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video.repubblica.it
E' deciso, l'Italia in crisi comprerà 131 caccia bombardieri nucleari F35 Lockheed. La produzione sarà avviata a fine 2012 |
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Vittorio Scarpa E' veramente da non crederci il ministro del Welfare scoppia in lacrime mentre annuncia ulteriori sacrifici ai soliti poveracci ormai in braghe di tela! Se lei piange chi subisce le loro manovre cosa dovrebbe fare SUICIDARSI??? INVECE DI PIANGERE PERCHE' NON TAGLIAVA GLI INUTILI I COSTI MILITARI???, I MILIARDI DI SPRECHI DELLA POLITICA???, PERCHE' NON AGISCONO CONTRO I 250 MILIARDI DI EURO D'EVASIONE FISCALE??? NON ABBIAMO BISOGNO DI GENTE CHE PIANGE BASTIAMO NOI PER QUELLO! ABBIAMO BISOGNO DI GENTE ONESTA E CAPACE!!!
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Nicolina Della Montagna VERGOGNATEVI POLITICI..... VORREI VEDERE LE VOSTRE DONNE AL POSTO DI QUESTA POVERA GENTE ....
CI AVETE RUBATO TUTTO ...CI AVETE LEVATO ANCHE LA NOSTRA DIGNITA' ...E SE DAVANTI ALLA CONDIZIONE PRECARIA DI MILIONI DI FAMIGLIE RIUSCITE A ESSERE INDIFFERENTI NON MERITATE NE RISPETTO NE POLTRONA ...LA COSA PIU' SPREGEVOLE E' CHE NON VI VERGOGNATE NEMMENO ...SICURAMENTE LE VOSTRE MOGLI O LE VOSTRE MADRI NON FANNO QUE... |
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E ultimo ma non ultimo,ai più attenti non sarà sfuggito che la manovra contiene un piccolo trafiletto che recita:
"Le passività delle banche saranno garantite dallo Stato Italiano."
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Una lacrimuccia forse è troppo, ma un po’ di dispiacere sicuramente c’è. Dalle tasche di Olga Maria Elsa Fornero, ministro del Lavoro, il Consiglio dei ministri di domenica ha prelevato un paio di migliaia di euro in più del passato. La Fornero sarà costretta a pagare d’ora in avanti per le case che spesso ha in comproprietà con il marito, Mario Deaglio, qualcosa più di 6mila euro all’anno. A pesare è soprattutto la proprietà a Torino, dove ha un bell’appartamento di 14,5 vani. Costano poco le proprietà di famiglia a San Carlo Canavese ed è un vero affare (per l’Ici) anche la casetta nella prestigiosa Courmayeur. La Fornero non sarà la sola. Perché la squadra di governo di Mario Monti è composta più che da professori da proprietari immobiliari di rango, latifondisti e quasi palazzinari.
Nella squadra dei ministri il solo a non avere casa di proprietà in Italia intestata alla sua persona fisica è Fabrizio Barca. Tutti gli altri hanno almeno un uliveto in campagna dove andare a riposarsi dalle fatiche ministeriali. L’Ici (prossima Imu) che incombe sul consiglio dei ministri ammonta ora a circa 100mila euro l’anno, e la cifra va presa assolutamente per difetto, perché è quella delle proprietà intestate direttamente alle persone fisiche. Più di un ministro però ha quote di società immobiliari che a loro volta posseggono case, ristoranti e perfino alberghi. è così per Corrado Passera, superministro allo Sviluppo economico e alle Infrastrutture e comasco di origine. Con mamma e fratelli possiede casa e box sul lago di Como. Ma anche società immobiliari che gestiscono alberghi, case e ristoranti spesso di proprietà diretta. Lui ora abita a Roma sull’Appia antica insieme alla nuova moglie, Giovanna Salza, in una bella villa che però non risulta fra le proprietà: evidentemente paga la pigione come molti inquilini. L’Ici che ufficialmente tocca pagare per la casa di Como, 4.112 euro l’anno, non sarà davvero un problema: Passera ha messo da parte bei soldini in questi anni grazie allo stipendio e alle bonus share da banchiere. Ha in portafoglio circa 8 milioni di azioni di Banca Intesa e qualcosina ha comprato in più nell’agosto scorso. Ed è pure in attesa dei calcoli sulla maxi liquidazione che contrattualmente gli spetta (si parla di cifre fantasmagoriche, anche superiori a quelle ottenute da Alessandro Profumo, ma al momento tutto ufficialmente ancora tace).
