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Attualità: La donna che ha sconfitto i trolls
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: lore luc  (Mensaje original) Enviado: 12/06/2012 18:10
La donna che ha sconfitto i trolls mette in crisi la rete

ANDREA MALAGUTI

CORRISPONDENTE DA LONDRA

Rivoluzioni dal basso, bulli virtuali - trolls, li chiamano qui - e battaglie di civiltà che mettono in discussione, se non addirittura in pericolo, la rete e le sue (non)regole. A cominciare da Facebook. Che ora inizia ad avere una problema di relazione con i propri utenti e con i tribunali.

La storia. Nicola Brookes è una quarantacinquenne di Brighton che una mattina trova sua figlia in lacrime. «Che c’è?», le domanda. La ragazza spiega che il suo idolo di X Factor, Frankie Cocozza, è vittima di una serie di insulti su faccialibro. Nicola, che non ha mai visto X Factor, si commuove, apre il suo computer, e posta questo messaggio: «Vai a testa alta Frankie, presto prenderanno di mira qualcun altro». Quel «qualcun altro» è lei.

In ventiquattro ore la sua pagina Facebook viene riempita da centinaia di insulti. Il più cortese è: «spacciatrice di droga». Gli altri vanno da «pedofila assatanata» a «prosituta con una passione per i minori». Una valanga di fango anonima che monta di ora in ora. Dopo una settimana di veleno in rete appare anche una pagina finta a suo nome. Ci sono foto di minorenni e commenti da manicomio criminale. Trolls. Che hanno deciso di seppellirla. E che pubblicano anche l’indirizzo di casa sua: «ecco dove potete andare a trovare questa ignobile puttana».

Nicola si ribellla e si rivolge alla polizia. L’ufficiale che ascolta la sua storia la liquida gelido: «Se non mi sa dire chi la perseguita noi non possiamo fare nulla». Piena di rabbia la donna torna a casa chiama l’avvocato e decide di portare Facebook in tribunale. «Pretendo che mi dicano i nomi e i cognomi di chi mi sta rovinando la vita». Non c’è mai riuscito nessuno.

Il problema dei trolls nel Regno Unito è dilagante. Un utente di Facebook su quattro dice di esserne stato vittima. Il livello delle molestie è vomitevole. Le testimonianze tremende. «Mio figlio di 14 anni è morto investito da un’auto. La sua pagina Facebook l’ha ucciso una seconda volta: te lo meritavi, carogna». Si può fare qualcosa contro questo genere d’orrore? Si può.

Nicola Brookes ha la sua battaglia in tribunale. Prima. Di certo non ultima. L’Alta Corte di Giustizia ingiunge a Facebook di rivelare i nomi dei molestatori. L’azienda si adegua senza battere ciglio, mentre il governo inglese annuncia una legge che costringa i gestori dei siti a comportarsi allo stesso modo. Un trionfo? Un problema.

L’associazione Privacy International sostiene che la sentenza è pericolosa. La sua presidente, Emma Draper, domanda: «Come ci si difende dalle denunce nei confronti di falsi trolls che hanno come unico obiettivo quello di far rimuovere messaggi sgraditi?». La riflessione è semplice. Di fronte all’ipotesi di una causa i siti più piccoli sacrificheranno l’identità dei propri utenti a prescindere. «E’ un rischio che possiamo correre?». Il ministro della giustizia, Ken Clarcke, giura che la normativa inglese terrà presente le esigenze di chi viene aggredito e i diritti chi esprime liberamente il proprio pensiero. Che cosa vale di più? La dignità delle persone o il flusso senza confini delle informazioni? Perché è evidente che arriva un momento in cui è necessario fare una scelta di civiltà, trovare il complicato punto di equilibrio senza lasciarsi condizionare da visioni talebane. E quel momento è esattamente ora.



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 12/06/2012 22:59
Anche da noi non si scherza.... per es. so di pagine deliranti, da galera o manicomio, anche sulla morte di Melissa.... il bullismo è dilagante, magari comincia virtualmente, dove in fondo si è  protetti, poi è possibile che si passi anche alla violenza di fatto. FB si presta benissimo a queste cose, infatti non lo frequento, anzi mi sono pure cancellata...

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: lore luc Enviado: 13/06/2012 03:07
su face book ho rintracciato amici d'infanzia, delle elementari, delle medie e dello scautismo. Grazie a SPYKE ho avuto con alcuni di loro lunghissime e piacevole videotelefonate. Chi ne fa uso improprio ne risponda. 
 

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 13/06/2012 14:40
Penso anch'io che FB debba rivelare le identità dei molestatori


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