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De: lore luc (message original) |
Envoyé: 20/12/2011 16:04 |
"Le caraffe filtranti non sono sicure"
Gli
accertamenti disposti dal pm Guariniello sono stati effettuati su dieci
diversi tipi di caraffe, sia di produzione italiana che estera
Resi noti gli esiti della perizia: «Le brocche trasformano calcio
e magnesio in sodio e potassio»
daniela lanni (agb)
torino
Nuovi sviluppi nell'inchiesta torinese sulle
caraffe filtranti dell'acqua del rubinetto di casa. Secondo una perizia
disposta dalla procura del capoluogo subalpino, non sono sicure, in
particolare per diabetici, ipertesi, cardiopatici e nefropatici perché
trasformano calcio e magnesio in sodio e potassio.
La perizia era
stata richiesta dal pm Raffaele Guariniello, che ha aperto un'inchiesta
per le ipotesi di reato di commercio in sostanze alimentari nocive e
frode in commercio. Gli accertamenti sono stati effettuati su dieci
diversi tipi di caraffe, sia di produzione italiana che estera. Nel
registro degli indagati ci sarebbero già alcuni dei produttori. Le
caraffe funzionano in modo semplice e tutte allo stesso modo: le si
riempiono con acqua del rubinetto che si fa passare attraverso
un'apposita cartuccia filtrante, e poi si conservano in frigo.
Ciò
che emerge è che queste brocche trasformano calcio e magnesio in sodio e
potassio, soprattutto nei primi litri di acqua erogata dopo
l'installazione del nuovo filtro. Un dettaglio non indifferente per chi
deve fare diete iposodiche, sostiene la Procura. La mancata segnalazione
di questo processo potrebbe creare effetti pericolosi su alcune persone
affette da patologie specifiche. Sette caraffe su dieci rilasciano,
invece, tracce di sali d'argento, presenti nei filtri, e di ioni di
ammonio, anche in questo caso nella prima acqua erogata dopo
l'installazione del filtro. Per quanto riguarda la carica batterica:
quattro caraffe su dieci garantiscono la completa durata del filtro; tre
presentano valori fuori norma a fine filtro e tre già a metà della sua
durata. Secondo quanto sostenuto dalla procura di Torino solo la metà
delle case produttrici riporta avvertenze specifiche sui rischi
all'interno dei libretti delle istruzioni e invita a consultare il
medico prima dell'uso del dispositivo. Il procuratore aggiunto, Raffaele
Guariniello, ha già inviato tutti gli atti al Ministero della Salute.
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Le caraffe della salute finiscono sotto inchiesta
Sono state 820 mila le caraffe filtranti vendute in Italia nel 2010
“L’acqua filtrata presenta controindicazioni”. Indagati a Torino dieci produttori italiani e tedeschi
ALBERTO GAINO
torino
Caraffe filtranti: un business di 820 mila pezzi venduti nel solo 2010 e trend in crescita, il controllo del mercato dell’acqua da bere si è tradotto in esposti di Mineracqua, l’associazione dei produttori di «bollicine», sviluppati da più procure. Quella torinese segna un passo avanti nelle indagini dopo la perizia che mette sotto accusa i 10 maggiori fabbricanti di caraffe filtranti. Già un paio erano sotto inchiesta per commercio di sostanze alimentari nocive e frode in commercio. Accuse destinate ad estendersi agli altri otto produttori presenti sul mercato italiano.
La perizia commissionata dal pm Raffaele Guariniello chiarisce che le caraffe filtranti assorbono calcio e magnesio presenti nell’acqua potabile e li sostituiscono con potassio e sodio. Ma non è una scoperta dei chimici che hanno sottoposto ad analisi l’acqua del rubinetto filtrata. Lo dichiara una parte delle case produttrici nelle «avvertenze» agli acquirenti dei loro prodotti. Una di queste imprese informa i consumatori con queste parole: «Si consiglia a chi sia in dialisi o abbia comunque problemi renali di discutere con il proprio medico l’utilizzo di acque filtrate».
Un’altra avvertenza, più generale: «Ai soggetti che ricorrano ad una dieta povera di sodio si consiglia di consultare un medico». Metà delle dieci case dà segnalazioni di questo genere, l’altra metà lascia nell’ignoranza completa i propri clienti. O si limita ad indicare nell’etichetta del prodotto che è buona cosa, per chi «soffra di deficit immunitario», far bollire l’acqua una volta filtrata.
L’acqua potabile arricchita di sodio è un problema per diabetici, cardiopatici, ipertesi e nefropatici. Saperlo con chiarezza è importante. Così come sette caraffe su 10 rilasciano nell’acqua tracce di sali d’argento (presenti nei filtri) e di ioni d’ammonio. Erano considerate sicure per il ministero della Salute, Guariniello ha inviato a Roma la sua perizia come materiale di riflessione.
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