Il vero possidente del governo è il premier, Mario Monti. Un po’ ha avuto in eredità, un po’ ha investito nel mattone in questi anni. A un certo punto costituì perfino una immobiliare con la moglie, poi però la sciolse assegnando ai soci pro quota gli immobili ottenuti. Ora dovrà pagare una super Ici da 20.200 euro all’anno, che non è certo una bazzecola. Chissà se in casa di fronte a queste cifre hanno preso bene il suo generoso rifiuto dello stipendio da presidente del Consiglio. In portafoglio però fra Milano e la sua Varese il premier ha un po’ di tutto: case, negozi (in Galleria Buenos Aires), uffici, magazzini e box auto.
Pagherà una botta (14.158 euro) anche l’uomo più vicino a Monti, Enzo Moavero Milanesi: viveva a Bruxelles, ma nel mattone ha investito in Italia: Roma e l’Argentario per l’estate. Anche Paola Severino avrà da rimetterci con la nuova super Ici: il conto è di 8.237 euro per le case direttamente intestate a lei e al marito a Roma e a Cortina d’Ampezzo. Con la figlia però ha anche una immobiliare, ed è possibile che il conto lieviti. Quarto posto nella classifica del consiglio dei ministri va a sorpresa ad Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno. Lei e il marito, di origine libica, a parte un negozio a Milano, hanno un piccolo impero agrituristico a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa: il conto Ici dice 7.630 euro, qualche spicciolo in più di quel che deve pagare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà per le case possedute con la moglie a Roma e a Castiglione della Pescaia. In fondo alla classifica Piero Gnudi: lui che non deve essere il più povero della squadra, non ha casa intestata, solo terreni agricoli in provincia di Padova. Da buon ministro del Turismo ora preferirà girare l’Italia per alberghi. E risparmiare almeno l’Ici.
di Fosca Bincher
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Mario Monti si è concesso a più conferenze stampa in queste due settimane e più da quando è diventato presidente del Consiglio. Il professore non fugge le domande, e spesso cerca il rapporto con i giornalisti, come faceva anche quando era commissario della Ue. Non è mancato lui, sono mancate però le domande. Perché con quella piaggeria che spesso la stampa ha nei confronti di nuovi potenti, a ogni conferenza le richieste più pungenti sono state: «Professore, come sta? è stanco? è contento?», e giù di lì. Terminato l’ultimo Ecofin la scorsa settimana si è raggiunto l’apice. Un giornalista italiano ha fatto a Monti una domanda anche interessante sui vertici di Finmeccanica, premettendo però un inusuale: «Lei è libero di non rispondere».
Siamo giunti a questo record: uno la domanda la fa, ma non sia mai che pretenda una risposta. E mette le mani avanti subito. Con questo nuovo stile della stampa italiana, improvvisamente assai diverso da quello che caratterizzava le precedenti conferenze stampa a palazzo Chigi, c’è da temere per la prima uscita televisiva del prof. Monti, questa sera nel salotto di Porta a Porta. Siamo certi delle domande di Bruno Vespa, ma se può servire a ravvivare un po’ la serata, ne suggeriamo sommessamente qualcuna pronta per l’uso.
Si potrebbe a chiedere a Monti perché palesemente ha concesso al suo ministro Dino Piero Giarda di sventolare una bugia presentando la manovra economica domenica sera. Giarda infatti ha accusato i giornali di essersi inventati di sana pianta, perfino nei titoloni dei giorni precedenti, un aumento delle aliquote Irpef. Siccome quell’aumento era scritto nero su bianco nel testo in entrata in consiglio dei ministri, che cosa ha convinto il governo ad accantonarlo? C’è qualcuno fuori dal consiglio dei ministri che ha favorito quella (saggia) idea? è stato il Pdl? Beh, è importante sapere chi e come ha messo nei binari quella manovra.
