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Attualità: "quando le donne governano"
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De: lore luc  (Mensaje original) Enviado: 17/03/2012 14:32

Tutti i segreti del potere al femminile
"Comandare significa condividere"

Donne Moso in visita a Torino

La studiosa Goettner-Abendroth racconta la divisione dei ruoli
e l'amore quando le donne
governano: «Decisioni orientate al bisogno»

LAURA PREITE

A Torino, fino a domenica si svolge al Palaginnastica, il convegno internazionale “Culture indigene di pace, donne e uomini oltre il conflitto” organizzato dall’associazione Laima, con il patrocinio dell’assessorato Pari opportunità del Comune e della Regione. Al convegno, a cui si sono registrate oltre 300 persone provenienti da tutta Italia, partecipano studiose da tutto il mondo, come la filosofa tedesca Heide Goettner-Abendroth. Goettner-Abendroth ha 61 anni ed è fondatrice dell’Accademia di studi matriarcali, che ha sede in Baviera ed è una delle maggiori esperte di questo tipo di società.

Quali sono le caratteristiche di un’organizzazione matriarcale?
«Intanto bisogna distinguere tra società matriarcale e matrilineare. Nella prima la donna, la madre, è al centro, nella seconda si segue solo la linea di sangue della madre (per esempio tra gli ebrei, ndr) ma le donne non hanno alcun potere. Le società matriarcali non sono lo specchio di quella patriarcale in cui viviamo, come si può pensare, dove le donne comandano e gli uomini subiscono. La donna non ha alcun potere come lo possiamo intendere noi. Tra le Moso (o Mosuo), in Cina o gli Irochesi in Nord America, le donne possiedono i beni strategici, le case, i terreni, danno ai figli il proprio nome, ma condividono tutto ciò che possiedono. Inoltre, le decisioni sono prese dalla “Madre del clan”, con il consenso di tutto il gruppo».

Come sono divisi i ruoli di genere all’interno di tali gruppi?
«Sono società egualitarie, dove entrambi i sessi sono valorizzati, senza prevaricazione. Tra i Moso le donne lavorano nei campi e gli uomini escono a pescare o a commerciare. Poi i beni sono consegnati alla “madre”, la donna più anziana del clan, che li divide tra i tutti i membri, secondo i bisogni di ciascuno. La differenza principale con la nostra società occidentale è che sono orientati al bisogno e non al potere. Gli uomini sono importanti sul piano economico tanto quanto le donne».

Le relazioni famigliari sono molto diverse. In che senso?
«Non esiste il matrimonio, né obblighi per i partner. La sessualità e l’amore sono tenuti in grande considerazione e le donne godono della massima libertà, di scegliersi il partner che preferiscono e di cambiarne tanti quanti ne desiderano nel corso della vita. Se nasce un figlio, viene cresciuto dalle donne del clan, insieme ai fratelli della madre, gli zii, e alle sorelle. Da noi le famiglie sono formate solo da due genitori, magari con background diversi, e ciò può provocare tensione e violenza. Nei clan, invece, nessuno è lasciato da solo con i propri problemi e i conflitti sono risolti con il consenso, grazie alle negoziazioni gestite dalla Madre. La pace è il valore supremo, se non si riesce a trovare una soluzione si crea un rituale per risolvere l’intoppo».

L’omosessualità è accettata?
«Gli ambiti di attività, i compiti sono fissi per i due sessi, ma gli individui sono liberi di passare da una sfera all’altra e di scegliere amanti dello stesso sesso».

La spiritualità è molto importante, che tipo di religione viene praticata?
«Si trovano spesso diversi strati di religione accumulati nel tempo ma c’è sempre la venerazione e il rispetto per la natura, che è sacra. I Moso sono buddisti ma venerano il lago Lugu, sulle cui sponde vivono, chiamandolo “la madre”. è una religione immanente e non trascendente, che rispetta tutto ciò che c’è nel mondo».

Quali sono le differenze che ha notato incontrando e studiando le ragazze Moso, rispetto alle teenager occidentali?
«Sono molto grandi. Le Moso sono sicure di sé, forti e generose, senza alcun segno di timidezza. Hanno voluto essere intervistate in gruppo, decidendo insieme quale fosse la risposta più opportuna alle mie domande. La solidarietà è molto importante ed è ciò che dona loro sicurezza. Nella nostra società una teenager è o timida o strafottente. Sono due estremi di cui le ragazze Moso non hanno bisogno».



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