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Riflessioni: Ma noi...ci conosciamo?
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Respuesta  Mensaje 1 de 8 en el tema 
De: Butterfy  (Mensaje original) Enviado: 09/03/2012 22:31

Molti credono di conoscersi ma in realtà, quando dicono “io so chi sono”, “io mi conosco”, non dovrebbero esserne invece così sicuri. Che la mente può conoscere meglio se stessa delle altre cose, è un giro di parole, che non porta da nessuna parte. Spesso invece conoscere il resto del mondo è più semplice che conoscere noi stessi. Del resto non siamo tanto certi nemmeno di possedere un "mentale". Nessuno lo ha dimostrato. Tuttavia gli altri, in effetti, potrebbero essere tutti degli automi ma, noi sentiamo di non esserlo per niente, di agire perché lo vogliamo, di fare cose senza impedimento alcuno. Se voglio muovere il braccio, lo faccio. Attivo ‘il pensare’ (una cosa eterea e astratta) e posso muovere qualcosa di materiale (un chilo di carne e di ossa); ci sembra normale; " diamo per scontato che la materia possa essere mossa con la sola forza del pensiero, se quella materia siamo noi”. Ma niente si può dare per scontato. Da dove nasce e com’è possibile tutto ciò? Noi siamo animali culturali e non possiamo che cercare di ricostruire la nostra storia per venirne a capo. Siamo stati, come tutti, costruiti dall’ambiente che dopo milioni d’anni di adattamenti ci hanno perfezionato perché potessimo sopravvivere e lasciare in giro i nostri figli, altrimenti il processo si fermerebbe. Noi abbiamo costruito i computer e la natura ha costruito noi. Nei computer le istruzioni le abbiamo immesse nei file, mentre è stata la natura ha immettere le sue istruzioni nei nostri geni. Semplice a dirsi, ma interiorizzare il mondo esterno non è cosa facile, il cervello per fare questo usa: neuroni, correnti elettriche, sostanze chimiche, ioni, neuromodulatori, sinapsi, recettori, membrane, ormoni, ecc. Vediamo il mondo esterno tramite le idee (rappresentazioni mentali), che sono diverse da quelle del pipistrello, della talpa, del polpo, della rondine o della vipera, per non dire del lombrico o del moscerino della frutta. Ognuno ha precisamente quelle che servono per il tipo di ambiente che frequentano. Se i contenuti delle rappresentazioni mentali stessero “nella testa della gente nello stesso senso in cui le scene di un film sono in un DVD” ciò consentirebbe, come si dice di ‘naturalizzare’ la mente. La caratteristica cioè degli stati mentali di riferirsi, di collegarsi (intenzionalità) e di avere come contenuto (idee), i fatti e gli oggetti esterni. Molti ritengono ancora che il mentale non sia dipendente dal substrato ove esso si realizza. Una stessa operazione o calcolo può essere realizzata, dicono, in cervelli diversi, in calcolatrici, computer o altri marchingegni.



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Respuesta  Mensaje 2 de 8 en el tema 
De: lore luc Enviado: 10/03/2012 03:44
Discorso difficile. Si si è "condizionati" non si è "liberi"; se non si è "liberi" non si è "responsabili". Forse deriva da questo argomentare l'affermazione che "la psicanalisi è la scienza che dimostra tutto ed il suo contrario".  "Ti comprendo ma non ti giustifico" ammoniva spesso il mio professore di filosofia.  In matematica c'è la dimostrazione per assurdo, la dimostrazione per cui se negando la tesi, con derivazioni logiche si perviene ad un assurdo, si conclude che è vera. Purtroppo il vero matematico non è il Vero. Per i credenti, l'uomo è stato creato libero e responsabile.

Respuesta  Mensaje 3 de 8 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 10/03/2012 13:44
Penso che col passare degli anni ognuno di noi impari ragionevolmente a conoscersi, rimangono delle zone d'ombra che possiamo scoprire solo di fronte agli accadimenti imprevisti o impensabili: per es. le proprie reazioni di fronte al pericolo (paura, terrore, fuga o inaspettato coraggio, iniziativa o, magari in guerra, addirittura atti di eroismo, oppure di vigliaccheria), di fronte alla malattia (lotta, determinazione o rinuncia e disperazione) , di fronte alle disgrazie (rassegnazione, panico, oppure reazione positiva volta al superamento degli ostacoli).... cose così, insomma.... 

Respuesta  Mensaje 4 de 8 en el tema 
De: Principe Errante Enviado: 10/03/2012 16:10
Mi conosco,mi conosco,non ho sorprese nemmeno di fronte alle emergenze.

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De: primaveraestate Enviado: 12/03/2012 19:37
Io invece non mi conosco, di fronte a situazioni simili ho reazioni differenti, mi ritengo una paurosa e poi ho reazioni che a volte sfiorano l'incoscienza, mi scopro fragile dove credevo di essere forte e dove penso di non farcela, mi impegno e ce la faccio... boh! Che complicata che sono!!!

Respuesta  Mensaje 6 de 8 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 13/03/2012 00:15
Io quasi come te Fran, ma fondamentalmente incosciente in situazioni dove la prudenza sarebbe consigliabile....

Respuesta  Mensaje 7 de 8 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 13/03/2012 13:31
Però la vita è bella proprio perchè non è una sequenza statica di comportamenti sempre uguali, perfino gli animali amano cambiare!

Respuesta  Mensaje 8 de 8 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 13/03/2012 13:35
Chi mi conosce dice che sono una persona molto forte ma...non è esattamente così...E parlo della famosa differenza tra l'apparire e l'essere...In alcune circostanze mi sono sentita forte davvero soprattutto nell'aiuto verso gli altri ma quando si parla di me,mi sono sentita molto spesso vulnerabile anche se spesso riesco a reagire con determinazione...La mia caparbietà nell'apparire forte agli altri è la paura che qualcuno possa soffrire per me,per come mi sento interiormente
e da qui nasce quell'esternare forza mentre dentro di me sono distrutta.Sono arrivata a questo dopo un percorso interiore di studio che mi ha portata a confrontare i miei atteggiamenti in varie
situazioni...di paura,di dolore,di gioia,di lotta e disperazione...E' soltanto quando sono sola che riesco finalmente ad essere ciò che sono...è allora che emerge la mia fragilità,a tal punto che,
in alcuni momenti ho creduto di non farcela ed ho creduto anche di aver avuto bisogno di qualcuno che mi aiutasse..Sono solo all'inizio ed ho molto da studiare ancora su me stessa...se mai ce la farò...vi avvertirò...


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