Ad esempio: è stato Bersani a chiedere a Monti di inserire la mini-tassa su chi aderì allo scudo fiscale? E il premier, se ha accolto la richiesta, è convinto che sia equa quella una tantum sugli scudati rispetto alla imposta di bollo contemporaneamente inserita su tutti i contratti bancari e finanziari? E, visto che siamo in tema, Monti è sicuro che quello specchietto per le allodole funzioni davvero? Quanti di quegli scudati pensa di scovare ancora? E se non li scova, toglierà i soldi ai pensionati che prendono più di 500 euro al mese, visto che l’adeguamento di quegli assegni alla inflazione era coperto con la tassa sullo scudo fiscale? Visto che ci siamo, anche filasse tutto perfetto, considera un esempio di equità avere congelato l’indicizzazione degli assegni pensionistici sopra i mille euro al mese? Mille euro nella nuova Italia è uno stipendio da ricchi?
Siccome l’equità è lo slogan principale con cui è stata presentata la manovra economica, vediamo un po’ quanto è equa la supertassa sulla casa che da sola vale quasi mezza manovra. Professore Monti, hai mai letto il rapporto del suo ministero dell’Economia sugli immobili in Italia? Avesse preso in mano quello 2011 avrebbe letto che il 72% dei proprietari di immobili ha un reddito complessivo inferiore ai 26 mila euro lordi annui. Le sembra uno stipendio da ricchi? Crede che sia equo avere tassato loro la casa di abitazione aumentando pure gli estimi del 60%, o le sta per scappare una lacrimuccia dopo avere fatto la frittata come è capitato al suo ministro Elsa Fornero?
Scorrendo il testo della manovra trovo. Prima parte: garanzia dello Stato su tutte le obbligazioni ed emissioni bancarie fino al tetto del patrimonio netto di vigilanza. Poi: contante limitato a 1000 euro, e obbligo al di sopra di utilizzo di pagamenti elettronici o bancari. Terzo: obbligo per chiunque attenda 500 euro dallo Stato di aprire un conto corrente bancario a condizioni speciali. Vale anche per i pensionati. Quarto: obbligo per artisti e professionisti dello spettacolo di aprire un conto corrente per l’attività di impresa. Mi fermo, ma c’è dell’altro: non le sembra di avere fatto un numero impressionante di regalini alle banche italiane? Se le è inventate lei quelle norme o c’è qualcuno che gliele ha suggerite? Chi? E per rimanere all’equità, credo che sia equo costringere una pensionata a 500 euro al mese ad aprirsi un conto corrente bancario?
Le lascio qualche domandina in fondo, più generale. Quali delle misure che poi abbiamo visto ha anticipato ad Angela Merkel e soprattutto cosa è sembrato al cancelliere tedesco così impressionante? E ancora: in questa manovra ha soprattutto aumentato tasse (e contributi previdenziali). Per portare in alto un’asticella fiscale non ci vuole un professorone, basta un bambino. Sta preparando qualche idea un po’ più innovativa per il futuro? Ad esempio, ha in mente qualcosa sulla riduzione del debito pubblico? Nella sua manovra c’è una sola norma, quella sulla vendita delle quote Co2. Non le sembra un po’ poco di fronte alla emergenza? E sta squadrona di professori, dopo avere svolto il compitino banale che abbiamo visto domenica, la facciamo lavorare sul serio? C’è un bel banco di prova: fra sei mesi aumenterà l’Iva di due punti senza starci troppo a pensare, o in tutto quel tempo i professoroni saranno capaci di inventarsi meraviglie alternative? Altrimenti, che li ha chiamati a fare a palazzo Chigi e dintorni?
di Franco Bechis
Ecco le undici domande di Libero:
1) Perché ha lasciato che Giarda dicesse una bugia sull'Irpef, sostenendo che mai avete pensato ad aumentarla?
