacy e dignità delle persone». Richiama il «senso del limite e responsabilità che non può mancare nell’informazione, specie nella cronaca giudiziaria», anche se non si nasconde che «la materia è sempre e più che mai scottante». Contro un’interpretazione colabrodo delle norme sulla riservatezza dei dati personali, nel frattempo, giunge un nuovo richiamo del Garante della privacy, dopo quello di giovedì, ai numerosi siti di informazione on line «a oscurare con urgenza i numeri delle utenze telefoniche riferibili a persone coinvolte nell’inchiesta sul cosiddetto caso Ruby e tratte dagli atti della procura di Milano». Non una parola, ovviamente, su chi ha fatto trapelare le informazioni. Ai magistrati e ai politici che hanno fatto girare il faldone dell’inchiesta Ruby non si accenna nemmeno. La minaccia riguarda solo il distributore al dettaglio. Sul grossista, nulla. «L’attività istruttoria e di verifica del Garante, volta ad individuare eventuali altri siti o altri casi di diffusione da parte di media dei numeri di quelle utenze telefoniche, è tuttora in corso - si legge -. L’Autorità richiama tutti i siti di informazione e tutti i media allo scrupoloso rispetto del principio di essenzialità dell'informazione, già più volte ribadito e ad astenersi dal diffondere i dati delle utenze telefoniche, ancorché contenuti in atti giudiziari, la cui diffusione è eccedente rispetto al diritto di cronaca e inutilmente invasiva della riservatezza delle persone coinvolte», conclude la nota del Garante per la privacy. Oscurare non serve. Ormai, tanto varrebbe rieditare il vecchio elenco telefonico, con nomi, cognomi, indirizzi e titoli. Almeno ci sarebbe da divertirsi un po’, privilegio ormai riservato soltanto a Teo Mammucari.
22/01/2011
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Santoro querela Libero per la diffusione del suo numero di cellulare
Quando, come Michele Santoro, si guadagnano 650mila euro l’anno è automatico avere una considerazione di se stessi molto alta, spesso forse eccessiva. Così capita per il proprio tempo che, come recita il detto, è denaro. Se poi la ricetta per accumulare tanti soldi consiste nella rielaborazione capziosa dei fatti, nell’esasperazione dei toni e nell’abbandono delle virtù della moderazione e dell’equilibrio, il soggetto corre decisamente il rischio di perdere il contatto con la realtà. è il primo pensiero che ci è venuto in redazione quando ci è stata recapitata la richiesta del giornalista di 150mila euro a titolo di risarcimento danni per aver pubblicato su «Libero» il numero del suo cellulare aziendale. Una “marachella” che abbiamo confezionato l’indomani della puntata di Annozero dedicata al caso Ruby in cui, associando le immagini di due servizi diversi, veniva di fatto reso pubblico in tv il numero di telefono privato di Silvio Berlusconi. Ma Santoro non ha gradito il nostro modo di intendere la par condicio. Nella citazione in cui per lesa maestà ci chiede l’equivalente di sei anni di stipendio lordo di un operaio, si lamenta con noi per avergli procurato «48 ore di comprensibile turbamento dello stato d’animo in quanto il suo telefono squillava ininterrottamente per ricoprirlo di ingiurie e minacce». Il costoso collega ci mette in conto anche lo sforzo fatto per «richiedere alla Rai l’attribuzione di una nuova utenza» e ci addebita «i due giorni spesi per rendersi nuovamente reperibile alle persone con cui voleva rimanere in rapporto e per individuare il numero di persone che avevano lecitamente il precedente numero e informarle dell’accaduto». Non ci resta che ammirarlo. Ecco uno che sa farsi pagare: 150mila euro per chiedere all’azienda di cambiargli utenza e inviare poi ad amici, colleghi, ospiti e “fonti” un sms con su scritto “Signori, il mio nuovo numero è questo: 335…”. A molti di noi è toccato farlo, magari anche a spese nostre, e non ne abbiamo fatto un dramma. Altrettanto ammirevoli sono la freddezza e il cinismo del collega, caratteristiche tipiche del giornalista di razza. Ogni settimana il conduttore di Annozero mette in scena a rotazione il dramma delle famiglie operaie in cassa integrazione che vivono in quattro con mille euro al mese, quello dei precari che a quarant’anni ne guadagnano 800 senza nessuna prospettiva per il futuro o quello degli immigrati clandestini che si riversano sulle nostre coste senza una lira in cerca di libertà e trovano solo porte chiuse. Ma è il primo a non farsi turbare dai collegamenti sul campo dei suoi inviati e dai diseredati che convoca in studio. Nessun racconto, nessuna tragedia è riuscita a impressionare l’uomo d’oro della Rai, a persuaderlo che i soldi non si trovano sugli alberi e fargli pensare che forse ne guadagna già abbastanza. Lui è una star, e come tale si comporta. Pagarlo dev’essere un onore. Non ci è noto se Santoro si sia scusato per aver spiattellato in tv il numero del presidente del Consiglio. Magari lo avrà fatto in privato. Dubitiamo comunque che qualcuno gliene abbia chiesto conto in giudizio. Per parte nostra, ci battiamo il petto per i contrattempi che gli abbiamo procurato ma restiamo sbigottiti dalla richiesta. Nemmeno le Olgettine, la cui situazione economica forse interessa e colpisce Santoro più di quella delle tute blu, pretendono tanto. E comunque, a quanto ci è dato sapere dai resoconti dei Bunga Bunga sui quali Annozero ha fatto le sue fortune quest’anno, Ruby e compagne sembrano sudarsi il contante un po’ di più di lui. Almeno in questa circostanza.
di Pietro Senaldi da libero-news.it
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Penoso Santoro e nemmeno più obiettivo. Ben vengano le sanzioni e speriamo gravi!!1 |
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