Se bevi alcol al volante
ora lavori per la città
Nell'assegnazione degli incarichi si cerca di trovare la mansione adeguata a ciascun condannato
FABRIZIO ASSANDRI
torino
Servizi fotografici per le associazioni di volontariato. C’è anche Andrea (il nome è di fantasia), un noto fotografo che lavora per agenzie pubblicitarie e riviste di moda, tra i 237 condannati a lavori di pubblica utilità dal Tribunale di Torino dal settembre 2010, ossia dall’ultima modifica del codice della strada. Un’opportunità per fare i conti con la giustizia offerta dalla legge a chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti.
Al Vssp, il centro servizi per il volontariato, dove sta scontando 180 ore di lavoro, Andrea ha organizzato un concorso fotografico per le associazioni e ha fatto da reporter all’ultimo campo scuola della Protezione civile.
Per quanto riguarda il Comune di Torino, la sperimentazione partita un anno fa alla Circoscrizione 10 ha coinvolto cinque persone e si espanderà già dal prossimo mese. «Le Circoscrizioni 3 e 4 si stanno per allacciare alla convenzione con il Tribunale – spiega Nadia Conticelli, coordinatrice dei presidenti – mentre nelle altre ci stiamo ancora organizzando: non sempre è facile trovare una mansione adeguata per chi deve scontare una pena, ma ci stiamo attrezzando».
Il progetto è stato presentato martedì in Circoscrizione 4. «Impiegheremo i condannati secondo le loro abilità», ha spiegato il presidente Cerrato. Le mansioni potranno andare dall’apertura dell’Ecomuseo alla pulizia delle aree verdi, dalla ritinteggiatura delle panchine alla sistemazione delle bocciofile, passando per piccole manutenzioni delle aree gioco, ad esempio in piazzetta Campidoglio.
Con le nuove convenzioni, aumenteranno i posti disponibili, che ad oggi sono 230. Gli enti non devono sostenere nessun costo, fatte salve le spese di assicurazione. «Dopo la sentenza di condanna, quasi tutti scelgono di svolgere lavori di pubblica utilità. Ricevo in media una dozzina di avvocati al giorno i cui assistiti sono stati fermati alla guida in stato di ebbrezza», spiega Alessandra Albri, funzionario di servizio sociale della Procura. Si capisce il perché: chi porta a termine positivamente il lavoro – il controllo sul suo effettivo svolgimento viene fatto dall’ufficio ministeriale esecuzione penale – ottiene il dissequestro dell’auto, il dimezzamento della sospensione della patente e, soprattutto, l’estinzione del reato. A volte basta qualche bicchiere di troppo a stomaco vuoto per sforare i limiti. Con i lavori di pubblica utilità la fedina torna pulita, ma attenzione: è una via d’uscita che si può ottenere dal giudice solo una volta.