2) Visto che l'aumento Ipref era scritto nella manovra in entrata, perché ha cambiato idea, e chi gliel'ha fatta cambiare?
3) E' stato Bersani a chiederle di inserire la mini-tassa su chi aderì allo scudo fiscale? E adesso che l'ha messa, realisticamente, quanti di quegli scudati pensa di scovare ancora? Se non li scova, toglie i soldi anche ai pensionati che prendono più di 500 euro al mese?
4) Ha mai letto il rapporto del suo ministero dell'Economia sugli immobili in Italia? Lo sa che quello 2011 dice che il 72% dei proprietari di immobili ha un reddito complessivo inferiore ai 26mila euro lordi annui?
5) Le sembra ricco chi ha un reddito di 26mila euro lordi all'anno? Crede che sia equo avergli tassato la casa aumentando gli estimi del 60%?
6) Perché ha inserito nella manovra un numero impressionante di norme a favore del sistema bancario italiano? Chi gliele ha suggerite?
7) Lei crede che costringere un pensionato a 500 euro al mese ad aprirsi un conto corrente bancario sia una misura equa?
8) Quali delle misure che poi abbiamo visto ha anticipato ad Angela Merkel e soprattutto cosa è sembrato al cancelliere tedesco così impressionante?
9) In questa manovra ha soprattutto aumentato tasse (e anche contributi previdenziali). Per portare in alto un'asticella fiscale non ci vuole un professorone, basta un bambino. Sta preparando qualche idea un po' più innovativa per il futuro?
10) Ha in mente qualcosa sulla riduzione del debito pubblico? Nella sua manovra c'è una sola norma, quella sulla vendita delle quote Co2. Non le sembra un po' poco di fronte alla emergenza?
11) Fra sei mesi aumenterà l'Iva di due punti senza starci troppo a pensare o finalmente farà lavorare un po' la sua squadra di cervelloni per escogitare un'alternativa?
06/12/2011
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L’obiettivo del governo, secondo indiscrezioni, è portare a casa una cifra «minima» che oscilla tra i 3,5 e i 4 miliardi di euro. Ma la botta finale potrebbe essere molto più alta, fino a 7 miliardi e anche di più. Sta di fatto che la stangata in banca dell’Esecutivo guidato da Mario Monti è pronta. Si tratta solo di limare le aliquote e le percentuali. Dalla bastonata architettata dei professori della Bocconi, alla fine della giostra, potrebbero salvarsi i conti correnti, ma tutti gli altri risparmi e investimenti degli italiani saranno colpiti senza pietà. La faccenda ruota attorno alla nuova imposta di bollo, articolo 19 della manovra da 30 miliardi varata domenica dal consiglio dei ministri. Sulla carta l’intenzione è di garantire equità per tutte le forme di deposito bancario o investimento. Il quadro attuale è frammentato. Su conti correnti e dossier titoli oggi si pagano forme diverse di bollo: nel primo caso un importo fisso (34,2 euro) nel secondo caso una tassa variabile e a scaglioni (da 34,2 euro fino a 1.500), che ora potrebbe essere estesa ai fondi comuni e le polizze assicurative, finora tagliate fuori. Mentre è certa l’esclusione dei fondi pensione e delle polizze sanitarie.
Numeri esatti sull’impatto non esistono. Stando a una versione non definitiva della manovra che circolava ancora ieri a via Venti Settembre, l’idea è quella di applicare a 360 gradi un’imposta ad aliquota che vada a rimpiazzare l’attuale tributo previsto per i dossier titoli (a scaglioni). La forchetta oscilla dall’1 per mille al 3 per mille all’anno: nell’ipotesi peggiore, vuol dire che con 100mila euro tra conto corrente, dossier titoli e fondi comuni di investimento il salasso sarebbe di 300 euro all’anno. Mentre al 2 per mille l’esborso su un tesoretto di 50mila euro si fermerebbe a 100 euro. L’ipotesi più probabile è l’1 per mille nel 2012 e l’1,5 per mille nel 2013. Meccanismo che penalizza il ceto medio. Tra conti, titoli di Stato, azioni, fondi e polizze nei portafogli delle famiglie italiane ci sono 3.470 miliardi di euro sui quali adesso ha messo gli occhi Monti. Unico dubbio, i conti correnti (sono oltre 30 milioni): in totale valgono 1.385 miliardi di euro e potrebbero essere esclusi dal giro di vite. Un’imposta ad aliquota garantirebbe un gettito per lo Stato inferiore a quello attuale. Valutazioni emerse nel fine settimana, con i tecnici del Tesoro che hanno interloquito con gli esperti delle banche, preoccupati dagli effetti pericolosi sulla raccolta. Di qui la pausa di riflessione. Ma si tratta solo di tempo.
