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General: Il fiume Isonzo
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Respuesta  Mensaje 1 de 6 en el tema 
De: gianpi  (Mensaje original) Enviado: 04/12/2011 21:39
Il fiume Isonzo.... Quando sono venuto ad abitare a Trieste, ho cominciato ad esplorare la regione e, fin dalla prima volta che l'ho visto, ho ammirato il colore delle sue acque. Non è solo una questione di cielo sereno o no: quando non è in piena è di un bellissimo colore ceruleo.
Ma prima di mostrarvi le foto che ho scattato il mese scorso in occasione della visita dei nostri cari amici di Verona, voglio raccontarvi una leggenda isontina che lo riguarda:

"I tre fradei" (I tre fratelli), leggenda popolare bisiaca (*), descrive l'origine di tre fiumi conosciuti in Friuli Venezia Giulia. Come tante leggende la fantasia si mescola con la realtà, confondendo in effetti le sorgenti dei fiumi, che in questa leggenda sembrano avere origine dallo stesso monte.

"All'inizio dei secoli l'Isonzo, la Drava e la Sava erano tre fratelli che vivevano su un monte altissimo. Un giorno fecero una scommessa su chi fosse arrivato per primo al mare. Il Padreterno si raccomandò che fossero onesti nella scommessa, come si conviene tra fratelli, e regalò alla Drava un piccone, alla Sava un'ascia e all'Isonzo delle scarpe ferrate per compiere l'impresa. La partenza era stabilita per l'alba. La Drava però partì durante la notte, rompendo i massi che le bloccavano la strada con il piccone. La Sava, sentendo il rumore si svegliò ed inseguì la sorella tagliando i larici ed i pini con l'ascia, mentre l'Isonzo dormiva. All'alba l'Isonzo si svegliò e vide che le sorelle erano già partite. Furioso per l'imbroglio cominciò a tirare calci ai massi e alle rocce con le sue scarpe chiodate. A mezzogiorno, con le scarpe consumate, arrivò in pianura. Stanco per l'impresa si stese e lentamente arrivò fino al mare. Allora sentì il Padreterno che gli diceva di averlo aiutato perché era stato onesto. Le due sorelle invece, per la fretta di arrivare prime non giunsero al mare, ma sbagliarono strada andando a gettarsi in un fiume più grande."

(*) Bisiaca/o: Il bisiaco (bisiac [ bi'zjak]) è un dialetto della lingua veneta parlato nella Bisiacaria, territorio in provincia di Gorizia. la regione fra le due "acque": quelle dell'Isonzo e del Timavo...


Dalla leggenda passiamo alla geografia:

L'Isonzo (Lusinç in friulano standard, Isuns, Lisuns, Lusinz, Lusins nelle varianti friulane locali, Soca in sloveno, Lisonz in bisiaco, Sontig in tedesco) è un fiume che scorre in parte nel Goriziano sloveno e in parte in Friuli-Venezia Giulia. Il suo nome deriva dal latino Aesontium o forse Sontium



Le sorgenti sono a 1100 metri d'altezza in Val Trenta, fra il Mangart, il Canin ed il Triglav. L'acqua esce dalla roccia già in enorme quantità!






Alto corso del fiume Isonzo (Soca in sloveno) La sua lunghezza è di 136 chilometri con un bacino ampio 3.400 km² di cui 1.150 km² in Italia. Da alcuni viene chiamato la bellezza di smeraldo per il colore verde acceso delle sue acque.


Il gruppo montuoso del Canin.

Sul tratto di fiume vicino a Plezzo alle pendici del monte Canin sono state girate delle scene del film della Walt Disney Pictures Le cronache di Narnia: il principe Caspian.

Presso la località di Chiusa di Plezzo (Kluže) si trova una fortezza costruita dalla Serenissima (Repubblica di Venezia) nel secolo XV, distrutta nel 1797 dalla truppe napoleoniche e ricostruita nel 1882 dagli austriaci. Vicino alla fortezza di Chiusa vi è la più profonda gola della Slovenia


fortezza



Il torrente Boca affluente con la sua cascata maestosa.



Il fiume presso Gorizia, al ponte di Salcano.
è il ponte ad arcata unica in pietra tagliata più lungo del mondo, con i suoi 85 m di estensione. costruito per consentire il passaggio sul fiume Isonzo della linea ferroviaria Jesenice – Trieste, inaugurata nel 1906, che faceva parte del complesso della ferrovia Transalpina: un secondo collegamento ferroviario tra Trieste ed il resto dell'Austria.

E ora passiamo alla storia....

Ahimè, questi luoghi bellissimi sono stati teatro di ben 12 battaglie della Grande Guerra che costarono la vita a più di 300.000 morti tra italiani e austro

-tedeschi.



Una battaglia, la dodicesima, che si risolse con la sconfitta più bruciante mai patita dal nostro esercito, conclusa con un bilancio terrificante: 11mila morti, 30mila feriti, 293mila prigionieri, 3-400mila sbandati, tutte e tre le linee fortificate che difendevano il Nord-est sfondate e fatte a pezzi, decine

di divisioni lanciate in una fuga caotica che si fermò solo 10 giorni dopo sul Piave.



Sacrario di Caporetto: Nell’ossario riposano i resti di 7760 (7014 – scritta alla sinistra del parcheggio) soldati (di cui 2748 ignoti). I caduti furono trasportati dai cimiteri militari dell’alto Isontino (Drežnica, Drežniške Ravne, Gabrje, Kamno, Smast, Bovec). I resti dei militi ignoti riposano in gruppi di 500 sotto gli archi ai lati degli scaloni principali.

Ma torniamo alla geografia....

A Gorizia, il fiume entra in Italia e scorre placido fino al mare, dove sfocia nei pressi di Monfalcone.






Due immagini dello sbarramento di Sagrado

E per finire una immagine (rubata) della foce del nostro bel fiume.



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Respuesta  Mensaje 2 de 6 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/12/2011 04:17
GRAZIE
 
Spero riuscire a visitare Trieste e l'Isonzo che tanta commozione suscitava nei reduci della grande guerra. Quando lessi "Va dove ti porta il cuore" mi chiesi se i triestini si sentissero italiani; quando un 24 maggio visitati Redipuglia rimasi sconcertato dall'assenza di una qualsiasi azione commemorativa: la barista di un vicino locale ignorava totalmente la ricorrenza. Non ci furono solo gli alpini nel 15'-18'; nella piazza principale di Piazza Armerina (Enna) c'è un monumento al generale Antono Cascino ove è riportata la sua esortazione: "Siciliani, siate la valanga che sale"

Respuesta  Mensaje 3 de 6 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/12/2011 04:22

Antonino Cascino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antonino Cascino

Antonino Cascino (Piazza Armerina, 14 settembre 1862Quisca, 29 settembre 1917) è stato un generale italiano.

Generale di divisione,fu il primo generale italiano a entrare a Gorizia nel 1916, a capo della Brigata "Avellino", costituita in prevalenza da siciliani. Subito dopo la brigata venne impiegata in prima linea contro gli austriaci sul Monte San Marco, a Plava e sul Vodice, dove sotto la guida di Cascino dimostrò valore e tenacia. Dopo la battaglia del Vodice, per la quale fu insignito della medaglia d'argento al Valor Militare, Cascino fu promosso tenente generale, a capo dell'8ª Divisione, formata dalle brigate "Avellino" e "Forlì". Il suo prossimo obbiettivo era la conquista del Monte Santo, di rilevante importanza strategica nel conflitto in atto. Operazione che gli riuscì dopo una serie di assalti che causarono gravissime perdite. Ammirato dal valore del generale Cascino, Arturo Toscanini raggiunse il Monte Santo e diresse una banda militare, che suonò dal 25 al 29 agosto 1917 inni e canzoni patriottiche in faccia agli austriaci. Durante il successivo tentativo di conquistare il Monte San Gabriele, il 15 settembre del 1917 Cascino fu gravemente ferito a una coscia da una scheggia di granata austriaca.
Rifiutò l'immediato ricovero in ospedale, preferendo garantire con la sua presenza la tenuta della posizione, esposta a reiterati attacchi delle fanterie e dell'artiglieria austro-ungariche. Il suo successivo ricovero giunse troppo tardi. Dopo 12 giorni di agonia, il generale Cascino morì all'ospedale di Quisca .
Di lui viene ricordata la frase «Siate la valanga che sale!», diretta ai suoi soldati che si accingevano all'impresa che lui stesso volle guidare, e che è riportata nel monumento eretto in suo onore al centro della sua cittadina natale, nella piazza che porta il suo nome.

Onorificenze [modifica]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro al valor militare
«Nobile figura di condottiero e di soldato, diede costante e mirabile esempio di ardimento e di valore alle truppe della sua divisione, recandosi a condividere con esse, sulle prime linee, tutte le vicende della lotta. Gravemente ferito da proiettile nemico, volle ancora mantenere il comando, finché ebbe assolto il suo compito della giornata, stoicamente sopportando il dolore della ferita, che poi lo condusse a morte.»
— Monte Santo, 15 settembre 1917

Dediche [modifica]

A lui fu dedicato un cacciatorpediniere (classe Generale Antonio Cantore) varato nel 1922 e affondato nel 1943, nel corso delle operazioni della Seconda guerra mondiale.
Gli fu anche intitolata la caserma (ora dismessa) sede del "Gruppo Artiglieria da Montagna Pinerolo" della Brigata alpina "Taurinense", di stanza a Susa.

Gli fu dedicata la caserma dell'89° Btg Fanteria "Salerno", ora disciolto.

A lui è tuttora dedicata la caserma ove trova collocazione il Reggimento Lancieri d'Aosta nell'antica Via Montepellegrino di Palermo

In varie città, fra cui Roma, alcune vie e piazze gli sono state dedicate.

Le sue spoglie riposano nella Chiesa di San Domenico, il Pantheon di Palermo,

A lui è dedicata una delle piazze principali della sua città nativa (Piazza Armerina).

A lui è dedicata una via nel centro storico di Gorizia.


Respuesta  Mensaje 4 de 6 en el tema 
De: lore luc Enviado: 05/12/2011 04:23

Respuesta  Mensaje 5 de 6 en el tema 
De: gianpi Enviado: 06/12/2011 22:54
 
Ecco il Sacrario di Rdipuglia che si trova a circa 40 km da casa mia.
 
 
I gradini (alti più di due metri (ciascuno) con la scritta commovente: "PRESENTE"
 
 
Sull'altipiano alle spalle del Sacrario ci sono i resti delle trincee
 
 
I resti delle fortificazioni sono stati recentemente ripuliti dai detriti e dai rovi e le piante che in 80 anni li avevano ricoperti
 
Il monumento a Filippo Corridoni che si trova nella stessa zona.

Respuesta  Mensaje 6 de 6 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 13/12/2011 06:12
Tutto molto bello da legge: fra storia e leggenda.....
Grazie gianpi. 


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