di Francesco De Dominicis
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«Ma quanto pagherò?» Con l’arrivo dal gennaio 2012 della nuova Imu (Imposta municipale sugli immobili), che accorperà anche la vecchia Ici, è scattata nell’80% degli italiani - vale a dire quelli che risultano all’Agenzia del Territorio proprietari di uno o più immobili - l’affannosa ricerca di quanto toccherà pagare. Anche al ministero del Tesoro hanno le idee poco chiare. A seconda delle aliquote applicate negli oltre 8mila comuni italiani, la forchetta di gettito potrebbe variare dai 10 ai 12 miliardi. Una differenza non da poco considerando tutte le variabili: prima o seconda casa, zona di pregio, aliquota comunale applicata, pertinenze (garage, depandance, giardino), immobile residenziale o commerciale, affittato, concesso in uso gratuito o inagibile. Di certo la mannaia fiscale si abbatterà con maggior forza sulle seconde case e su quelle affittate o lasciate “in disponibilità” (al mare, in montagna, nel paese di nascita magari diverso dalla residenza).Tra le molte incertezze una garanzia: ai contribuenti che abitano in una casa di proprietà spetterà una detrazione di 200 euro. Detrazione che dovrebbe «sterilizzare», almeno in parte, la reintroduzione dell’imposta, per non gravare troppo sui bilanci familiari. Per avere una bussola nel mare magno dei parametri variabili abbiamo chiesto al Centro Studi di Federproprietà di realizzare una simulazione d’impatto della nuova tassa su un immobile di 100 metri quadri (classe statistica di riferimento), di categoria A2 (abitazione classificata dal Catasto sotto la voce “tipo civile”).
L’aumento del 60% delle rendite catastali («per avvicinare la tassazione ai valori di mercato degli immobili», ha spiegato il governo) è il vero moltiplicatore di base da tenere in considerazione. Resta da vedere sino a che punto i sindaci - che hanno la facoltà di agire sulla leva fiscale - se ne serviranno per far quadrare i bilanci locali. Infatti la bozza di decreto, al momento, prevede la possibilità, per gli immobili di residenza, di portare l’aliquota dallo 0,40% allo 0,60%. Una differenza non da poco che - pur considerando lo sconto di 200 euro di detrazione - potrebbe costare ad ogni famiglia alcune centinaia di euro.
Molto più consistente l’esborso per chi, oltre alla casa di abitazione, possiede un altro immobile dato in affitto. Secondo le simulazioni realizzate da Federproprietà, in questo caso la differenza tra la vecchia Ici e la nuova Imu potrebbe lievitare considerevolmente, fino a qualche migliaio di euro l’anno per le case di maggior pregio e in zona centrale. Infatti per gli immobili diversi dall’abitazione principale il comune ha la facoltà di aumentare l’aliquota da un minimo di 0,76% ad un massimo dell’1,06%. Insomma, nell’attesa di conoscere i particolari del provvedimento - tutt’altro che definitivo - non c’è altro che rassegnarsi: nella speranza che la nuova imposta venga, come promesso, agganciata al reddito del possessore e al numero di immobili dichiarati. Qualche esempio: a Milano si potrebbero pagare, per un immobile centrale in affitto dai 1.344 ai 2.246 euro in più. A Roma, stessa tipologia di casa in locazione, dai 1.38 ai 2.005 euro. In più, ovviamente.
di Antonio Castro
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Super Mario Monti, toglie ai poveri per dare ai ricchi |
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